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Meneghin rimane disoccupato. Virtus, interessa ancora?

Bulgheroni manda un messaggio a Madrigali sennò Andrea potrebbe anche stare fermo

L´ANDREA Meneghin che ancora non va a posto, e viene ora trattato a poco più d´un terzo del suo ingaggio fortitudino, agita voglie, proposte e fantasie, anche se non più aste, come ai suoi bei dì. Bamboli, non c´è una lira, esalano sfiniti su troppe piazze dell´Italbasket; e pure chi aspettava il rituale pompaggio di liquidi dalla campagna abbonamenti sta conteggiando, con lentezze che contrastano con la balenante modernità dei computer, esiti deprimenti, unendovi poi un altro intoppo: alla compagnia telefonica contattata come papabile sponsor, la linea risulta occupata, ora c´è una banca, ma il tempo stringe. Frattanto, Meneghin resta lì, come la bella Cecilia. Liquidato dalla Fortitudo, trova tanti spasimanti però nessuno sposo. E dire che, non avendo la pretesa di fare il matrimonio d´amore, ma solo d´interesse, si taglierebbe una bella torta. Ma Andrea non riesce più a convincere, e pare ormai vittima di un accanimento persecutorio, perché i due anni con l´Aquila sono stati grami, ma il ragazzo del ´99 qualcosa, col pallone, sapeva fare, e averlo adesso, a cifre ribassate, in alternativa ai nessuno che offre il mercato indigeno, sarebbe un affare, o almeno una scommessa spendibile.
Racconta un signore del mercato che a fare il numero di cellulare di Toni Bulgheroni, l´agente-amico di Andrea, sono ancora in tanti. L´altro ieri pareva il giorno di Varese. Si fa, si fa, battevano i tam tam, vedendo che s´erano accomodati, lassù, perfino due potentati poco confinanti come i Bulgheroni e i Castiglioni: ne valeva la pena, per il Figlio di Dino. Dava tutto il gas Mister Cagiva, ma qualcuno in società nicchiava ancora: e allora pure il ragazzo ha concluso che, per la poca voglia che c´era d'ammazzare vitelli grassi, tanto valeva rimanere figliol prodigo. Così, ieri era l´ora di Milano. Pure lì, qualcuno convinto, qualcuno meno, tanto che, verso sera, s´annunciava la ritirata e l´arrivo in prova d´una guardia, tale Frahm. Se saranno strategie, sia questa che quella varesina, si vedrà presto. Ma intanto, chi stava alla finestra, e cioè Siena e Livorno, l´Olympiakos e il Cska, ha richiamato quell´arroventato cellulare. Anche la Virtus, come echeggiano i portici in queste ore?
Anche la Virtus. Smentiranno, ma Tanjevic rinuncerà ad Andrea solo quando lo vedrà sistemato, dopo aver già esternato ire funeste quando ritenne d´averlo perso per una fuga di notizie. Senonchè, Toni Bulgheroni ha già visto disfarsi la sua tela paziente quando pareva finita, e ora vorrebbe trattare, di persona, solo con Madrigali. Senonchè, Madrigali è ammaccato con Bulgheroni da quando, due estati fa, si lasciarono male. Perché l´uno, fresco di scranno presidenziale, confidava in giro «ho preso il mio primo giocatore della Virtus: Meneghin»; e l´altro, pochi giorni dopo, venne a fare l´affare con la Fortitudo. Poi, sugli scambi di persona, nacque il Grande Slam. Ma rimase la ruggine. Storie vecchie, sulle quali difficilmente nasceranno storie nuove, e per dubbi residui, e per organici completati, e per budget già coperti. Potrebbe allora finire che il 22 settembre, alla palla a due dell´A1, Andrea Meneghin sarà ancora un ricco disoccupato. Disponibile per chi, ai primi rimbalzi della palla, avesse udito solo dei crack.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica
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