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Fabriano, ecco Vittorio Merloni

FABRIANO — Navigando a vista e con la possibilità di cambiare equipaggio in qualsiasi momento, ma si va avanti. Niente dimissioni in blocco, né spettro del fallimento per il Fabriano basket che nella tarda serata di ieri, al termine di un'assemblea non proprio partecipatissima (una quindicina di soci in tutto), ha individuato i novi elementi del Consiglio di amministrazione prossimo venturo. I nomi non sono stati comunicati, ma dovrebbe trattarsi dei confermati Biondi, D'Ovidio, Corradi, Castellani e Alberti e dei nuovi entrati Flavio Maria Federici in rappresentanza della Carifac, Enzo Costantini (Faber), Luciano Carnevali (Comeco) e il giovanissimo Lorenzo Bracchetti per la Beta Rotoli. In odore di «riavvicinamento» anche la Zara di Zamparini e Ranaldi, mentre è uscito di scena Leandro Santini, al quale non è stato accolto il progetto di una realtà parallela per il settore giovanile da lui diretto negli ultimi tre anni. «Ma la società è sempre apertissima», puntualizza D'Ovidio. «Chiunque può entrare, con o senza di noi. Se all'eventuale acquirente le nostre figure non sono gradite, può chiedere e ottenere la nostra uscita di scena, tra l'altro a titolo del tutto gratuito, prendendosi in mano l'intero 'giocattolo'. Perché continuiamo? Un po' perché ci crediamo ancora e un po' perché non ce la sentivamo di portare i carteggi in Tribunale e aprire le pratiche per la scomparsa».
Cordata Merloni? E adesso, in concreto, cosa può succedere? Antonio Ninno sta lavorando attorno all'ipotesi di un'ampia cordata di medi e grandi imprenditori, ma il progetto richiede tempo e pazienza. Il professor Galassi ha riportato la Faber nel basket, ma non certo con le cifre «faraoniche» di qualche stagione addietro. Decisivo, allora, sarà il ruolo della famiglia di Vittorio Merloni e la figlia Maria Paola ben nota come appassionata della palla a spicchi, da tempo invocati dalla tifoseria in qualità di ideali (e ben forniti economicamente) salvatori della patria cestistica. «Ma la situazione è complessa e non credo che la Merloni Elettrodomestici sia intenzionata a prendere in mano direttamente il basket», spiega Roberto Sorci nella veste di sindaco, ma anche dipendente dell'azienda coi marchi Indesit e Ariston. «Qui, del resto, si sta parlando di una realtà che 'prosciuga' almeno due milioni e mezzo di euro a stagione e non è così semplice mettere insieme una serie di industriali, locali e non, in grado di garantire stabilità finanziaria e progetti a più lunga scadenza. Anche il sottoscritto sta impegnandosi per tessere la tela: con realismo, ma senza eccessivi allarmismi, forse qualcosa si può fare…».
Alessandro Di Marco
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