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Brunamonti lamenta la mancanza di sponsor

«Ecco Santiago, ma la Virtus chiede aiuto»

Ieri sera contro Roseto a Chieti, domani con la Telekom Ankara a Pescara, sabato le finali del torneo abruzzese; smaltito il momento di disorientamento creato dalla dolorosa scelta che ha portato Giancarlo Marcaccini a Siena (il giocatore sarà comunque ascoltato oggi alle 12 dal procuratore federale), la Virtus prosegue il suo percorso di avvicinamento al campionato. Tra dieci giorni a Varese si giocherà per i due punti e per capire il valore della squadra che Roberto Brunamonti e Piero Bucchi hanno costruito con un occhio al campo e l'altro al portafoglio. Sì, perché quest'anno il budget messo loro a disposizione dal presidente Toti non permetteva azzardi. Ne è venuta fuori una squadra che sulla carta appare equilibrata, con un'interessante trazione italiana (Myers, Bonora, Tonolli, Righetti, Zanelli, Monti), tre innesti stranieri che offrono garanzie (Jenkins, Tusek e Santiago) ed un buco da chiudere in fretta (appunto Marcaccini). Di ipotesi se ne fanno molte, ma è lo stesso Brunamonti a tirare il freno: «Certo che ci stiamo guardando intorno, ma non è detto che Marcaccini verrà sostituito in tempi brevi. Bisogna trovare la misura giusta tra valore del giocatore, la sua utilità per la squadra e le sue pretese economiche». Brunamonti si volta indietro con un pizzico di rammarico: «Certo, la storia di Marcaccini proprio non ci voleva, stava andando tutto troppo bene ed eravamo risuciti nell'impresa di rispettare il budget. Adesso per tornare sul mercato il presidente dovrà fare uno sforzo non preventivato». Intanto a fine settimana dovrebbe arrivare Daniel Santiago, il gigante di Portorico che tanta impressione ha destato ai recenti Mondiali (31 punti alla Jugoslavia campione) e che in questi giorni è a Miami alle prese con i visti: «Speriamo che tutto si risolva in fretta - continua Brunamonti - perché sarà indispensabile averlo con noi per la prima a Varese. La condizione non dovrebbe essere un problema, il Mondiale lo ha tenuto in forma». L'anno che verrà del basket romano è tutto da scoprire: «Non siamo noi la squadra da battere e questo può essere un bene. Un augurio? Trovare in fretta uno sponsor. É limitante pensare di essere la squadra di Roma e non avere con te un compagno di viaggio disposto ad investire».
Valerio Vecchiarelli
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