MILANO — Il dopo Garnett è iniziato con allenamenti a ranghi ridotti. Tranquilli, Simpkins e Kidd, i due assenti, stanno benone, ma sono dovuti volare negli States per completare i visti necessari a rinnovare, qui in Italia, i permessi di soggiorno. Due assenze che hanno complicato i piani di coach Caja, costretto a lavorare con solo sei titolari, in attesa del completamento delle visite e delle formalità per dare il via libera a Richie Frahm. La guardia di Portland saggerà il parquet del Lido oggi pomeriggio nel suo primo allenamento in maglia Olimpia. Il suo arrivo è un vero toccasana per lo staff tecnico anche se, è inutile negarlo, tutti ne avrebbero volentieri fatto a meno, a partire dall'allenatore: «L'infortunio di Garnett è una bella tegola - dice Caja - perché anche se non ha avuto molte opportunità per dimostrarlo direttamente, si tratta di un giocatore in gamba, capace, grintoso, su cui non dico che si fosse costruita la squadra ma sul quale effettivamente puntavamo molto. Resta il rammarico per non averlo potuto vedere all'opera e per questo problema al piede di cui non conosciamo ancora i tempi di recupero. Probabilmente saranno lunghi, occorre verificare quanto tempo servirà per far calcificare l'osso malato. A Garnett occorre solo tanto riposo e a noi invece serviva lui».
Cosa ha portato alla scelta di Frahm?
«È un tiratore preciso come Garnett che avevamo seguito anche nella Summer League di Salt Lake. È giovane, dinamico, possente. Sulla carta dovrebbe fare bene. Lo aspetto in palestra».
Garnett doveva essere il leader dell'attacco milanese, anche in questo si sentirà la sua assenza...
«Non credo, visto che in squadra abbiamo gente come Coldebella e Sconochini ampiamente capaci di essere il riferimento per i compagni».
A proposito del Gaucho vice campione del mondo, a quando il suo arrivo a Milano?
«Lo aspettiamo a giorni, escludo possa esserci nelle amichevoli di Lonato contro Livorno e Udine ma dalla prossima settimana sarà certamente nel gruppo».
Uno che sta lavorando sodo già da più di un mese è Rancik, altro talento del roste.
«Martin è un buon giocatore che può diventare ottimo. Questo per lui è un anno decisivo. Ha qualità, può fare il salto e diventare super. Dipende solo da lui».
Maurizio Trezzi
Cosa ha portato alla scelta di Frahm?
«È un tiratore preciso come Garnett che avevamo seguito anche nella Summer League di Salt Lake. È giovane, dinamico, possente. Sulla carta dovrebbe fare bene. Lo aspetto in palestra».
Garnett doveva essere il leader dell'attacco milanese, anche in questo si sentirà la sua assenza...
«Non credo, visto che in squadra abbiamo gente come Coldebella e Sconochini ampiamente capaci di essere il riferimento per i compagni».
A proposito del Gaucho vice campione del mondo, a quando il suo arrivo a Milano?
«Lo aspettiamo a giorni, escludo possa esserci nelle amichevoli di Lonato contro Livorno e Udine ma dalla prossima settimana sarà certamente nel gruppo».
Uno che sta lavorando sodo già da più di un mese è Rancik, altro talento del roste.
«Martin è un buon giocatore che può diventare ottimo. Questo per lui è un anno decisivo. Ha qualità, può fare il salto e diventare super. Dipende solo da lui».
Maurizio Trezzi