PUR zavorrata da una precocità stagionale che la rende spesso inattendibile, la Supercoppa resta egualmente il primo traguardo ufficiale: un trofeo verrà alzato, stasera, e questo già basterebbe a insaporire il piatto, non ci fosse pure la ricca puntata della saga di Messina. Proprio contro la Virtus, Ettore vivrà la sua prima volta in un club che non è la Virtus: dall´83 era sempre stato a bordo dello scafo bianconero, salvo 4 stagioni in Nazionale e 48 ore da trombato. Non ne è sceso, si sa fin troppo, fra pacche e sorrisi, nè quella partita di reciproche rivalse pare ancora finita. Ieri poi le note vicende sono state nuovamente chiosate da Marco Madrigali, presidente bianconero, con la sua verità, ad uso di circa duecento tifosi fatti entrare all´Arcoveggio. Non della stampa, soddisfatta solo a fine serata: poi, con larga parte dei media la società è oggi in rapporti avariati, anche per beghe recenti, e non solo per l´imminente avvio delle cause civili contro chi variamente commentò gli ormai celebri fatti.
La notizia di ieri è soprattutto che Madrigali s´è rimesso in campo, dopo una lunga parentesi defilata: è stato, materialmente, al centro del parquet della palestra bianconera, sistemati i tifosi sulle tribunette, per quasi tre ore. Lo scopo: spiegare quello che ancora non era stato spiegato (o spiegato male). Qualcuno se n´è accontentato, qualcuno no. Bisogna, per un racconto che è, vale ribadirlo, la 'sua´ verità, ascoltare testimoni fededegni o fare il rewind di videocamere che hanno fedelmente ronzato per tutta la durata dell´incontro, quasi sempre di toni felpati e concilianti, anche se qualche tifoso avanzava domande incisive e talvolta ne sortivano risposte impazienti.
Molte colpe se le è prese Messina, del divorzio e non solo di quello. Madrigali ha rispolverato la sua versione estiva: lui l´avrebbe tenuto, fu il tecnico a ribattergli, parole riportate, che si sarebbe sentito troppo sotto pressione ad allenare ancora qui. Madrigali ha pure ripercorso le fasi del 'sollevamento´, dubitando oggi che il reintegro a marzo fosse stato la scelta giusta. Almeno, s´è ritenuto a credito di uno dei due trofei perduti (scudetto o Eurolega). Madrigali ha rivendicato la bontà della scelta di Lombardi e rimarcato l´uscita di scena di Brunamonti di sua volontà (era già in vista di Roma). Ha aggiunto d´aver fatto una buona squadra, anche se non buonissima come le sue precedenti, definite però inarrivabili. Ma l´ultima costruzione ha cozzato pure contro i vincoli costrittivi di quest´anno. Non ha invece commentato la campagna abbonamenti, dicendosi all´oscuro dei dati, ha citato colloqui con Seragnoli per lasciare fra due anni l´ingombrante eredità di Casalecchio per il PalaDozza (arredato, le sue domeniche, coi colori giusti). Sullo sponsor, il nome Virtus non verrà venduto per un miliardo, dunque si partirà probabilmente senza.
Erano quasi le nove quando, uscendo, Madrigali s´è fermato pure coi cronisti a bivacco. «M´avevano chiesto questo incontro i Forever Boys – ha riassunto -, ho preferito allargarlo. Ci sono state molte domande e molte risposte, qualcuno l´avrò soddisfatto, altri no, ma spero si ricredano. Non ho cifre di abbonamenti, voi dite 2.200? E´ una cifra verosimile, ma un anno fa, a questo punto, erano 3.200 e si può sperare crescano. La squadra è buona, ha bisogno di fiducia, quella che io non ho meritato fino in fondo, ma fra due mesi vedrete una bella squadra. Su Lombardi, dissi a Messina: lei avrà un direttore generale virtussino, onesto e che la vuole come coach. Ho messo un direttore generale perché avrò meno tempo, tanto che non so se sarò a Genova né giovedì alla presentazione. Sono pentito di qualcosa? Rispondo così: meglio guardare avanti».
Walter Fuochi
(ha collaborato marco martelli)
La notizia di ieri è soprattutto che Madrigali s´è rimesso in campo, dopo una lunga parentesi defilata: è stato, materialmente, al centro del parquet della palestra bianconera, sistemati i tifosi sulle tribunette, per quasi tre ore. Lo scopo: spiegare quello che ancora non era stato spiegato (o spiegato male). Qualcuno se n´è accontentato, qualcuno no. Bisogna, per un racconto che è, vale ribadirlo, la 'sua´ verità, ascoltare testimoni fededegni o fare il rewind di videocamere che hanno fedelmente ronzato per tutta la durata dell´incontro, quasi sempre di toni felpati e concilianti, anche se qualche tifoso avanzava domande incisive e talvolta ne sortivano risposte impazienti.
Molte colpe se le è prese Messina, del divorzio e non solo di quello. Madrigali ha rispolverato la sua versione estiva: lui l´avrebbe tenuto, fu il tecnico a ribattergli, parole riportate, che si sarebbe sentito troppo sotto pressione ad allenare ancora qui. Madrigali ha pure ripercorso le fasi del 'sollevamento´, dubitando oggi che il reintegro a marzo fosse stato la scelta giusta. Almeno, s´è ritenuto a credito di uno dei due trofei perduti (scudetto o Eurolega). Madrigali ha rivendicato la bontà della scelta di Lombardi e rimarcato l´uscita di scena di Brunamonti di sua volontà (era già in vista di Roma). Ha aggiunto d´aver fatto una buona squadra, anche se non buonissima come le sue precedenti, definite però inarrivabili. Ma l´ultima costruzione ha cozzato pure contro i vincoli costrittivi di quest´anno. Non ha invece commentato la campagna abbonamenti, dicendosi all´oscuro dei dati, ha citato colloqui con Seragnoli per lasciare fra due anni l´ingombrante eredità di Casalecchio per il PalaDozza (arredato, le sue domeniche, coi colori giusti). Sullo sponsor, il nome Virtus non verrà venduto per un miliardo, dunque si partirà probabilmente senza.
Erano quasi le nove quando, uscendo, Madrigali s´è fermato pure coi cronisti a bivacco. «M´avevano chiesto questo incontro i Forever Boys – ha riassunto -, ho preferito allargarlo. Ci sono state molte domande e molte risposte, qualcuno l´avrò soddisfatto, altri no, ma spero si ricredano. Non ho cifre di abbonamenti, voi dite 2.200? E´ una cifra verosimile, ma un anno fa, a questo punto, erano 3.200 e si può sperare crescano. La squadra è buona, ha bisogno di fiducia, quella che io non ho meritato fino in fondo, ma fra due mesi vedrete una bella squadra. Su Lombardi, dissi a Messina: lei avrà un direttore generale virtussino, onesto e che la vuole come coach. Ho messo un direttore generale perché avrò meno tempo, tanto che non so se sarò a Genova né giovedì alla presentazione. Sono pentito di qualcosa? Rispondo così: meglio guardare avanti».
Walter Fuochi
(ha collaborato marco martelli)
Fonte: La Repubblica