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Madrigali e tifosi, pace difficile

Tre ore di confronto, con trecento tifosi. Serata calda, cominciata quando mancavano tre minuti alle 18, all'Arcoveggio, per capire gli umori di una piazza che, nonostante la campagna acquisti (nove giocatori nuovi), sembra non nutrire troppo amore nei confronti della Virtus. Lo dimostrano le cifre sugli abbonamenti. Approssimativi, certo, ma per la prima volta confermati dal numero uno bianconero, Marco Madrigali. «Il dato esatto non ce l'ho, ma la stima 2.500-2.600 è verosimile».
E il numero esatto non ci sarà nemmeno mercoledì prossimo, quando la Virtus affronterà al PalaMalaguti l'Olympiakos. La gara è riservata ai soli abbonati, ma la Carisbo – dicevano ieri i tifosi all'uscita – che dell'evento è il primo sponsor (e la Cassa di Risparmio di Bologna potrebbe essere veramente il primo marchio bianconero per il campionato), sta distribuendo inviti omaggio. Difficile, dunque, mercoledì, conoscere il numero degli abbonati. Più facile, ieri sera, toccare con mano la rabbia e l'esasperazione di molti tra i presenti.
«Non ho avuto le risposte che mi aspettavo. Per questo non mi abbono», dice un tifoso che assicura di avere la tessera dal 1976, anno del primo scudetto bianconero dell'era moderna. Ma il motivo di attrito maggiore, all'Arcoveggio (i cronisti fuori dai cancelli non possono che riportare le due 'campane'), è legato alla figura di Brunamonti, uno dei grandi assenti. Perché l'attrito? Perché Madrigali – e su questo il presidente conferma – ha tracciato, ai tifosi, l'identikit del perfetto direttore generale comunicato all'ex tecnico Messina: «Onesto, virtussino e in perfetta sintonia con Ettore». E a questo punto le voci discordano: secondo i tifosi ci sarebbe stato un coro spontaneo – «Brunamonti» -, per Madrigali, invece, non ci sarebbe stata unanimità di consensi.
La figura del digì, ricoperta da Dado Lombardi, resta un elemento cardine per capire che forse, in questa stagione, Madrigali non sarà poi così presente al palazzo. «Non sarò a Genova per la Supercoppa. Mercoledì? Non lo so. Lunedì partirò per Londra. Se ce la faccio...».
Ma nelle due stagioni precedenti il presidente non è mai mancato, nemmeno nella serata madre di tutti gli attriti. «Ho deciso di assumere un direttore generale – spiega – proprio perché non mi mancano gli impegni. E non potrò godermi la squadra come avrei voluto».
Aleggiano gli spettri di Messina e Brunamonti. E davanti agli occhi c'è una campagna abbonamenti che non ha soddisfatto le attese. Non sarebbe stato meglio abbassare i prezzi delle tessere? «Se esistesse una formula esatta l'avrei già applicata. Questo è marketing, non matematica. Non è una scienza esatta. Si spera sempre di fare bene e, anche quando c'è il tutto esaurito, qualche scontento rimane».
Madrigali, però, spera, o meglio si augura, di aver convinto qualcuno nell'incontro di ieri, anche se non fa previsioni sul numero finali degli abbonati: che si concretizzi, per la prima volta, il sorpasso degli abbonati dell'Aquila? «Ma la gente – dice il presidente – deve abbonarsi nel nome della Virtus. Se manca fiducia nel sottoscritto per informazioni non vere pazienza. Ma la squadra ha bisogno di fiducia perché è un gruppo giovane. Serviranno un paio di mesi per vederli giocare bene assieme, ma la squadra c'è». E mercoledì, al PalaMalaguti, potrebbe materializzarsi lo sponsor. Carisbo, appunto.
Alessandro Gallo
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