SCAVOLINI PESARO: Pecile 20, Richardson 16, Gigena 10, McGhee 16, Lacey 16; Gilbert 2, Christoffersen, Albano ne, Gigena, Malaventura 4, Gennari ne. All. Crespi
CARIFAC FABRIANO: Gattoni 4, Hulett 12, Porter 12, Clark 18, Turner 9; Nunez 9, Balliro 7, Romagnoli ne, Genovese ne, De Angelis ne, Paleco ne. All. Carmenati Note: Parziali 30-26, 46-46, 67-57. Spettatori 500 circa
SENIGALLIA — Un anno fa di questi tempi si giocavano la finale del quadrangolare tutto marchigiano dopo aver strapazzato Jesi e Montegranaro, dando l'idea di essere già belle cariche per scattare dai blocchi del campionato. Viste ieri sera nel match di «consolazione», invece, la pur vincente Scavolini e la sempre rimaneggiata Carifac hanno – canestro più, canestro meno – confermato le indicazioni della sera precedente, quella del «ribaltone» estivo firmato dalle cugine del piano di sotto. Con una convinzione per due: atletismo e dedizione al sudore non mancano, ma almeno nei primi turni di basket vero un bel dazio all'operazione amalgama entrambe potrebbero pagare.
Qualche accenno della proverbiale determinazione di coach Crespi dev'esserci tuttavia scappato dopo la «scoppola» sùbita in semifinale dalla Sicc, tant'è che Pesaro (26-17 al 7') pigia immediatamente sull'acceleratore. Quanto basta perché McGhee (16 a metà partita) faccia capire che al fisicone sa abbinare anche la «fionda» su frontali dal perimetro e il tecnico ottenga qualche buona risposta dal faticoso processo di amalgama di un backout con tanto pepe, pochi centimetri e mira a intermittenza.
Ma anche ad una sola settimana dallo «starter», è partita da precampionato e pure il ritorno fabrianese (sorpasso sul 43-40 al 16' con schiacciatissima del fenomenale Clark) va preso con precauzione.
Non foss'altro perché da domenica in poi Scavolini e Carifac davanti avranno tutt'altre difese, ben più ruvide nelle chiusure sotto canestro e assai più ringhianti sugli esterni rispetto al «prego s'accomodi» di Senigallia. Ma siccome in certi test il bicchiere va sempre visto mezzo pieno, allora da una parte Fabriano incassa con soddisfazione il primo quarto tutto testa, disciplina e palle recuperate di Hulett malgrado la mano fasciata e Pesaro sorride alla sostanza in area di Lacey e ai guizzi negli smarcamenti con e senza palla di Richardson.
Certo, Gilbert e il basket italiano viaggiano ancora su binari diversi e magari sarà necessario il recupero del miglior Beric (ieri a riposo per un colpo alla coscia) per tenere lucido il blasone, comunque rispetto al giorno prima cuore e gambe rispondono in tutt'altra maniera. Lo si vede quando la «Scavo» saluta e se ne va (61-48 al 26') sulla scia di un paio di tecnici agli avversari, forse innervositi dalla consapevolezza di una panchina terribilmente corta e dalle incertezze sulle possibilità economiche della dirigenza, ancora intenta a sfogliare la margherita al capitolo acquisti.
Alessandro Di Marco
CARIFAC FABRIANO: Gattoni 4, Hulett 12, Porter 12, Clark 18, Turner 9; Nunez 9, Balliro 7, Romagnoli ne, Genovese ne, De Angelis ne, Paleco ne. All. Carmenati Note: Parziali 30-26, 46-46, 67-57. Spettatori 500 circa
SENIGALLIA — Un anno fa di questi tempi si giocavano la finale del quadrangolare tutto marchigiano dopo aver strapazzato Jesi e Montegranaro, dando l'idea di essere già belle cariche per scattare dai blocchi del campionato. Viste ieri sera nel match di «consolazione», invece, la pur vincente Scavolini e la sempre rimaneggiata Carifac hanno – canestro più, canestro meno – confermato le indicazioni della sera precedente, quella del «ribaltone» estivo firmato dalle cugine del piano di sotto. Con una convinzione per due: atletismo e dedizione al sudore non mancano, ma almeno nei primi turni di basket vero un bel dazio all'operazione amalgama entrambe potrebbero pagare.
Qualche accenno della proverbiale determinazione di coach Crespi dev'esserci tuttavia scappato dopo la «scoppola» sùbita in semifinale dalla Sicc, tant'è che Pesaro (26-17 al 7') pigia immediatamente sull'acceleratore. Quanto basta perché McGhee (16 a metà partita) faccia capire che al fisicone sa abbinare anche la «fionda» su frontali dal perimetro e il tecnico ottenga qualche buona risposta dal faticoso processo di amalgama di un backout con tanto pepe, pochi centimetri e mira a intermittenza.
Ma anche ad una sola settimana dallo «starter», è partita da precampionato e pure il ritorno fabrianese (sorpasso sul 43-40 al 16' con schiacciatissima del fenomenale Clark) va preso con precauzione.
Non foss'altro perché da domenica in poi Scavolini e Carifac davanti avranno tutt'altre difese, ben più ruvide nelle chiusure sotto canestro e assai più ringhianti sugli esterni rispetto al «prego s'accomodi» di Senigallia. Ma siccome in certi test il bicchiere va sempre visto mezzo pieno, allora da una parte Fabriano incassa con soddisfazione il primo quarto tutto testa, disciplina e palle recuperate di Hulett malgrado la mano fasciata e Pesaro sorride alla sostanza in area di Lacey e ai guizzi negli smarcamenti con e senza palla di Richardson.
Certo, Gilbert e il basket italiano viaggiano ancora su binari diversi e magari sarà necessario il recupero del miglior Beric (ieri a riposo per un colpo alla coscia) per tenere lucido il blasone, comunque rispetto al giorno prima cuore e gambe rispondono in tutt'altra maniera. Lo si vede quando la «Scavo» saluta e se ne va (61-48 al 26') sulla scia di un paio di tecnici agli avversari, forse innervositi dalla consapevolezza di una panchina terribilmente corta e dalle incertezze sulle possibilità economiche della dirigenza, ancora intenta a sfogliare la margherita al capitolo acquisti.
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino