GENOVA. C'è modo e modo di vincere una Supercoppa. D'accordo, la Virtus Bologna attuale, senza sei giocatori, vale più o meno il settimo-ottavo posto, ma la Benetton ha onorato alla grande il suo fresco scudetto, conquistando la sua terza Supercoppa italiana, la seconda di fila.
Genova, che ha risposto in maniera appassionata all'evento, porta evidentemente bene ai «casual». Dopo il successo dell'anno scorso, è arrivato anche questo, frutto di una superiorità schiacciante dimostrata soprattutto negli ultimi 20 minuti (61-37 il parziale a favore di Treviso). Ettore Messina inizia stupendamente, quindi, la sua avventura nella Marca. Fatto curioso è che lui, con Obradovic il coach più vincente del vecchio continente, abbia conquistato ieri la sua prima Supercoppa, trofeo che gli era sempre sfuggito a Bologna (cinque sconfitte in altrettante partecipazioni). La giornata più difficile del coach sicilian-mestrino si chiude trionfalmente anche se lui è il primo a rendersi conto che, in futuro, non tutte le partite saranno così facili.
Pronti via: Messina parte con il quintetto annunciato con l'unica eccezione di Nicola schierato come numero quattro al posto di Garbajosa, tornato da soli quattro giorni da Indianapolis. Tanjevic, invece, dà fiducia alla seconda scelta dei Dallas Mavericks, Sekularac, in regia, in verità deludente, e, quindi, l'ex biancoverde Bell, Rigaudeau, Frosini e e Andersen. Il primo dispiacere ai campioni d'Italia lo dà proprio l'ex campione Ncaa, ma, ad operare il sorpasso, ci pensa Nicola con il suo solito tiro dalla linea dei 6,25. Treviso, pur senza forzare, arriva al 9-4, ma è ancora Bell, al 4', a tenere incollata Bologna al match. Edney parte piano e così Messina inizia le sue rotazioni, inserendo Bulleri in regia. Il tanto atteso Langdon, negli States sicuramente più considerato di Bell, fino al 20', perde nettamente il confronto diretto con l'ex «casual», che la mette dentro da tutte le parti. E il 67% al tiro dell'intervallo, frutto di 15 punti che avvicinano Bologna fino al -4, paragonato al 17% e i 6 punti del «The Alaskan Assassin», è illuminante sulla differenza di rendimento delle due guardie. Ma Charlie non è Ginobili e, negli ultimi due periodi, fa solo un punto dalla lunetta. La Virtus, appena Edney (26 punti nei secondi 20'), decide di azionare il suo motore, con Pittis, che conquista due-tre palle delle sue, permettendo transazioni a ritmo vertiginoso, e Bulleri il quale, nel terzo quarto, piazza due triploni, crolla fino al -30. La Benetton cresce a livello esponenziale e ne beneficia così anche il buon Trajan che riesce a migliorare il suo bottino personale. Negli ultimi due periodi, complici anche gli infortuni di Rigaudeau, a metà del terzo quarto, e di Attruia, 8 secondi dopo l'avvio dell'ultima frazione, la Virtus non esiste più e Treviso tocca il suo primo centello ufficiale della stagione. Ed è sintomatico che la fatidica soglia sia raggiunta, dalla lunetta, a 35" dalla sirena, proprio dal «baby» Sereni, nel roster solo perchè Stojic non è ancora diventato tedesco...
Davide Vetrella
Genova, che ha risposto in maniera appassionata all'evento, porta evidentemente bene ai «casual». Dopo il successo dell'anno scorso, è arrivato anche questo, frutto di una superiorità schiacciante dimostrata soprattutto negli ultimi 20 minuti (61-37 il parziale a favore di Treviso). Ettore Messina inizia stupendamente, quindi, la sua avventura nella Marca. Fatto curioso è che lui, con Obradovic il coach più vincente del vecchio continente, abbia conquistato ieri la sua prima Supercoppa, trofeo che gli era sempre sfuggito a Bologna (cinque sconfitte in altrettante partecipazioni). La giornata più difficile del coach sicilian-mestrino si chiude trionfalmente anche se lui è il primo a rendersi conto che, in futuro, non tutte le partite saranno così facili.
Pronti via: Messina parte con il quintetto annunciato con l'unica eccezione di Nicola schierato come numero quattro al posto di Garbajosa, tornato da soli quattro giorni da Indianapolis. Tanjevic, invece, dà fiducia alla seconda scelta dei Dallas Mavericks, Sekularac, in regia, in verità deludente, e, quindi, l'ex biancoverde Bell, Rigaudeau, Frosini e e Andersen. Il primo dispiacere ai campioni d'Italia lo dà proprio l'ex campione Ncaa, ma, ad operare il sorpasso, ci pensa Nicola con il suo solito tiro dalla linea dei 6,25. Treviso, pur senza forzare, arriva al 9-4, ma è ancora Bell, al 4', a tenere incollata Bologna al match. Edney parte piano e così Messina inizia le sue rotazioni, inserendo Bulleri in regia. Il tanto atteso Langdon, negli States sicuramente più considerato di Bell, fino al 20', perde nettamente il confronto diretto con l'ex «casual», che la mette dentro da tutte le parti. E il 67% al tiro dell'intervallo, frutto di 15 punti che avvicinano Bologna fino al -4, paragonato al 17% e i 6 punti del «The Alaskan Assassin», è illuminante sulla differenza di rendimento delle due guardie. Ma Charlie non è Ginobili e, negli ultimi due periodi, fa solo un punto dalla lunetta. La Virtus, appena Edney (26 punti nei secondi 20'), decide di azionare il suo motore, con Pittis, che conquista due-tre palle delle sue, permettendo transazioni a ritmo vertiginoso, e Bulleri il quale, nel terzo quarto, piazza due triploni, crolla fino al -30. La Benetton cresce a livello esponenziale e ne beneficia così anche il buon Trajan che riesce a migliorare il suo bottino personale. Negli ultimi due periodi, complici anche gli infortuni di Rigaudeau, a metà del terzo quarto, e di Attruia, 8 secondi dopo l'avvio dell'ultima frazione, la Virtus non esiste più e Treviso tocca il suo primo centello ufficiale della stagione. Ed è sintomatico che la fatidica soglia sia raggiunta, dalla lunetta, a 35" dalla sirena, proprio dal «baby» Sereni, nel roster solo perchè Stojic non è ancora diventato tedesco...
Davide Vetrella