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Tre arbitri e più riprese tv

Presentato il campionato di serie A che disputerà tra una settimana il primo turno

GENOVA - Un campionato nel segno della continuità e, soprattutto della visibilità. Così è stato definito dal presidente della Lega Basket, Enrico Prandi, il torneo numero 81 che prenderà il via domenica prossima e che ha visto ieri oggi a Genova una anteprima di lusso con la Supercoppa 2002.
In realtà la partita di ieri ha chiuso la stagione passata assegnando il «Trofeo Sport week» alla vincitrice del confronto tra la detentrice dello scudetto, la Benetton Treviso, e quella della Coppa Italia, la Virtus Bologna, ma di fatto rappresenta una lussuosa entree di un campionato che tecnicamente offre la novità importante dei tre arbitri e «politicamente» è ritornata sugli schermi Rai grazie all'appuntamento del sabato (ore 18, Rai3) con la gara di anticipo.
E proprio della ritrovata visibilità televisiva hanno parlato in molti ieri alla presentazione del torneo avvenuta nella nobile Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale: dal presidente della Lega a quello della Federbasket, Fausto Maifredi, da Gianni Petrucci, presidente Coni, a Paolo Francia, direttore di Rai Sport.
«Il campionato che sta per cominciare - ha detto Prandi - è ricco di novità, dai tre arbitri alle 18 squadre iscritte, ma soprattutto avrà la possibilità di entrare nuovamente nelle case degli italiani attraverso l'accordo con la Rai per la trasmissione settimanale in chiaro del terzo e quarto tempo di una partita, quello con Tele+, che offrirà tra l'altro in criptato le partite dell'Eurolega e quello con Italia7 Gold, che ogni domenica trasmetterà (dalle 19 alle 20) una ”Diretta basket” con collegamenti audio e video dai principali campi del nord Italia».
«Il ritorno del basket in chiaro in tv - ha spiegato Francia - rappresenta uno dei due grandi risultati ottenuti quest'anno dalla Rai: maggiori spazi per le discipline sportive diverse dal calcio e la drastica riduzione dei costi del diritti televisivi. Sul primo punto possiamo già parlare di successo grazie alle ragazze della pallavolo che venerdì, nella semifinale mondiale contro la Cina, hanno fatto registrare un ottimo 16,32 di share. In passato - ha proseguito Francia - anche il nuoto e l'atletica aveva fatto buoni ascolti, nonostante che gli atleti italiani non fossero tra i favoriti. Questo sta a significare che lo share non necessariamente è legato al valore dei risultati».
Nel presentare il nuovo campionato, nuovamente sponsorizzato dalla Foxy del gruppo Industrie Cartarie Tronchetti, Enrico Prandi non ha voluto tacere i problemi che il mondo del basket sta vivendo: minori introiti pubblicitari (ancora sei squadre in A1, tra cui la Virtus Bologna, sono senza sponsor), riduzione dei diritti televisivi, stranieri «e per questo - ha detto - la Lega sta lavorando a un progetto che possa dare certezze operative per il prossimo biennio». Le stesse certezze che Fausto Maifredi ha chiesto al presidente del Coni attraverso l'attribuzione anche alla pallacanestro di parte della quota sulle scommesse sportive.
«È chiaro - ha immediatamente risposto Petrucci - che se il calcio avrà i soldi delle scommesse, allora li avrà anche il basket. Il fatto è che noi riteniamo di non dover dare quei soldi al calcio. Vedremo con il nuovo Coni Spa che nascerà lunedì che cosa avverrà».
Nell'annunciare che martedì a Roma a Palazzo Chigi si riunirà presso il sottosegretario Letta la speciale Commissione per i problemi del calcio («al quale sottoporrò anche quelli delle altre discipline sportive, a cominciare dal basket» ha detto Petrucci), il presidente del Coni ha rivolto un appassionato invito al mondo della pallacanestro affinchè impari «a identificarsi sempre di più nel vivaio nazionale».
«Dobbiamo smetterla - ha aggiunto Petrucci - di dire che in Italia non ci sono giocatori: bisogna cercarli, farli crescere, utilizzarli. Non bisogna copiare gli esempi negativi che arrivano dal calcio. Solo una Nazionale vincente può richiamare le prime pagine dei giornali o la prima serata televisiva. Il campionato è lo spot che fa parlare di te per 9 mesi all'anno, la Nazionale è lo spot per la storia».
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