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Messina, tremenda vendetta e per la Virtus è Grande Freddo

Delusione fra i tifosi bolognesi, che Ettore ha zittito quando è partito il coro per lui

GENOVA - Benetton due piste avanti. Lo si poteva prevedere, non ci si giocava la vita: però trenta punti guardando dal basso in alto non fanno certo buon sangue. Fanno anzi, per usare un´immagine nota a Basket City, un Grande Freddo. La Virtus ha retto poco, giocando bene sulle pause altrui, ma senza imporsi mai, fino al 34´, quando Andersen ha stampato il 47-50. Ma alla prima spallata vera, fine delle trasmissioni: nei successivi 10´ solo 6 punti per i bianconeri (3 di Sekularac, 2 di Bell, uno di Frosini), di fronte a 13 errori: il centrocampo biancoverde ha straripato.
Edney e Bulleri sono ripartiti dalla finale scudetto: per loro 21 punti nei primi 8´ del terzo quarto con 8/8 complessivo. Tyus avrebbe poi continuato a passare sopra a tutti, grazie un secondo tempo incredibile: 26 punti in 12´, con 8/9 da due, 1/1 da tre, 7/7 ai liberi. Il campo era tutto suo, dall´altra parte non c´era più nessuno: anche i suoi compagni si sono divertiti. Mesta la panchina bianconera e anche i tifosi al seguito, che avrebbero voluto intonare un coro all´ex coach, ma Messina, alla sua prima Supercoppa, ha chiesto loro di soprassedere.
Poca Virtus quindi, forse meno del previsto: appare evidente la scollatura dovuta agli arrivi scaglionati, che dovranno essere amalgamati in fretta. L´andamento a strappi è stato così l´unico possibile e contemporaneamente anche il segnale che la partita non si poteva prendere. Bell è durato un tempo, Andersen si è visto, ma gli altri hanno preso troppe bastonate. E Attruia e Rigaudeau, soprattutto il secondo, sono usciti zoppi.
Finale a senso unico. Un po´ più di equilibrio nel primo tempo, quello a telecamere spente, dove il pubblico si è divertito di più. Palazzo pieno, cinquemila persone, anche Madrigali non ha resistito alla tentazione e già mezz´ora prima del match era al palazzo, insieme a Lombardi e a Minucci, tuttofare di Siena. Però è stata subito chiara la maggior efficienza del gioco di Treviso: la Benetton è riuscita a comandare dappertutto, senza comunque fare cose straordinarie. Charlie Bell, come era già capitato, è stato il terminale: subito, ha funzionato bene, pur andando talvolta per i fatti suoi. Comunque 15 punti nei primi 20´: al 15´ lui ne aveva 10 con 4/6, il resto della Virtus 12 con 5/17.
A parte il 2-0 iniziale di Charlie è stato un inseguimento, prima alle tre triple filate di Nicola, poi a Bulleri. Sulle penetrazioni, i biancoverdi hanno spesso trovato buon terreno, per la scarsa rapidità (e le scadenti rotazioni) altrui. Terminato il primo quarto con una bomba provvidenziale di Bowdler, non sono finite però le pene, giunte fino al 17-30 al 30´, quando con Sekularac fuori dal match per i falli, le polveri erano bagnate e le idee confuse. Una rimonta, un –4 alla seconda sirena, ma l´illusione, come la benzina, sarebbe durata poco.
BENETTON-VIRTUS 100-72
Benetton: Edney 31, Langdon 16, Stojic 10, Nicola 9, Marconato 9, Bulleri 17, Garbajosa 3, Pittis 2, Loncar 2, Sereni 1.
Virtus: Rigaudeau 4, Bell 21, Sekularac 3, Andersen 11, Frosini 6, Attruia 4, Bowdler 10, Belinelli, Brkic 9, Miralles 4.
Arbitri: Grossi, Tola, D´Este.
Note: liberi: Tv 25/32, Bo 12/19. Da due: Tv 24/44, Bo 21/46. Da tre: Tv 9/21, Bo 6/20. Rimbalzi: Tv 37, Bo 39.
Parziali: 5´ 10-9, 10´ 23-15, 15´ 34-22, 20´ 39-35, 25´ 54-47, 30´ 67-53, 35´ 67-53, 40´ 100-72. Massimo vantaggio Virtus: +2 (2-0) al 1´. Massimo svantaggio: -30 (70-100) al 39´.
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica
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