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Fabriano, stasera la verità

Il presidente uscente Claudio Biondi verso la conferma

FABRIANO — E' il giorno del primo Consiglio di amministrazione rivisto e corretto e chiamato a stabilire ruoli e gerarchie, ma anche della nuova, possibile contestazione da parte di una tifoseria ormai completamente sul piede di guerra nei confronti dell'attuale dirigenza.
Biondi, atto terzo? Stasera (si comincia alle 18) nei locali della Faber i nove prescelti dall'assemblea dei soci di mercoledì scorso (Biondi, D'Ovidio, Corradi, Castellani, Alberti e i nuovi Federici, Costantini, Carnevali e Bracchetti) si ritroveranno per definire cariche e programmi. Quanto alle prime, l'ipotesi più probabile resta la conferma di Claudio Biondi, per il terzo anno consecutivo sulla poltrona presidenziale, ma non sono escluse sorprese. In tema di progetti, invece, il dubbio è quello di sempre. Riuscirà la società (tramite la capillare opera di monitoraggio e convincimento di potenziali nuovi sostenitori da parte della Carifac) a reperire fondi aggiuntivi? Sarà, cioè, in grado di regalare a coach Carmenati, in sempre paziente attesa, quei due o tre ritocchi per rendere più credibile la corsa contro l'ultimo posto, l'unico che porta in Legadue?
«Non vi vogliamo». All'uscita dalla riunione quelli del Cda potrebbero trovare anche una nuova manifestazione dei tifosi, esasperati dalle incertezze sulla solidità economica del gruppo.
«L'elezione del “nuovo” consiglio — si legge in una lunga note del club Alta tensione — rappresenta l'ennesima e ultima, solo in ordine di tempo, dimostrazione dell'incoerenza che caratterizza alcuni personaggi. Proprio loro da troppo tempo ricoprono le cariche più importanti e di maggiore responsabilità all'interno di una società nella quale, ormai, la stragrande maggioranza degli appassionati fabrianesi non riesce più a riconoscersi. Siamo curiosi, tra l'altro, di sapere come si risolverà la questione del vivaio che forse considerano secondaria e che invece rappresenta un serio problema per centinaia di ragazzi appassionati (circa 400) e per le loro famiglie, in questo modo 'consigliate' ad allontanarsi dal basket con il possibile risultato di meno abbonamenti».
Alessandro Di Marco
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