PESARO — Spesso per inquadrare una situazione nuova, si cercano i termini di paragone e i confronti col passato. Ma non c'è niente di più sbagliato, secondo Walter Magnifico, che utilizzare certe logiche.
«Sento dire da molti che Gilbert assomiglia a Holland. Ragazzi, non scherziamo: Holland ha giocato qui vent'anni fa, era un'altra epoca, un altro basket. Me lo auguro, che Clarence riesca ad avere la stessa personalità di Wilbur, ma questi raffronti non mi sono mai piaciuti».
Che cosa s'aspetta, allora, Magnifico da questo gruppo?
«Credo che la nuova Scavolini abbia caratteristiche e qualità interessanti: i ragazzi sono dinamici, grintosi. Certo, il tasso tecnico globale è inferiore a quello delle migliori, ecco perché l'agonismo dovrà essere sempre a mille e la mentalità aggressiva che vuole Crespi dovrà diventare un comandamento».
Impressioni sul precampionato?
«Difficile sbilanciarsi. Su cosa ci basiamo, sul torneo di Urbino o sul torneo di Rimini? In questo momento, come tutti gli anni, e specie quando una squadra è nuova, non ha senso spendere giudizi affrettati. Le brutte partite? I giovani sono così, hano sbalzi umorali che vanno dall'euforia all'avvilimento. A mordere, invece, bisogna imparare soprattutto quando s'incontrano le difficoltà. Se quando si va sotto non si morde più, allora è grigia. In quei casi, servirà l'equilibrio e la lucidità dei più esperti».
Come Beric?
«Certo. Misha sarà un giocatore fondamentale quest'anno e la cosa bella è che questi ragazzi hanno molta fiducia in lui, lo cercano. Questo per un attaccante è gratificante e lo responsabilizza: se gli altri credono in te, diventi più sereno e forte dentro».
Si dice anche che questa squadra sia troppo leggera sotto canestro. Repliche?
«Sento dire che McGhee è basso. Stiamo parlando di un'ala pivot di 2.02, esplosivo atleticamente: va più che bene in Europa. E finora non avete visto quasi niente di quel che sa fare perché è troppo impegnato a rispettare i giochi, ad ascoltare l'allenatore. Quando riuscirà a fare tutto ciò, giocando però con naturalezza, allora tutto cambierà: deve solo riprendere fiducia nei suoi mezzi in un contesto diverso».
Come inquadra Magnifico quest'esordio con Siena?
«Meglio cominciare col duro, così si capisce subito che aria tira. Ma non sarà il risultato finale, vittoria o sconfitta, a dirci chi siamo e quanto valiamo, piuttosto quello che i ragazzi faranno in campo davanti a un'atmosfera esaltante».
Elisabetta Ferri
«Sento dire da molti che Gilbert assomiglia a Holland. Ragazzi, non scherziamo: Holland ha giocato qui vent'anni fa, era un'altra epoca, un altro basket. Me lo auguro, che Clarence riesca ad avere la stessa personalità di Wilbur, ma questi raffronti non mi sono mai piaciuti».
Che cosa s'aspetta, allora, Magnifico da questo gruppo?
«Credo che la nuova Scavolini abbia caratteristiche e qualità interessanti: i ragazzi sono dinamici, grintosi. Certo, il tasso tecnico globale è inferiore a quello delle migliori, ecco perché l'agonismo dovrà essere sempre a mille e la mentalità aggressiva che vuole Crespi dovrà diventare un comandamento».
Impressioni sul precampionato?
«Difficile sbilanciarsi. Su cosa ci basiamo, sul torneo di Urbino o sul torneo di Rimini? In questo momento, come tutti gli anni, e specie quando una squadra è nuova, non ha senso spendere giudizi affrettati. Le brutte partite? I giovani sono così, hano sbalzi umorali che vanno dall'euforia all'avvilimento. A mordere, invece, bisogna imparare soprattutto quando s'incontrano le difficoltà. Se quando si va sotto non si morde più, allora è grigia. In quei casi, servirà l'equilibrio e la lucidità dei più esperti».
Come Beric?
«Certo. Misha sarà un giocatore fondamentale quest'anno e la cosa bella è che questi ragazzi hanno molta fiducia in lui, lo cercano. Questo per un attaccante è gratificante e lo responsabilizza: se gli altri credono in te, diventi più sereno e forte dentro».
Si dice anche che questa squadra sia troppo leggera sotto canestro. Repliche?
«Sento dire che McGhee è basso. Stiamo parlando di un'ala pivot di 2.02, esplosivo atleticamente: va più che bene in Europa. E finora non avete visto quasi niente di quel che sa fare perché è troppo impegnato a rispettare i giochi, ad ascoltare l'allenatore. Quando riuscirà a fare tutto ciò, giocando però con naturalezza, allora tutto cambierà: deve solo riprendere fiducia nei suoi mezzi in un contesto diverso».
Come inquadra Magnifico quest'esordio con Siena?
«Meglio cominciare col duro, così si capisce subito che aria tira. Ma non sarà il risultato finale, vittoria o sconfitta, a dirci chi siamo e quanto valiamo, piuttosto quello che i ragazzi faranno in campo davanti a un'atmosfera esaltante».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino