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Carmenati la prende con filosofia

Il coach della Carifac: «Meglio non arrabbiarsi»

FABRIANO — «La verità, nuda e cruda, è che sul fronte societario siamo in ritardo di tre mesi, mentre la squadra è, più o meno, un mesetto indietro con il lavoro. Il mio stato d'animo? Conosco un proverbio cinese che dice di portare pazienza laddove non ci sono i presupposti per arrabbiarsi, per cui ogni tanto me lo ripeto e… vado avanti». Coach Roberto Carmenati prova a far finta di niente, anche se è ormai ufficiale che domenica (ore 18) a Cantù avrà una Carifac versione baby. Con una panchina che, oltre a Nunez (o Gattoni), conterà su Romagnoli, Paleco, De Angelis e Genovese: con tutto il rispetto per la loro «futuribilità», il rischio di un'«imbarcata» di quelle pesanti (stile prime uscite di prestagione) è già dietro l'angolo.
«Non so nulla…». «Veramente — incalza il coach — non mi è stato ancora comunicato niente. Davvero il Consiglio di amministrazione ha rimandato le decisioni su cariche interne e mercato a martedì? Ne prendo atto, ma a questo punto preferirei che la squadra si isolasse, concentrandosi solo sul lavoro in palestra, visto che ne abbiamo parecchio bisogno. Tutte le voci su possibili acquisti rimarranno chiacchiere da bar fino a quando la società non mi dirà in via definitiva se e quanto possiamo spendere per rinforzarci».
Protesta bis. Dunque domenica (e verrebbe da aggiungere purtroppo… ) è campionato, ma con Kingombe out per infortunio e Ballino per il passaporto italiano non ancora ottenuto, davvero il primo obiettivo della rabberciata truppa fabrianese sarà di… perdere con meno di trenta punti? «Non è questo lo spirito del gruppo» ribatte il tecnico. «Innanzitutto vogliamo rispettare la nostra dignità, per cui l'approccio alla partita sarà quello giusto, senza volerci creare troppi alibi». Ieri, intanto, i tifosi sono tornati alla carica con una nuova forma di contestazione concentrata su uno striscione esposto all'esterno del PalaGuerrieri, dal testo piuttosto esplicito: «Squadra e città meritano un'altra società, Biondi e D'Ovidio fuori dal Cda».
Alessandro Di Marco
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