Ancora al PalaDozza, dove ha vinto uno scudetto, per assistere all'allenamento della Fortitudo. L'occasione per scambiare impressioni e pareri con Matteo Boniciolli. L'occasione, per il ct azzurro, Charlie Recalcati, per fare il punto sulla sua nazionale, che riunirà a Roma, il prossimo 30 settembre, e poi una settimana più tardi, estendendo le convocazioni a quegli aspiranti azzurri che non giocano le coppe europee.
Genova per me… «La Supercoppa ha ribadito un fatto: la Benetton è tra le favorite. Ma non c'è solo Treviso, perché anche Siena ha allestito un'ottima squadra».
Enigma Virtus. «La squadra di Tanjevic per ora è ingiudicabile. A Genova ha fatto poco, ma era prevedibile, mancavano quattro giocatori. La squadra è tutta da verificare, quando saranno rientrati tutti. Ma si diceva la stessa cosa della mia Fortitudo, due anni fa, e nella passata stagione proprio della Kinder, che non aveva Griffith. Allora stai lì e aspetti, ma non sai mai cosa possa accadere. Per questo resta un punto interrogativo».
Fortitudo equilibrata. «La Skipper è molto equilibrata, coperta in tutti i ruoli. E con la possibilità di poter alternare quintetti differenti. C'è la fantasia di Pozzecco che va ad aggiungersi alla solidità dei lunghi. Potrà togliersi diverse soddisfazioni».
La fantasia di Pozzecco. «Poz dice che questa Fortitudo gli ricorda la Varese tricolore? Può essere, io non ho il polso di questo spogliatoio.
Lui, comunque, ha ragione: ogni tanto si litigava. Però, poi, sapevamo venirne fuori nel migliore dei modi”.
Due torri azzurre. «Chiamerò subito Basile, Pozzecco e Galanda. Ma tengo sotto osservazione Mancinelli e Brkic. Frosini? Gli parlerò, ma l'anno scorso era stato lui che aveva chiesto di non essere convocato nei periodi di riposo».
Il caso Meneghin. «Non sono mai stato preoccupato per la sua situazione. Mi conforta, però, sapere che giochi e che, a Varese, potrà rigenerarsi. Nell'ottica azzurra questo è un grande acquisto. Quando Andrea è sereno rende di più. Ma il suo rendimento è difficilmente apprezzabile, per chi non è un tecnico. E' quello che gli è costato parecchio in questi due anni».
L'airone di Spagna. «Grega in Spagna è una bella notizia. Cambiando ambiente potrà trovare stimoli nuovi e avere nuove soddisfazioni. Sarà di buon umore e l'umore è importante per lui. E poi spero che accada come per l'Argentina. Una volta in nazionale, venendo da esperienze diverse, hanno dato vita a un vero gruppo. Avevano il piacere di giocare insieme».
Suggerimenti mondiali. «Sono stato a Indianapolis. Usa a parte ho avuto la conferma che in Italia, spesso, viviamo di luoghi comuni. E così finiamo per sottovalutare realtà come Nuova Zelanda e Argentina».
Noi e la Nba. «Perché non ci sono italiani tra i pro? Fucka e Myers avrebbero potuto giocare là, ma non l'hanno fatto. Ora non ci sono uomini all'altezza. Forse avrebbe potuto giocare Pozzecco: avesse avuto pazienza avrebbe avuto spazio. Ma alla fine, come per Meneghin e altri, credo ci siano motivi economici. Là non avrebbero guadagnato, inizialmente, le stesse cifre assicurate in Italia».
Alessandro Gallo
Genova per me… «La Supercoppa ha ribadito un fatto: la Benetton è tra le favorite. Ma non c'è solo Treviso, perché anche Siena ha allestito un'ottima squadra».
Enigma Virtus. «La squadra di Tanjevic per ora è ingiudicabile. A Genova ha fatto poco, ma era prevedibile, mancavano quattro giocatori. La squadra è tutta da verificare, quando saranno rientrati tutti. Ma si diceva la stessa cosa della mia Fortitudo, due anni fa, e nella passata stagione proprio della Kinder, che non aveva Griffith. Allora stai lì e aspetti, ma non sai mai cosa possa accadere. Per questo resta un punto interrogativo».
Fortitudo equilibrata. «La Skipper è molto equilibrata, coperta in tutti i ruoli. E con la possibilità di poter alternare quintetti differenti. C'è la fantasia di Pozzecco che va ad aggiungersi alla solidità dei lunghi. Potrà togliersi diverse soddisfazioni».
La fantasia di Pozzecco. «Poz dice che questa Fortitudo gli ricorda la Varese tricolore? Può essere, io non ho il polso di questo spogliatoio.
Lui, comunque, ha ragione: ogni tanto si litigava. Però, poi, sapevamo venirne fuori nel migliore dei modi”.
Due torri azzurre. «Chiamerò subito Basile, Pozzecco e Galanda. Ma tengo sotto osservazione Mancinelli e Brkic. Frosini? Gli parlerò, ma l'anno scorso era stato lui che aveva chiesto di non essere convocato nei periodi di riposo».
Il caso Meneghin. «Non sono mai stato preoccupato per la sua situazione. Mi conforta, però, sapere che giochi e che, a Varese, potrà rigenerarsi. Nell'ottica azzurra questo è un grande acquisto. Quando Andrea è sereno rende di più. Ma il suo rendimento è difficilmente apprezzabile, per chi non è un tecnico. E' quello che gli è costato parecchio in questi due anni».
L'airone di Spagna. «Grega in Spagna è una bella notizia. Cambiando ambiente potrà trovare stimoli nuovi e avere nuove soddisfazioni. Sarà di buon umore e l'umore è importante per lui. E poi spero che accada come per l'Argentina. Una volta in nazionale, venendo da esperienze diverse, hanno dato vita a un vero gruppo. Avevano il piacere di giocare insieme».
Suggerimenti mondiali. «Sono stato a Indianapolis. Usa a parte ho avuto la conferma che in Italia, spesso, viviamo di luoghi comuni. E così finiamo per sottovalutare realtà come Nuova Zelanda e Argentina».
Noi e la Nba. «Perché non ci sono italiani tra i pro? Fucka e Myers avrebbero potuto giocare là, ma non l'hanno fatto. Ora non ci sono uomini all'altezza. Forse avrebbe potuto giocare Pozzecco: avesse avuto pazienza avrebbe avuto spazio. Ma alla fine, come per Meneghin e altri, credo ci siano motivi economici. Là non avrebbero guadagnato, inizialmente, le stesse cifre assicurate in Italia».
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino