PESARO — Arriva a Pesaro senza il suo metronomo, il generale Ataman. Stefanov, il play macedone che l'anno scorso ha guidato Siena fuori dall'anonimato, dovrà star fermo ancora tre settimane per un problema muscolare prima di tornare al timone di un Montepaschi più ambizioso che mai. Meno male per il coach turco che Scarone è tornato ad essere un giocatore vero dopo due stagioni che più travagliate non si può: anzi l'argentino, l'opposto del razionale Stefanov, è stato il più brillante della truppa in precampionato. Una squadra «pericolosa» da gestire, anche perché Alphonso Ford, un realizzatore eccezionale, è uno che la palla la vuole spesso e volentieri e altrettanto si può dire dello stravagante Turckan, finito dall'Nba a Parigi per problemi caratteriali prima di ritrovare se stesso nel Cska, per finire con Chiacig che se viene dimenticato s'imbestialisce. Così Scarone dovrà forzare un po' la sua natura di cavallo pazzo per distribuire palloni a tutti i suoi compagni. Ma se i meccanismi funzionano, questo Montepaschi può diventare una macchina da guerra. Ataman è un allenatore coraggioso, che non ama nascondersi: l'anno scorso aveva detto che avrebbe vinto e ha regalato a Siena il primo trofeo della sua storia, la Coppa Saporta. E quest'anno?
«Sono molto soddisfatto di come ha lavorato la mia società: abbiamo allestito una grande squadra — riconosce il tecnico senese —. Chiaro che i nostri obiettivi sono ambiziosi ma non ci manca niente per essere all'altezza delle aspettative: abbiamo i giocatori e questi giocatori hanno la voglia di stare al vertice. E l'ambiente, che sogna grandi cose per la prima volta nella storia, ci darà la spinta giusta».
Non teme la pressione sulle spalle?
«Per niente, anzi è bella questa pressione. Significa che tutti ci riconoscono come una grande squadra ed è bello partire sapendo che dobbiamo recitare da protagonisti in Italia e in Europa. Siena non aveva mai avuto questi riconoscimenti e dunque lo viviamo positivamente».
Partita speciale per Maggioli, che torna da avversario: le sue impressioni su Michele?
«Innanzitutto è un bravissimo ragazzo. Come giocatore, vista la giovane età, ha ancora molti margini di miglioramento. Io lo sto usando anche insieme a Chiacig: se riesce a funzionare anche da numero quattro, credo che avrà dei buoni minutaggi. Mi piacerebbe riuscire a valorizzare un giocatore che può diventare importante per la Nazionale italiana».
Elisabetta Ferri
«Sono molto soddisfatto di come ha lavorato la mia società: abbiamo allestito una grande squadra — riconosce il tecnico senese —. Chiaro che i nostri obiettivi sono ambiziosi ma non ci manca niente per essere all'altezza delle aspettative: abbiamo i giocatori e questi giocatori hanno la voglia di stare al vertice. E l'ambiente, che sogna grandi cose per la prima volta nella storia, ci darà la spinta giusta».
Non teme la pressione sulle spalle?
«Per niente, anzi è bella questa pressione. Significa che tutti ci riconoscono come una grande squadra ed è bello partire sapendo che dobbiamo recitare da protagonisti in Italia e in Europa. Siena non aveva mai avuto questi riconoscimenti e dunque lo viviamo positivamente».
Partita speciale per Maggioli, che torna da avversario: le sue impressioni su Michele?
«Innanzitutto è un bravissimo ragazzo. Come giocatore, vista la giovane età, ha ancora molti margini di miglioramento. Io lo sto usando anche insieme a Chiacig: se riesce a funzionare anche da numero quattro, credo che avrà dei buoni minutaggi. Mi piacerebbe riuscire a valorizzare un giocatore che può diventare importante per la Nazionale italiana».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino