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E i tifosi osannano l'ex nemico Messina

Il diapason degli applausi ricevuti dal tecnico è quasi pari a quello riservato a capitan Pittis

Festa riuscita anche se, complice il pessimo audio del Palaverde, si è sentito ben poco. Sarebbe stato bello sentire il colloquio fra i due moglianesi acquisiti, Ettore Messina e la madrina della serata, Sabrina Salerno, ma i tifosi si son dovuti accontentare dello splendido effetto scenico allestito dalla società campione d'Italia. Un occhio di bue al centro del parquet ad illuminare, via via, nel buio del Palaverde i protagonisti chiamati dall'inconfondibile vocione di Flavio Tranquillo. La festa biancoverde inizia con oltre mezz'ora di ritardo. Del resto, per l'organizzazione, riunire i quasi cinquecento ragazzini del «Pool Crescere Insieme» è stata un'impresa quasi improba. Anche se, poi, quando i bimbi sono stati visti calcare il parquet del palazzo dei campioni tricolori, il gusto visivo ha ben ripagato l'attesa.
Non c'è il tutto esaurito - sulle tribune ci saranno poco più di 3.000 persone - ma la concomitanza con le partite di Champions League di Milan e Juventus è troppo forte per riempire il Palaverde. E forse anche lo stesso coach sicilian-mestrino, sfegatato tifoso rossonero, avrebbe gradito onorare quel suo vecchio amico di Luciano Bortoletto in un giorno diverso dall'esordio di Rivaldo e Nesta a San Siro nella massima competizione continentale... Ma «Ettorone» avrà scordato la sua fede calcistica quando, buon ultimo, dopo aver varcato l'uscio del Palaverde, il diapason degli applausi è stato quasi pari a quello toccato, un paio di minuti prima, per festeggiare il «biancoverde del secolo»: l'intramontabile capitan Pittis. E' proprio vero che tutti i tifosi hanno la memoria corta... I «Rebels» hanno dimenticato per primi e con grande maturità che Messina, fino a tre mesi fa, era stato uno dei loro più grandi nemici, sportivi s'intende, ma pur sempre il coach che impersonificava l'odiata Virtus. Il coach è stato travolto dagli applausi e, dopo aver ricevuto... un assist da Sabrina Salerno, nel frastuono generale, ha pronunciato un labiale, sentito da pochissimi (ahi, quel microfono...), poi riportato da chi era vicino a lui: «Spero che anche l'anno prossimo si possa celebrare una festa così», ha affermato il nuovo timoniere della nave biancoverde. Poi è toccato al sempiterno capitan Pittis, giunto a 622 presenze consecutive in campionato, issare, dopo esser salito in cima alla tribuna d'onore, sul soffitto, gli stendardi celebrativi dello scudetto e della Supercoppa italiana. Non poteva mancare ovviamente un gesto di galanteria nei confronti della vedova Bortoletto alla quale il capitano dei «casual» ha consegnato un mazzo di fiori.
Il pubblico aveva cominciato a scaldarsi quando il sindaco Giancarlo Gentilini - in verità si era sentito anche qualche fischio all'indirizzo del primo cittadino - si è accomodato in tribuna d'onore, a fianco di paron Gilberto Benetton. L'applauso più grande, però, è arrivato quando Simone Fregonese ha nominato Luciano Bortoletto, colui che ha fatto nascere il basket nel capoluogo della Marca. Un personaggio che la Benetton ha onorato poi nel migliore dei modi, vendicando alla grande, contro il Francoforte, il ko dell'anno scorso.
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