ROSETO. Quando tutto sembrava tramare contro l'Euro Roseto (prima l'infortunio di Monroe, poi il mancato arrivo di Sesar e il taglio di Meek) e si correva il rischio di iniziare la stagione con una squadra infarcita di juniores, ecco che il patron Enzo Amadio ieri sera ha annunciato l'ingaggio dell'ala/pivot statunitense Ben Davis (30 anni, 206 cm.), della guardia yugoslava Miroslav Radosevic (29 anni, 194 cm.), e del play guardia Federico Pieri (32 anni, 1.91 cm), che ha già militato a Roseto nella stagione '98-99. I 3 neoacquisti potrebbero giocare domenica contro Milano.
Davis è un giocatore che ha all'attivo una carriera di secondo piano nella NBA, con i Phoenix Suns e i New York Knicks, ed è un autentico globetrotter avendo giocato nelle leghe portoricana, venezuelana, greca e spagnola, oltre che in quelle minori (CBA e ABA) americane. Nell'ultima stagione in Spagna, pur tenendo cifre eccellenti (15,1 punti e 7,1 rimbalzi/partita in 31' di utilizzo medio), non è riuscito a evitare la retrocessione della sua squadra, il SAB Cantabria Torrelavega.
Miroslav Radosevic avrà invece il non facile compito di sostituire statisticamente (in termini di punti), almeno fino al suo rientro, Rodney Monroe, ma anche quel Josip Sesar protagonista di un clamoroso dietro-front dopo aver firmato il contratto con Roseto (di fatto il giocatore si è reso irreperibile e, secondo la stampa croata, sarebbe al centro di una vicenda contrattuale poco chiara che vede coinvolti i suoi due ex club di Zagabria, il KK e il Cibona). Rispetto al croato, Radosevic ha forse meno talento ma più affidabilità tattica e a livello di personalità. Vincitore della Coppa di Jugoslavia con la maglia del Partizan Belgrado nel 2000 (14 punti/partita con il 61% da 2), stagione che gli valse anche la convocazione per l'All Star Game, Radosevic è stato il capocannoniere di Coppa Saporta l'anno scorso con i turchi del Telekom Ankara, viaggiando alla media di 21,4 punti/partita con il 50% da 3 e il 63% da 2, e confermandosi su livelli eccellenti anche in campionato (20,8 punti/partita con il 42% da 3 e il 57% da 2, ma anche 4,4 rimbalzi e 2,4 assist).
Due acquisti (cui, forse, se ne aggiungerà un terzo), che hanno tranquillizzato una delle piazze storicamente più esigenti come quella di Roseto. Lo sa bene coach Melillo che si è trovato nell'occhio del ciclone prima ancora dell'inizio del campionato.
Melillo, alla luce di quanto sta accadendo si è pentito della scelta di tornare a Roseto?
«No! Il piacere di allenare a Roseto è di gran lunga superiore a tutti gli altri fattori. E poi assumerci le responsabilità fa parte del nostro mestiere».
Domenica inizia il campionato e, con alle spalle una preseason deludente della squadra, c'è chi punta l'indice contro di lei.
«E' giusto che sia così. Io sono l'allenatore e quindi sono il primo responsabile quando i risultati non arrivano. L'altro giorno ho sentito il presidente dire alla squadra "siamo in guerra ma io sono in prima linea a combattere". Bene, non solo sono d'accordo con lui, ma sono al suo fianco a combattere».
A 72 ore dall'esordio con Milano, ci si accorge che la squadra è quasi da rifare, con Meek tagliato e 2 giocatori appena presi. Ma non l'aveva fatta lei questa squadra?
«Certo, e non ho mai pensato di rinnegare le mie scelte. Quello che non ho scelto è che Monroe si infortunasse dopo pochi giorni di ritiro, e nemmeno che per questioni di attimi ci soffiassero Mazique o che Attruia decidesse per un'altra strada. Ma per fortuna la società è quanto mai presente, quindi bisogna avere fiducia. La stagione non è iniziata, come può essere già da buttare via»?
Giorgio Pomponi
Davis è un giocatore che ha all'attivo una carriera di secondo piano nella NBA, con i Phoenix Suns e i New York Knicks, ed è un autentico globetrotter avendo giocato nelle leghe portoricana, venezuelana, greca e spagnola, oltre che in quelle minori (CBA e ABA) americane. Nell'ultima stagione in Spagna, pur tenendo cifre eccellenti (15,1 punti e 7,1 rimbalzi/partita in 31' di utilizzo medio), non è riuscito a evitare la retrocessione della sua squadra, il SAB Cantabria Torrelavega.
Miroslav Radosevic avrà invece il non facile compito di sostituire statisticamente (in termini di punti), almeno fino al suo rientro, Rodney Monroe, ma anche quel Josip Sesar protagonista di un clamoroso dietro-front dopo aver firmato il contratto con Roseto (di fatto il giocatore si è reso irreperibile e, secondo la stampa croata, sarebbe al centro di una vicenda contrattuale poco chiara che vede coinvolti i suoi due ex club di Zagabria, il KK e il Cibona). Rispetto al croato, Radosevic ha forse meno talento ma più affidabilità tattica e a livello di personalità. Vincitore della Coppa di Jugoslavia con la maglia del Partizan Belgrado nel 2000 (14 punti/partita con il 61% da 2), stagione che gli valse anche la convocazione per l'All Star Game, Radosevic è stato il capocannoniere di Coppa Saporta l'anno scorso con i turchi del Telekom Ankara, viaggiando alla media di 21,4 punti/partita con il 50% da 3 e il 63% da 2, e confermandosi su livelli eccellenti anche in campionato (20,8 punti/partita con il 42% da 3 e il 57% da 2, ma anche 4,4 rimbalzi e 2,4 assist).
Due acquisti (cui, forse, se ne aggiungerà un terzo), che hanno tranquillizzato una delle piazze storicamente più esigenti come quella di Roseto. Lo sa bene coach Melillo che si è trovato nell'occhio del ciclone prima ancora dell'inizio del campionato.
Melillo, alla luce di quanto sta accadendo si è pentito della scelta di tornare a Roseto?
«No! Il piacere di allenare a Roseto è di gran lunga superiore a tutti gli altri fattori. E poi assumerci le responsabilità fa parte del nostro mestiere».
Domenica inizia il campionato e, con alle spalle una preseason deludente della squadra, c'è chi punta l'indice contro di lei.
«E' giusto che sia così. Io sono l'allenatore e quindi sono il primo responsabile quando i risultati non arrivano. L'altro giorno ho sentito il presidente dire alla squadra "siamo in guerra ma io sono in prima linea a combattere". Bene, non solo sono d'accordo con lui, ma sono al suo fianco a combattere».
A 72 ore dall'esordio con Milano, ci si accorge che la squadra è quasi da rifare, con Meek tagliato e 2 giocatori appena presi. Ma non l'aveva fatta lei questa squadra?
«Certo, e non ho mai pensato di rinnegare le mie scelte. Quello che non ho scelto è che Monroe si infortunasse dopo pochi giorni di ritiro, e nemmeno che per questioni di attimi ci soffiassero Mazique o che Attruia decidesse per un'altra strada. Ma per fortuna la società è quanto mai presente, quindi bisogna avere fiducia. La stagione non è iniziata, come può essere già da buttare via»?
Giorgio Pomponi