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Pallacanestro Trieste, bella senz’anima

Dopo la stentata vittoria di martedì sera Pancotto ammette: «Ci serve tempo»

TRIESTE - Bella solo a metà la pallacanestro Trieste che martedì sera si è presentata ai suoi tifosi vincendo 81-78 l'amichevole contro gli Skyliners Francoforte. Una squadra capace di disputare un primo tempo abulico, tenuta in vita dal talento e dalle invenzioni del solo Erdmann e, al contrario, di cambiare completamente il suo volto nella seconda parte di gara rimontando un passivo fattosi pesante grazie a una ritrovata efficienza difensiva. Un inversione di rotta che ha consentito a Trieste di portare a casa un successo che, se non vale i due punti, è da considerare importante quantomeno a livello emotivo. Sulla prestazione della formazione di Pancotto resta comunque qualche punto interrogativo. Dubbi espressi dai tifosi, vip e meno vip, nell'intervallo tra il primo e secondo tempo della partita. "Speriamo che Pancotto, avendo visto tra il pubblico l'osservatore della Fortitudo, abbia deciso di nascondere la squadra cambiando gli schemi all'ultimo minuto". Solamente una battuta, in grado però di evidenziare le perplessità che la pallacanestro Trieste ha lasciato nel corso della partita. A quattro giorni dall'esordio in campionato contro la Skipper c'è ancora tanto bisogno di lavorare. Per crescere e trovare continuità di rendimento. Un concetto espresso anche da Pancotto al termine della partita. "Come sempre in questo precampionato- il commento del tecnico triestino sul sito ufficiale della società- abbiamo fatto cose egregie e cose meno buone. Forse c'è stato un approccio sbagliato alla partita, abbiamo preso l'amichevole con Francoforte come un'esibizione e non come una partita vera. Di positivo c'è che dopo un primo tempo disputato sottotono siamo riusciti a rovesciare l'inerzia della gara riprendendone le redini e portando a casa il successo. Un cambio di mentalità importante che dimostra la solidità di questo gruppo. In questo momento abbiamo grande necessità di lavorare tutti assieme. Dateci due settimane di tempo per crescere". Pancotto non vuole parlare dei singoli, analizza solamente la differenza tra i vecchi e i nuovi arrivati. "I giocatori che ci portiamo dietro dalla passata stagione sono ormai una sicurezza. Tra i nuovi, Kelecevic, Sy e Camata sono quelli più pronti perchè parlano lo stesso tipo di linguaggio cestistico". Pancotto, come sua consuetudine, non vuol parlare di singoli anche se, implicitamente, riconosce che in questo momento Roberson rappresenta il giocatore maggiormente in difficoltà. Terrance ha evidentemente ancora bisogno di tempo per capire il tipo di basket che si gioca in Italia e quale dovrà essere il suo ruolo nella squadra. E in questo lavoro di ambientamento, l'ala di Saginaw ha trovato un prezioso aiuto nel connazionale Erdmann che in questi giorni sta svolgendo con abnegazione il ruolo di "fratello maggiore".
Un compito che Nate sta svolgendo con particolare impegno come si è visto anche martedì sera nel corso della gara contro gli Skyliners. "Roberson è in Italia da sole due settimane- ha spiegato Erdmann- e in questo momento ha solo bisogno di tempo per capire quello che ci si aspetta da lui. Lo stesso è capitato a me: quando arrivai a Biella mi ci volle un mese per ambientarmi".
Lorenzo Gatto
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