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Mabo, il sogno dei playoff

Banchi: il vero obiettivo è la salvezza, ma io ci credo

Luca Banchi, ancora 3 giorni e comincerà il secondo campionato di Livorno in A1. Come sta la Mabo?
«Bene,
grazie. Situazioni di emergenza non ce ne sono. Il lavoro è stato svolto secondo quelli che erano i programmi, la preparazione è stata completata, siamo pronti per affrontare Udine».
É sembrata un'estate meno travagliata di quella dell'anno scorso, quando mancava Parente, quando Watkins fu costretto a fermarsi per quel maledetto colpo all'occhio, quando Elliott doveva ancora calarsi sul pianeta basket italiano...
«Meno travagliata? Può darsi. Sicuramente non è stata un'estate facile. Elliott è arrivato in ritardo, Giachetti ha ricominciato ad allenarsi solo martedì, in più c'è un Parente che rientra in pista dopo un brutto infortunio. Il fatto che abbiamo avuto la capacità di minimizzare questi problemi è merito della nostra organizzazione e di una accresciuta maturità. Però non è stata proprio un'estate facile».
A proposito di Giachetti, a che punto è il suo recupero?
«Martedì ha svolto un lavoro parziale, pian piano il carico aumenterà. Sono soddisfatto di come sta reagendo. Non dimentichiamoci che proviene da un lungo stop. Ci vorrà un mese perchè torni competitivo».
E in questo tempo adotterai soluzioni tattiche particolari tra gli esterni?
«Particolari no, però Mc Leod inizialmente avrà un ruolo da playmaker che poi, col recupero di Parente e Giachetti, perderà, spostandosi in posizione di guardia».
Però durante la pre-season il ragazzo dell'Ohio ha dimostrato di saper giocare meglio come portatore di palla...
«Beh, io credo che sia Parente, sia Giachetti riusciranno a convivere bene con un esterno come Keith, e a me non dispiace affatto l'idea di avere una guardia capace di affiancare i nostri portatori di palla anche nella conduzione del gioco. Vedrete che sarà una bella combinazione tattica».
Sempre su Mc Leod. É stato firmato dopo che Simon ha detto no. É sbagliato considerarlo una soluzione di ripiego?
«Certamente. Lui è rimasto perchè ci ha convinto. Diciamo che si sono anche create situazioni che ci hanno permesso di valutarlo meglio e di convincerci, come il protrarsi dell'infortunio a Giachetti e il dover utilizzare Keith come play, ruolo in cui ha risposto molto bene. Simon? Noi ce l'abbiamo messa tutta per riportarlo a Livorno. Ma lui aveva la testa altrove».
Che cosa ha in più questa Mabo rispetto a quella dell'anno scorso e che cosa in meno?
«Intanto ha una maggiore conoscenza reciproca tra giocatori e tra giocatori e allenatore. Si porta in dote un anno sofferto, difficile, ma anche forgiante: é cresciuta insomma a livello di maturità e di gruppo. E poi ha la consapevolezza che un giocatore come Santarossa che l'anno scorso proveniva da una stagione deludente di A2, nel primo anno di A1 ha mostrato gli artigli e ora potrà consacrarsi, che Giachetti e Garri possono essere protagonisti anche in A1 (e per tenerci Garri abbiamo sacrificato uno straniero), che Elliott adesso è un punto di riferimento. Che cosa abbiamo in meno? Il numero degli americani, ma non credo sia un aspetto negativo».
Non manca anche un talento macina-punti come era Conley?
«Non c'è Conley, ma sono cresciute le responsabilità di tutti. Il gruppo è più maturo. E poi Santarossa da un ruolo che poteva essere marginale, quest'anno ne avrà uno dominante. Per lui non dovrà essere l'anno dell'esplosione, ma della consacrazione. Walter è giovane, ma non più giovanissimo. Ha debuttato in A2 con me sei anni fa. Quando hai 4 campionati di A2 alle spalle e uno di A1 non puoi trincerarti dietro l'età. Il ruolo importante che ha ora, l'ha avuto solo il secondo anno di Bini Viaggi, quando andò via Silvio Gigena. Tocca a lui dimostrare di meritarselo».
Facciamo un altro nome: chi sarà il giocatore in più della Mabo?
«Marco Sambugaro: avrà un innalzamento di rendimento che in pochi si immaginano».
L'obiettivo dichiarato della società è far meglio dell'anno scorso: si può tradurre con playoff?
«Playoff per noi si traduce con la parola sogno. Un sogno in cui credo, alla luce delle indicazioni che sto ricavando, ma sempre un sogno. Il nostro vero obiettivo tuttavia resta la salvezza».
Giulio Corsi
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