MILANO - A due giorni dall'inizio del campionato la Lombardia torna a guardare con ottimismo al futuro. Dopo anni non propriamente esaltanti, se si esclude la scorsa stagione dell'Oregon, Cantù, Varese e Milano sembrano attrezzate per un torneo da protagonista.
CANTU' - E' stata la rivelazione dell'anno scorso. "Ripetersi non sarà facile", continua a ripetere coach Sacripanti, forse più per scaramanzia che per convinzione (clicca a destra della foto per vedere la video intervista). La società brianzola è infatti riuscita a confermare quattro elementi importanti della scorsa stagione: Mc Cullough, Thornton, Hines e Stonerook. Se ne sono andati Antonello Riva e Lindeman. Ma sono arrivati il centro svedese Fredrik Jonzen ("E' più leggero e mobile di Lindeman", dice di lui Sacripanti), Cristiano Fazzi da Imola e l'ala Phillip Jones ("ci darà punti dalla panchina"), protagonista al Mondiale con la Nuova Zelanda. Sulla carta l'Oregon ha le carte in regola per ripetersi, anche se mancherà il fattore sorpresa.
VARESE - La Metis promette spettacolo, anche se può sembrare un paradosso nel primo anno senza la bandiera Pozzecco. Ma a sostituirlo c'è Rusty La Rue, tre stagioni ai Chicago Bulls, l'anno scorso agli Utah Jazz, un play capace di giocare anche numero 2, grande agonista, uscito da Wake Forest. Al suo fianco, dopo le delusioni bolognesi, torna Andrea Meneghin, l'artefice con il Poz dell'ultimo scudetto di Varese. Beugnot potrebbe decidere di utilizzarlo anche play, spostando La Rue nel ruolo di guardia. Nel roster c'è anche un altro play americano, McCormack. Infine, all'ala piccola, un altro straordinario realizzatore, quel Boris Gorenc, grande protagonista l'anno scorso a Siena. Beugnot avrà l'arduo compito di ricavare anche un po' di gioco difensivo da un trio che in attacco dovrebbe fare sfracelli. Sotto canestro ci sarà un altro elemento da tenere d'occhio, Shawnelle Scott, centro americano di 30 anni, varie esperienze nella Nba (Cleveland, Utah, San Antonio), gran rimbalzista, ottimo difensore, mediocre dalla lunetta. Completano un roster di tutto rispetto gli argentini Marin e Osella e i confermati Conti, Vescovi, Di Giuliomaria e Zanus Forte.
MILANO - Passata la bufera della gestione Caputo-Bryant, risanati i conti con Tacchini, la società più blasonata d'Italia è finita nelle mani di Corbelli e Gino Natali, che si sono messi subito al lavoro per ridare dignità a una nobile decaduta. E l'hanno fatto senza correre rischi, costruendo un roster fatto di giocatori esperti e di vecchie conoscenze del pubblico milanese, il tutto nelle mani di un tecnico, Attilio Caja, che fa della velocità e dello spettacolo il suo marchio di fabbrica. Risultato? Finalmente un po' di entusiasmo tra i tifosi e grandi aspettative per il campionato che verrà. Milano ha riconfermato il solo Martin Rancik e ha ingaggiato una pattuglia di esperti italiani tra i quali spicca il nome di Claudio Coldebella. Gli altri sono Alberti, Ferroni, Vanuzzo e il giovane Gallea. Ma la stella della squadra sarà senz'altro Hugo Sconochini, vice-campione del mondo ai Mondiali con la sua Argentina, un giocatore che in passato ha lasciato un segno nella piazza milanese. Un altro cavallo di ritorno gradito dalla tifoseria è Warren Kidd. Completa il roster il play Duane Simpkins, subito confermato dopo un periodo di prova. Resta l'incognita di Garnett, infortunatosi. L'Olimpia rischia di essersi bruciata un extracomunitario senza averlo potuto utilizzare.
Paolo Avanti
CANTU' - E' stata la rivelazione dell'anno scorso. "Ripetersi non sarà facile", continua a ripetere coach Sacripanti, forse più per scaramanzia che per convinzione (clicca a destra della foto per vedere la video intervista). La società brianzola è infatti riuscita a confermare quattro elementi importanti della scorsa stagione: Mc Cullough, Thornton, Hines e Stonerook. Se ne sono andati Antonello Riva e Lindeman. Ma sono arrivati il centro svedese Fredrik Jonzen ("E' più leggero e mobile di Lindeman", dice di lui Sacripanti), Cristiano Fazzi da Imola e l'ala Phillip Jones ("ci darà punti dalla panchina"), protagonista al Mondiale con la Nuova Zelanda. Sulla carta l'Oregon ha le carte in regola per ripetersi, anche se mancherà il fattore sorpresa.
VARESE - La Metis promette spettacolo, anche se può sembrare un paradosso nel primo anno senza la bandiera Pozzecco. Ma a sostituirlo c'è Rusty La Rue, tre stagioni ai Chicago Bulls, l'anno scorso agli Utah Jazz, un play capace di giocare anche numero 2, grande agonista, uscito da Wake Forest. Al suo fianco, dopo le delusioni bolognesi, torna Andrea Meneghin, l'artefice con il Poz dell'ultimo scudetto di Varese. Beugnot potrebbe decidere di utilizzarlo anche play, spostando La Rue nel ruolo di guardia. Nel roster c'è anche un altro play americano, McCormack. Infine, all'ala piccola, un altro straordinario realizzatore, quel Boris Gorenc, grande protagonista l'anno scorso a Siena. Beugnot avrà l'arduo compito di ricavare anche un po' di gioco difensivo da un trio che in attacco dovrebbe fare sfracelli. Sotto canestro ci sarà un altro elemento da tenere d'occhio, Shawnelle Scott, centro americano di 30 anni, varie esperienze nella Nba (Cleveland, Utah, San Antonio), gran rimbalzista, ottimo difensore, mediocre dalla lunetta. Completano un roster di tutto rispetto gli argentini Marin e Osella e i confermati Conti, Vescovi, Di Giuliomaria e Zanus Forte.
MILANO - Passata la bufera della gestione Caputo-Bryant, risanati i conti con Tacchini, la società più blasonata d'Italia è finita nelle mani di Corbelli e Gino Natali, che si sono messi subito al lavoro per ridare dignità a una nobile decaduta. E l'hanno fatto senza correre rischi, costruendo un roster fatto di giocatori esperti e di vecchie conoscenze del pubblico milanese, il tutto nelle mani di un tecnico, Attilio Caja, che fa della velocità e dello spettacolo il suo marchio di fabbrica. Risultato? Finalmente un po' di entusiasmo tra i tifosi e grandi aspettative per il campionato che verrà. Milano ha riconfermato il solo Martin Rancik e ha ingaggiato una pattuglia di esperti italiani tra i quali spicca il nome di Claudio Coldebella. Gli altri sono Alberti, Ferroni, Vanuzzo e il giovane Gallea. Ma la stella della squadra sarà senz'altro Hugo Sconochini, vice-campione del mondo ai Mondiali con la sua Argentina, un giocatore che in passato ha lasciato un segno nella piazza milanese. Un altro cavallo di ritorno gradito dalla tifoseria è Warren Kidd. Completa il roster il play Duane Simpkins, subito confermato dopo un periodo di prova. Resta l'incognita di Garnett, infortunatosi. L'Olimpia rischia di essersi bruciata un extracomunitario senza averlo potuto utilizzare.
Paolo Avanti