MILANO — L'ultima volta, una bella manciata di anni fa, la madrina della stagione era Paola Barale e la foto di gruppo risultava niente male. Ora, la «perestroika» di Corbelli - che un po' assomiglia, baffi a parte, al premier Gorbaciov - e la nuova voglia di comunicare che si respira in via Caltanissetta, hanno regalato alla città e ai tifosi una presentazione della squadra in pompa magna. Invece di Paola Barale si ammira la splendida moglie di Martin Rancik e il ruolo dell'ospite d'onore lo fa Paolo Maldini, amico, dice lui, del team manager Marco Baldi ma anche tifoso di basket e dell'Olimpia.
Ospiti e bellezze a parte, da vedere c'è la squadra, schierata come un regimento di corazzieri attorno al tavolo della dirigenza. In alto scorrono le immagini della pubblicità per la campagna abbonamenti, con lo slogan «Non mollare mai» mutuato dai cori della curva. Appena sotto si fanno saluti, ringraziamenti e promesse.
«Ho accettato questa sfida - esordisce il presidente Corbelli - per passione e amore per il basket. Siamo partiti in ritardo ma abbiamo cercato subito di recuperare. Abbiamo costruito una squadra in tempi record, come molto velocemente abbiamo riorganizzato la società. Adesso cerchiamo le vittorie, il calore del pubblico, una mano dalle istituzioni e uno sponsor».
Difficile da risolvere la questione dei quattrini. L'assessore Gallea, che porta i saluti del sindaco e del «padrone» dello Sport in Comune, l'assessore Aldo Brandirali, assente per impegni all'estero, garantisce la vicinanza delle istituzioni che però «non possono finanziare le squadre che devono tenere alto l'onore e l'eccellenza di Milano. L'Amministrazione crede nell'Olimpia e nel basket». Tutti sperano che oltre a crederci metta, anche indirettamentre, mano al portafoglio.
Prima della presentazioni dei giocatori, la parola alle vecchie glorie. Cesare Rubini, Dan Peterson fino a Sandro Gamba, come al solito il più schietto: «Spero che questa squadra torni a farci divertire. Da qualche anno alle partite mi veniva da piangere». Già, la squadra. Il gruppo, vestito in polo rosse, appare tonico e in perfetta forma per la «prima» di domenica a Roseto. Peccato per l'assenza di Garnett, un bel problema per Claudio Coldebella: «In allenamento avevamo già capito le sue potenzialità. È forte, niente da dire. Lo aspettiamo, con lui saremo super». Per dimenticare Marlon, via ai brindisi e agli abbracci con i tifosi, anche loro invitati alla festa.
Maurizio Trezzi
Ospiti e bellezze a parte, da vedere c'è la squadra, schierata come un regimento di corazzieri attorno al tavolo della dirigenza. In alto scorrono le immagini della pubblicità per la campagna abbonamenti, con lo slogan «Non mollare mai» mutuato dai cori della curva. Appena sotto si fanno saluti, ringraziamenti e promesse.
«Ho accettato questa sfida - esordisce il presidente Corbelli - per passione e amore per il basket. Siamo partiti in ritardo ma abbiamo cercato subito di recuperare. Abbiamo costruito una squadra in tempi record, come molto velocemente abbiamo riorganizzato la società. Adesso cerchiamo le vittorie, il calore del pubblico, una mano dalle istituzioni e uno sponsor».
Difficile da risolvere la questione dei quattrini. L'assessore Gallea, che porta i saluti del sindaco e del «padrone» dello Sport in Comune, l'assessore Aldo Brandirali, assente per impegni all'estero, garantisce la vicinanza delle istituzioni che però «non possono finanziare le squadre che devono tenere alto l'onore e l'eccellenza di Milano. L'Amministrazione crede nell'Olimpia e nel basket». Tutti sperano che oltre a crederci metta, anche indirettamentre, mano al portafoglio.
Prima della presentazioni dei giocatori, la parola alle vecchie glorie. Cesare Rubini, Dan Peterson fino a Sandro Gamba, come al solito il più schietto: «Spero che questa squadra torni a farci divertire. Da qualche anno alle partite mi veniva da piangere». Già, la squadra. Il gruppo, vestito in polo rosse, appare tonico e in perfetta forma per la «prima» di domenica a Roseto. Peccato per l'assenza di Garnett, un bel problema per Claudio Coldebella: «In allenamento avevamo già capito le sue potenzialità. È forte, niente da dire. Lo aspettiamo, con lui saremo super». Per dimenticare Marlon, via ai brindisi e agli abbracci con i tifosi, anche loro invitati alla festa.
Maurizio Trezzi