La prima tappa udinese di Walter Szczerbiak, vent’anni dopo, è stata ieri al Carnera. Accompagnato dalla moglie Marylin («è stata lei, che torna per la prima volta in Friuli, a darmi una spinta in più per fare il viaggio»), l’ala tiratrice della Tropic 1980-’81 e 1981-’82, in serie A2, per prima cosa ha ripreso confidenza con il palasport suo per due stagioni, dopo i fasti madrileni, appena giunto dall’aeroporto di Tessera.
Domani, alle 20.30, sarà l’unica delle stelle della partita del cuore Snaidero graffiti - Real Madrid veteranos baloncesto a giocare con entrambe le maglie in favore dell’associazione Comunità del Melograno (biglietto 5 euro prezzo unico).
Walter, 53 anni, residente a Cold Spring Harbor sobborgo di New York, in Spagna è tuttora un’istituzione. Con il Real, in sette stagioni precedenti alle due a Udine, ha vinto per quattro anni di fila il campionato, perso con giallo appena passato a fare lo straniero di coppa a Madrid. Altre tre annate in cui ha aggiunto coppe dei Campioni, tre in tutto, e Intercontinentali, pure tre, al suo curriculum di star americana dei madridisti.
È così ancora nel basket come rappresentate in Usa della Liga Acb, per la quale fa scouting e video di gare universitarie e professionistiche. Assiste i club della lega spagnola nei contatti con gli agenti americani ed è consigliere del presidente dell’Acb, Eduardo Portela.
Il monumento del basket spagnolo, con trascorsi professionistici nell’Aba, non disdegna Udine dov’era già ripassato dieci anni fa, andando al McDonald Open a Roma e facendo tappa a casa dell’amico Nicola Larocca, dirigente dell’epoca e «zio Nicola» ricordano gli Szczerbiak per loro figlio Wally. Ora 25enne ala dei Minnesota Timberwolves da tre stagioni nella Nba, a Udine, dai 3 ai 5 anni, ha frequentato l’asilo delle suore di Santa Maria al Tempio.
«Degli anni Tropic dell’altro amico Flavio Pressacco – dice Walter – ho bei ricordi. In squadra c’era un buon ambiente, con Gigi Cagnazzo (che ritroverà domani, ndr) molto gentile con me. Il primo anno l’altro americano era Cummings, che ora fa l’agente di borsa e ho rivisto quando Wally faceva la Ncaa con Miami. La seconda stagione potevamo essere promossi, ma mi sono infortunato e nella seconda fase accanto a Lingenfelter è arrivato Brandon. La promozione, purtroppo, è sfumata e io temevo di avere chiuso la carriera. Invece, poi ho fatto un’altra annata alle Canarie».
«Udine mi piaceva – dice ancora Walter – ricordo i vicini di casa, i Martinis, in viale Cadore. Wally (che nel 2000 ha fatto l’All star game dei freshmen Nba e nel 2001 quello dei sophomore risultando l’Mvp, ndr) andava all’asilo con il grembiulino. Ora mi ha superato, anche se tre mesi fa stava per rimetterci 50 mila dollari: mi ha sfidato a schiacciare e non me li ha pagati solo perché ci sono riuscito al terzo, non al primo tentativo. Sono emozionato a essere qua con mia moglie Marylin (Wally li renderà nonni a marzo, ndr), Giampiero Savio è stato bravo a organizzare l’incontro. Giocando con entrambe le squadre, comunque vincerò: il problema sarà farsi tutto il campo, sarebbe meglio giocare sul lato corto».
Val.Mo.
Domani, alle 20.30, sarà l’unica delle stelle della partita del cuore Snaidero graffiti - Real Madrid veteranos baloncesto a giocare con entrambe le maglie in favore dell’associazione Comunità del Melograno (biglietto 5 euro prezzo unico).
Walter, 53 anni, residente a Cold Spring Harbor sobborgo di New York, in Spagna è tuttora un’istituzione. Con il Real, in sette stagioni precedenti alle due a Udine, ha vinto per quattro anni di fila il campionato, perso con giallo appena passato a fare lo straniero di coppa a Madrid. Altre tre annate in cui ha aggiunto coppe dei Campioni, tre in tutto, e Intercontinentali, pure tre, al suo curriculum di star americana dei madridisti.
È così ancora nel basket come rappresentate in Usa della Liga Acb, per la quale fa scouting e video di gare universitarie e professionistiche. Assiste i club della lega spagnola nei contatti con gli agenti americani ed è consigliere del presidente dell’Acb, Eduardo Portela.
Il monumento del basket spagnolo, con trascorsi professionistici nell’Aba, non disdegna Udine dov’era già ripassato dieci anni fa, andando al McDonald Open a Roma e facendo tappa a casa dell’amico Nicola Larocca, dirigente dell’epoca e «zio Nicola» ricordano gli Szczerbiak per loro figlio Wally. Ora 25enne ala dei Minnesota Timberwolves da tre stagioni nella Nba, a Udine, dai 3 ai 5 anni, ha frequentato l’asilo delle suore di Santa Maria al Tempio.
«Degli anni Tropic dell’altro amico Flavio Pressacco – dice Walter – ho bei ricordi. In squadra c’era un buon ambiente, con Gigi Cagnazzo (che ritroverà domani, ndr) molto gentile con me. Il primo anno l’altro americano era Cummings, che ora fa l’agente di borsa e ho rivisto quando Wally faceva la Ncaa con Miami. La seconda stagione potevamo essere promossi, ma mi sono infortunato e nella seconda fase accanto a Lingenfelter è arrivato Brandon. La promozione, purtroppo, è sfumata e io temevo di avere chiuso la carriera. Invece, poi ho fatto un’altra annata alle Canarie».
«Udine mi piaceva – dice ancora Walter – ricordo i vicini di casa, i Martinis, in viale Cadore. Wally (che nel 2000 ha fatto l’All star game dei freshmen Nba e nel 2001 quello dei sophomore risultando l’Mvp, ndr) andava all’asilo con il grembiulino. Ora mi ha superato, anche se tre mesi fa stava per rimetterci 50 mila dollari: mi ha sfidato a schiacciare e non me li ha pagati solo perché ci sono riuscito al terzo, non al primo tentativo. Sono emozionato a essere qua con mia moglie Marylin (Wally li renderà nonni a marzo, ndr), Giampiero Savio è stato bravo a organizzare l’incontro. Giocando con entrambe le squadre, comunque vincerò: il problema sarà farsi tutto il campo, sarebbe meglio giocare sul lato corto».
Val.Mo.