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Crespi, aspettiamo a giudicare Bologna

PESARO – Il basket come metafora della vita. Non è il primo, né sarà l’ultimo, di certo Marco Crespi è uno di quei personaggi di cui la Pesaro cestistica va avidamente ghiotta. Parla a ruota libera e lo farebbe per ore, fino a perdere la voce. E –anche senza voce– troverebbe il modo di comunicare, di descrivere, di raccontare la sua visione dello sport di cui è un valido rappresentante. Sa di essere l’uomo giusto per Pesaro e sa che era proprio sull’Adriatico che aveva bisogno di approdare. E’ infaticabile nel lavoro e pirotecnico nelle emozioni, ma è anche equilibrato, come si addice alle persone intelligenti.
In molti indicano la Scavolini come possibile sorpresa del campionato, in contropiede rispetto alla prima palla a due… «Se mi chiedete chi sarà – per me – la sorpresa, non saprei cosa rispondere. Io non faccio dei titoli, non mi sembra corretto. E poi cosa vuol dire? Arrivare decimi giocando in un certo modo (buono) è peggio che piazzarsi sesti con Pecile che gioca da schifo?». Non gli piace fare le carte al campionato, ma non si fa pregare per tracciare il suo personale grafico di sensazioni. «Da parte di tutti, a livello economico, non ci sono state follie ed è già significativo per il nostro basket e per noi allenatori, che possiamo lavorare con i giocatori senza essere schiavi dei loro contratti. E’ difficile parlare delle novità, è la terza stagione con la regola dei 24" e tutti si sono assuefatti al ritmo più alto, ai cambi sistematici in difesa… Una delle poche cose che si imparano dalla Nba, è che è giusto che giochi spalle a canestro l’uomo più pericoloso, piuttosto che il numero cinque. Nella Benetton dello scorso anno, ad esempio, Nicola e Garbajosa erano grandi tiratori da tre punti e in post basso giocavano Nachbar e Pittis. L’area non è più territorio dei lunghi. Siena ha la lista di giocatori con più talento, mentre le due bolognesi – pur non avendo fatto le pazzie degli anni precedenti – hanno speso e costruito squadre forti. Aspettiamo a dire che Bologna non comanda più, è solo che non ha più un budget così distaccato rispetto ad altre. Squadre deboli non ne vedo, ci sono tante formazioni che hanno cambiato pelle». Il coach ci tiene a ribadire che – in ogni caso – non è la moneta l’unica attrattiva per i giocatori… «Booker è rimasto sempre qui, nonostante le offerte molto alte… Vorrà pur dire qualcosa, no?». La mente corre veloce e sul cammino biancorosso si piazza il colosso Siena, che domani battezzerà la nuova versione del Bpa Palas… «Al computer, gli accoppiamenti non ci lasciano nessuna possibilità di vittoria. Ma – visto che non si gioca con il computer – non c’è la certezza matematica che la Montepaschi passerà. Ci sono tante squadre più forti di noi, dobbiamo avere voglia di sfidarle e batterle». Pensierino finale sull’Eurolega che non abita più a Pesaro: «Di Coppa Europea ce n’è una – conclude il migliore amico di Flavio Tranquillo – le altre non fagocitano alcun interesse positivo per le società».
Cam.Ca.
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