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Oggi parte l'81' campionato

Via al basket dell´austerity meno star e più incertezza

LONTANO dallo sfacelo spettacolare del calcio, perché anche in questo vige il rapporto di uno a dieci, eppure gonfio di debiti e spaventato dai fantasmi, se il pubblico cala da tre anni e ancora non hanno sponsor la magna Virtus Bologna, Milano e Roma, il basket apre oggi il suo 81° campionato. Non ha dissipato, come il fratellone maggiore, la cassa del tesoro dei diritti televisivi: semplicemente perché non è mai arrivato a dissotterrarla. La sua Lega ha firmato con la Rai a poco più di 100 mila euro: senza evocare i famigerati 10 miliardi di De Michelis (dieci anni fa), siamo all´obolo barattato con la cosiddetta visibilità, ossia il ritorno, dalla clandestinità del satellite, al 'chiaro´ del sabato pomeriggio. Un tempo solo, però, alle 18: si parte oggi con Pesaro-Siena, e la novità sarà vedere tre arbitri anziché due.
Abituato a prendersi le misure su Bologna, da un decennio capitale dei canestri, per i suoi slanci ed anche i suoi sprechi, l´Italbasket la scopre oggi, improvvisamente, non favorita, e questo è già un termometro dei malanni generali. Un´estate fa, la Virtus Kinder del Grande Slam chiudeva il bilancio con un fatturato di 37 miliardi e un debito di 11. Splendida, ma in rosso. E poco sotto queste cifre, con lo scorno aggiuntivo di non vincere nulla, navigava la Fortitudo. Ora, coi giocatori appena partiti da entrambe, si farebbe un quintetto per vincere l´Eurolega (Jaric-Meneghin-Ginobili-Fucka-Griffith), mentre in città s´infittiscono segnali grigi. La Virtus non ha sponsor e non ufficializza un dato degli abbonamenti che, ora sotto le tremila tessere, si profila come il peggiore degli ultimi trent´anni, anche se la diaspora è figlia non solo della recessione, ma pure d´una sorta di bocciatura 'elettorale´ spedita dalla piazza al club che ha rotto con le icone Messina e Brunamonti e costruito avventurosamente la nuova squadra. Così, perfino il ritorno in Italia di un grande personaggio come Tanjevic è stato percepito come un tampone sul sanguinoso divorzio da Messina. Sulla riva opposta, la Fortitudo dichiara un budget sui 5 milioni di euro e presenta un gruppo tutto da pesare, dismessi due pezzi del quintetto azzurro: Fucka al Barcellona, per non pagargli più un salario fuori mercato, Meneghin a Varese, un ritorno a casa a prezzi di saldo.
Se la capitale rifiata, dà segnali più forti la provincia. In pole position per lo scudetto c´è la Benetton rinforzata da Messina, per la prima volta via da Bologna dopo vent´anni, esclusi i 4 di nazionale e le 48 ore di licenziamento alle idi di marzo. Treviso è sana, ma rivincere è la cosa più complicata, se nessuno s´è mai ripetuto, l´anno dopo lo scudetto, dopo le tripletta ´93-´94-´95 della Virtus. Accanto alla Benetton è spuntata Siena, la più brillante sul mercato, poi si sono ripigliate Roma e Milano (non ancora da titolo), ed è riapparsa Napoli. Le grandi città servono sempre. A proposito di mercato, è stato nuovo pure quello: dopo la deregulation selvaggia d´un anno fa, con americani in quotidiana transumanza fino all´indecenza, s´è ora caduti nell´eccesso opposto. Le squadre si son fatte col manuale Cencelli, di cara, democristiana memoria: dentro non più di 4 extracomunitari e non meno di 3 italiani, e dunque, dato il totale 10, 3 comunitari tondi. Miscelare un gruppo giusto era una volta un affare di ruoli e al massimo caratteri. Ora, anche di passaporti.
L´incertezza del torneo dovrebbe compensare un livello meno alto: i migliori sono andati via (o non sono venuti) attratti da una Nba sempre più vorace, forse perché a sua volta povera di fenomeni. Il giocatore italiano sarebbe ormai materia per il Wwf, perché pochi ne nascono e la nazionale che quest´anno ha saltato i Mondiali di Indianapolis andrà nel 2003 all´Europeo svedese schierando i più forti senza chiedergli l´età: e cioè Myers, Fucka e Abbio 32 anni, Pittis 35, Pozzecco 31, Chiacig 29. Il nodo sarebbe costruire giocatori, ma i vivai sono stati abbandonati col passaggio al professionismo, pensando di poter importare tutti gli attori del circo, acrobati e giocolieri, domatori e clown. Se il circo ha ancora salute si vedrà viaggiando. Da oggi alza i tendoni.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica
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