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Moltedo scommette sul Roseto

L'uruguaiano pronto all'esordio: «Non soffro l'ombra di Boni»

ROSETO. Del sudamericano gli è rimasto l'incedere ciondolante e la cadenza dolce di alcune consonanti. Per il resto Juan Manuel Moltedo, uruguaiano di Montevideo da quasi 12 anni in Italia (venne portato dalla Virtus Roma che era ancora in età juniores) è ormai un "paisà" a tutti gli effetti. Ingaggiato dal patron Amadio dietro specifica richiesta del coach Phil Melillo, fino a questo momento Moltedo non è riuscito a mettersi in mostra per quello che vale.
«Ho avuto qualche problema che ancora mi trascino dietro, ma quando sarò al 100% potrò aiutare la squadra come so di poter fare».
Cosa manca in questo momento a Moltedo per essere Moltedo?
«Mi manca un po' il fiato e ho questo problema alla gamba che non mi ha consentito di allenarmi al meglio e con continuità. Mi mancano le mie "realizzate" (i tiri che normalmente effettua al termine della seduta di allenamento, ndc.), ma credo di essere già in grado di dare il mio contributo».
Essere nel ruolo di Boni le dà fastidio?
«No, perché io sono un giocatore diverso e il mio compito non è far dimenticare Mario. Questa è una squadra che ha giocatori più capaci di me a fare canestro, Monroe e Radosevic sono stati entrambi capocannonieri, per esempio. Io dovrò essere bravo a fare le cose che so fare e a dare un aiuto consistente anche in difesa».
In tal senso Melillo la conosce bene, dal momento che avete vinto assieme
uno splendido campionato di A2 ai tempi di Forlì.
«Direi proprio di sì, lui sa cosa posso dare io alla squadra e conosce le mie caratteristiche e io so benissimo quale è la sua idea di pallacanestro. Siamo in sintonia».
Come arriva la squadra all'esordio di domani con Milano?
«Carica emotivamente e desiderosa di vincere e iniziare bene questo lungo cammino, ma anche in ritardo perché ci troviamo a inserire tre giocatori nuovi (Milic sarà in campo domani mentre per Radosevic, che è già arrivato, e Davis, atteso tra domani e lunedì, bisognerà rimandare il debutto a giovedì nella gara di Bologna con la Skipper, ndc.) e il coach deve pressoché ricominciare da capo. Bisogna avere un po' di pazienza per vedere la squadra al meglio, in tal senso chiediamo un grosso aiuto al pubblico».
Come le sembra la squadra alla luce degli ultimi cambiamenti?
«Io non ho dubbi: è una buona squadra».
E l'ambiente che impressione le ha fatto?
«Per quanto i colleghi che ci hanno giocato cerchino di descrivertela, l'atmosfera di Roseto è particolare: qui non si respira aria di mare, c'è la pallacanestro nell'aria».
Si comincia con tre impegni in una settimana e, soprattutto, con la nuova Milano.
«Tanto per cominciare pensiamo a Milano che mi sembra abbia lavorato bene sul mercato prendendo Sconochini e Kidd, e ha un allenatore che io stimo molto che è Caja. Lui è uno molto votato al lavoro che in preparazione fa lavorare sodo e speriamo, in tal senso, di trovarci di fronte una squadra un po' imballata. So che anche loro hanno avuto dei problemi come l'infortunio di Garnett, ma sono sicuramente più avanti di noi in quanto ad amalgama. Non sarà facile ma giochiamo a casa nostra, e se dovessi giocare la schedina scriverei "uno", poi si può vincere o perdere, l'importante è non avere rimpianti, mai».
Abbonamenti. La campagna abbonamenti dell'Euro Roseto si è conclusa con un quota di poco superiore alle 1.100 tessere vendute, un incremento di circa il 40% rispetto alla passata stagione.
Anticipo. Oggi si gioca Scavolini Pesaro-Montepaschi Siena, anticipo della 1ª giornata di serie A1.
Giorgio Pomponi
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