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Campionato: la Benetton in pole

La novità dei tre arbitri. Meneghin: «Meno gioco sporco e le difese saranno più corrette»

ROMA - Se c'è una «cosa bella» nel campionato di basket è che «si è spostato dall'asse bolognese. L'importante adesso è che non faccia Bologna-Treviso, Treviso-Bologna andata e ritorno». La battuta è di Dino Meneghin, alla vigilia del via ufficiale della nuova serie A, con l'anticipo oggi tra Scavolini e Monte Paschi, con Marcaccini (conteso con Roma) che potrebbe giocare da deferito e in odore di squalifica.
Un campionato dove tecnicamente molte sono le novità, a cominciare dai tre arbitri. Ma non solo. C'è il campionato ridotto a 18 squadre, dopo il fallimento di Verona; le difficoltà economiche che comunque restano, tanto che molte squadre (una su tutti, la Virtus Bologna) sono ancora senza sponsor; il ritorno del basket in televisione in chiaro (ma solo degli ultimi due tempi (a cominciare dalla diretta di oggi, Scavolini-Monte Paschi); infine l'obbligo di impiego al massimo di cinque extracomunitari.
C'è chi ha cambiato tantissimo (come Pesaro, Milano, la stessa Bologna sponda Virtus), chi in pratica molto poco, come i campioni della Benetton. «È sicuramente la squadra favorita n.1 per lo scudetto - dice Meneghin - poi ci sono le due bolognesi e Siena. I toscani hanno fatto grandissimi acquisti e personalmente spero che possano servire a portare allo scudetto». Tantissimi i giocatori nuovi (Langdon e Nemeth a Treviso, Turkcan a Siena, Avleev alla Virtus Bologna, Le Rue a Varese, tanto per fare qualche nome), qualche ritorno (Sconochini a Milano, Andrea Meneghin a Varese), campioni che non ci sono più, come Fucka, emigrato in Spagna, Antonello Riva, che a 42 non si arrende (giocherà in B1 col figlio Ivan).
Tra i grandi ritorni soprattutto quello di Tanjevic, che ha colmato il vuoto lasciato da Messina sulla panchina della Virtus Bologna. «Sono contentissimo - dice Meneghin ricordando i trascorsi insieme a Milano e in nazionale -. Averlo perso anche se solo per un anno faceva male. Averlo qui adesso dà più sicurezza per la bellezza del gioco, la simpatia e per i consigli che può dare a tutti».
Treviso ha perso Nackbar e Tskitishvili, Chikalkin non è stato confermato, però è rimasto uno squadrone, come dimostra la facilità con cui ha vinto la Supercoppa. A Bologna, dopo i fasti degli ultimi anni, si è voltato pagina: la Fortitudo ripiega, anche per problemi di bilancio, lascia partire Fucka e Meneghin, ma arrivano Pozzecco, Delfino, Skelin. Il dopo-Messina in casa Virtus avrà il carisma di un altro «guru» della panchina, Tanjevic, che dopo la parentesi con il Buducnost e il Villeurbanne torna in Italia. Sulle «v nere» pesano soprattutto l'addio di Ginobili, incertezze anche per le condizioni Rigaudeau. Siena è senz'altro attrezzata per lottare alla pari con le grandi, grazie all'ingaggio di Turkcan, che ritrova in panchina il suo primo allenatore Ataman. Con Chiacic il turco forma una coppia di centri formidabile, senza contare Maggioli.
Delle altre pure Cantù ha qualche giustificata ambizione. La stessa Roma che oltre a Myers può contare sul trio Jenkins-Tusek-Santiago, con un Bonora in più in cabina di regia. A Varese La Rue cercherà di non far rimpiangere Pozzecco, a Udine Mulaomerovic è la grande novità con Thompson.
Dunque, pronti via. Con gli arbitri sotto i riflettori ancor prima di cominciare. Per la prima volta i fischietti in campo saranno non più due ma tre, come già successo nel campionato spagnolo e francese e nell'Uleb Cup. «L'arbitro bravo arbitra bene sia da solo che in tre - dice il designatore Gianni Garibotti - e tre arbitri capaci coprono meglio il campo. Molte scorrettezze saranno individuate subito e punite. La moviola in campo? La vedo difficile ma non la escludo, se serve per lo spettacolo... Da noi non ci sono state coppie arbitrali fisse, una rotazione ponderata alla fin fine fa crescere i giovani. Naturalmente per le partite di peso saranno sempre designati gli arbitri più bravi». Per le designazioni i direttori di gara sono divisi in fasce secondo una classifica di merito (per stilare la classifica la prima volta quest'anno voteranno anche gli allenatori).
«Con tre arbitri - concorda Dino Meneghin - si vedrà meno gioco sporco e le difese dovranno essere più corrette. Il gioco d'attacco migliorerà, si vedrà più spettacolo. Sarà più divertente».
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