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Virtus Bologna, con la Viola infermeria piena

Problemi in regia, oggi, nell'esordio con la Viola Reggio Calabria? Spazzati via, virtualmente, dall'arrivo al PalaMalaguti di una Porsche turbo, grigia metalizzata. La targa, EE…, è inconfondibile. Dalla Porsche, con il volto sorridente, scende un campione del mondo. E se la memoria non ci inganna pure campione d'Europa: uno dei giocatori più vincenti delle ultime tre stagioni. Sì, è proprio lui, Marko Jaric, orecchino al lobo sinistro, barbetta incolta, cappellino con la tesa rivolta sulla nuca.
«Non parlo, non parlo», se la ride Marko che ha una gran voglia di allenarsi. Almeno nell'ultimo allenamento prima dell'esordio in campionato, visti i problemi della Virtus (Sekularac in forse, Bowdler scende la scalinata zoppicando e molto probabilmente non giocherà, mentre per Bell si sospetta una microfrattura da stress ), potrà dare una mano a Tanjevic.
«Resto fino a martedì – spiega Jaric che non svela se oggi sarà al palazzetto —. Questa è casa mia. Sono arrivato questa mattina (ieri, per chi legge, ndr), avrò visto tremila amici. Negli States comincerò ad allenarmi a fine mese, intanto resto qualche giorno qua».
Un bel segno (in mezzo a tanti aspetti inquietanti per il basket italiano, come la “chiusura” di Bianconero, dopo alcune esaltanti stagioni) che il giovanotto abbia deciso di ripartire dalla Città dei Canestri, dopo aver vinto i mondiali, e aver contribuito, con il suo finale, a offuscare il mito di quegli americani che presto proverà a sfidare, con la canotta dei Clippers.
Oggi, intanto, si comincerà a fare sul serio (palla a due alle 18,15).
Con due punti pesanti per una Virtus che oggi, per la prima volta, conterà i fedelissimi (meno di tremila?). Se l'altra sera, con l'Olympiakos, c'è stata una prova generale, quella odierna sarà una prima. Con Tanjevic, che torna nel campionato italiano dopo sei stagioni (una a Limoges, quattro in nazionale con il part time, nell'ultima avventura azzurra, a Podgorica, e una a Villeurbanne) di assenza.
Tra i volti nuovi, quello di un ragazzino che prova a bruciare le tappe, Marco Belinelli, accompagnato in palestra e a Casalecchio da mamma o papà. Già, perché Belinelli, che ha come modello Ginobili, frequenta l'istituto tecnico a San Giovanni, con i suoi 16 anni di incoscienza. E anche se il suo modello è “Gino”, fisicamente ricorda un certo Brunamonti (nel senso di Roberto).
Alessandro Gallo
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