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Spogliatoi Scavolini

PESARO — Capitan Gigena, Beric e Pecile, i tre reduci della scorsa stagione sono entrati in spogliatoio a fine gara cercando di risollevare gli animi, anche perché giovedì si rigioca a Roma.
«Abbiamo solo detto che nei frangenti in cui siamo stati noi stessi, fedeli alle nostre migliori caratteristiche, rapidi e aggressivi, siamo stati alla pari di Siena. Abbiamo anche detto — dice il gaucho — che non dobbiamo abbatterci, perchè lavorando cresceremo tanto. In quest'esordio ci ha fregato la voglia di strafare, volevamo dimostrare tutto subito e abbiamo sbagliato le cose più semplici».
Dal veterano al ragazzino: Clarence Gilbert ha ancora negli occhi troppe cose nuove per essere depresso.
«Prima di tutto: i tifosi. Sono stati incredibili, farò di tutto per vederli felici. Poi gli avversari: ci avevano detto che Siena era una squadra temibile ma devo ammettere che forse sono anche meglio di quel che mi aspettavo. Sono grossi e giocano bene insieme — dice Gilbert —. E poi ci siamo noi: abbiamo avuto l'opportunità di ribaltare la partita quando siamo arrivati a -4 ma abbiamo fallito alcune azioni-chiave. E poi è un peccato aver avuto percentuali così brutte nel tiro da fuori: abbiamo sbagliato un sacco di conclusioni che di solito vanno a bersaglio tranquillamente. Capita, in questo gioco. Ora non dobbiamo fossilizzarci sugli errori, tra pochi giorni c'è una nuova opportunità».
Il collante tra vecchi e nuovi: Pecile ha 22 anni ma gioca con un coraggio da veterano.
«Ci tenevo tanto a iniziare bene questa stagione e mi dispiace molto aver perso. Mi è piaciuta, però, la grande intensità che ci abbiamo messo per recuperare, per ribaltare una situazione compromessa da un inizio incerto. Certo, i ragazzi che escono dal college hanno capito solo adesso cos'è il nostro campionato: ne abbiamo parlato molto, gli abbiamo spiegato, però solo entrandoci dentro, solo facendo esperienza puoi capire a che livello si gioca e qual è il metro arbitrale».
La prima di Maggioli da avversario: «Mi ha fatto molto piacere lo striscione dell'Inferno — dice Michele ancora emozionato — e non mi aspettavo tanto affetto dal resto del pubblico, forse ha contribuito a mettermi ulteriore tensione addosso. La Scavolini è in evoluzione, noi abbiamo fatto valere i nostri punti di forza e non ci siamo fatti sorprendere dal loro momento di euforia. Mi è piaciuto molto Pecile».
e.f.
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