Un fatto è certo: la Scavolini non è... nobile

PESARO — Se facciamo i conti adesso, è finita. Sicuramente però Pesaro non fa più parte della nobiltà di questo sport. Questo è l'unico concetto chiaro. Tra una Siena sonnacchiosa e questa Scavolini, corre un ampio divario. Più forte di quello che ha fatto vedere il campo, perchè i toscani viaggiano per altri lidi: il tricolore e un'Eurolega di alto livello. Squadre così potenti non iniziano mai il campionato a ritmi già elevati. E non ne avrebbero avuto nemmeno bisogno vista anche la partenza di Pesaro, che ha infilato il primo canestro su azione dopo 5 minuti e mezzo del primo tempo.
E' una squadra, la Scavolini, che ha bisogno di tanta pazienza e soprattutto ha bisogno di capire quali sono i suoi punti di riferimento in campo. Perchè Pecile da solo non basta e non può bastare. Occorre esattamente capire che tipo di filigrana nasconda Richardson, sapere cioè se nei momenti caldi dell'incontro la palla può terminare tra le sue mani per un tiro, oppure la sfera fa marcia indietro tornando verso il «biondino». Se succede ciò sarà un campionato di grandi sofferenze perchè McGhee e Gilbert sembrano ancora spaesati, lontanissimi dal nostro basket. E la loro crescita non avrà tempi sicuramente brevi.
Non dov'essere un problema la sconfitta con Siena perchè rientrava tra le partite cosiddette perse. La squadra andrà pesata invece in alcune partite in trasferta con formazione di pari tonnellaggio, che non sono esattamente quelle che dovrebbero lottare per le prime posizioni. L'inizio di campionato è poi drammaticamente duro: visto che giovedì la squadra sarà a Roma, quindi riceverà Cantù per poi salire a Treviso contro i campioni d'Italia della Benetton. Già superare questa prima ondata oceanica senza drammi, sarà un passo avanti.
m.g.