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Benetton, ci sono i «lupi» da sbranare

Parte con Avellino il cammino dei campioni affidati a Ettore Messina

TREVISO. C'è un particolare, uno solo, che lega il presente di Ettore Messina al suo passato: il partire col pronostico a favore. E' sempre stato così con la Virtus, lo è anche oggi con la Benetton. Naturale destino del miglior coach europeo, venuto a Treviso, da una parte, per girare pagina e, dall'altra, per continuare i successi delle Vu nere. «Sì, però negli ultimi anni a Bologna ci davano fin troppo favoriti, forse lo facevano per aumentare la pressione. Ed è così anche qui: d'altronfde mi sembra ovvio, visto che partiamo con lo scudetto sul petto». Non solo per quello, no?... «La squadra, in effetti, sta dimostrando di avere una sua identità e di stare bene assieme: sono soddisfatto del lavoro svolto, in attacco ad esempio stiamo sveltendo la manovra e in difesa, soprattutto mentalmente, ci siamo, anche se, a rivedere le partite, noto sempre qualcosa da migliorare. Siccome però la perfezione non esiste mi ritengo contento: indubbiamente partiamo con una buona base tecnica. Sappiamo che in una stagione ci saranno anche dei momenti negativi, ma credo che abbiamo la determinazione necessaria per superarli».
Avellino è tutto da scoprire. «Già, comunque hanno una eccellente batteria di esterni, con dei play che tirano molto bene, Middleton non si discute, Bracey ha buona mano e Vanterpool è quello con più talento, può giocare in tre ruoli. Magari noi abbiamo lunghi più solidi, ma, se lo lasceremo tirare tranquillamente, questo è un avversario che può metterci in difficoltà». Una Benetton, però, non può temere Avellino... «Ed infatti sono convinto che siamo più forti. Il problema è sempre quello, dimostrare tale superiorità sul campo, mettendoci tutto l'impegno possibile. Ma su questo aspetto non ho il minimo dubbio».
Qualche dubbio Messina invece ce l'ha su quale straniero dovrà restare fuori («una situazione per me molto antipatica, non vedo l'ora che cominci l'Eurolega, dove il problema non si pone"): Stojic avrà il passaporto tedesco non prima di due-tre settimane, nel frattempo, per le prossime cinque-sei gare il coach dovrà scegliere ogni volta, in campionato, chi fra Nemeth e Loncar andrà in tribuna. A Genova rimase fuori il primo perché Garbajosa era infortunato, stavolta potrebbe toccare al giovane lungo croato.
I precedenti. Quattro gli incontri disputati finora tra Benetton e Avellino, con un bilancio tutto trevigiano: 4-0 negli scontri diretti, tutti in regular season. L'anno scorso affermazione in Irpinia 85-81 (Edney 23) ed al Palaverde 85-71 (Garbajosa 17).
Qui Avellino. Nei «lupi» biancoverdi dall'anno scorso non è rimasto più nessuno. Il coach è il macedone Zare Markovski, già a Sassari (1993-94) e Reggio Emilia (1994-95), il regista è il piccolo spagnolo Ivan Corrales, 1.82, che arriva da Siviglia. Interessante il suo cambio, il «paisà» Tony Giovacchini, prodotto di Stanford, ambidestro. Gli esterni sono Bryan Bracey e l'eterno Larry Middleton, 37 anni. Poi c'è David Vanterpool, con esperienza Nba, mentre vicino a canestro attenti al mestiere del connazionale del coach, Todor Gecevski, ala forte, assieme al croato Ante Grgurevic.
Silvano Focarelli
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