«Il nostro problema è uno solo, purtroppo siamo allenati da un incapace…». Lo dice Pozzecco, mentre Boniciolli gli passa di fianco per infilare le scale dello spogliatoio dopo l´allenamento mattutino, e il play - interrompendo una chiacchierata seriosa e assennata, secondo le sue nuove abitudini - non resiste al richiamo della gag. Boniciolli se la ride («Il Poz ha sempre ragione»), poi però non si concede, pure lui in ossequio al suo nuovo corso che prevede poche parole, e comunque molte meno dell´anno scorso.
Poi magari cambieranno, l´allenatore tornerà ad essere immaginifico e colloquiale, e il giocatore dissacrante e goliardico. Però, per ora, i due personaggi della nuova Fortitudo stanno sotto coperta, anche se oggi è la vigilia della nuova stagione, che guarda caso partirà proprio da Trieste, la loro città (alle 18.15, in diretta su RadioBruno, sul sito Fortitudo.it e, per chi è abbonato, su Acantho). Tutti arruolati, alla vigilia, tranne Barton, che resta a Praga a sollecitare un visto non proprio comodo, se potrebbe saltare pure la seconda, giovedì con Roseto.
Se non altro, mentre Boniciolli affida giusto qualche dichiarazione precotta a Pungetti, da riversare nel canonico comunicato stampa (si va dal nuovo progetto all´esaltazione dell´avversario, of course), Pozzecco si ferma a parlare, con ancora un po´ di fiatone nei polmoni, togliendosi il cerottino dal naso. «Comincio da Trieste e finirò a Varese, quindi il calendario mi ha sistemato per bene. Ma va bene così, forse ha anche un senso». Hanno già detto tutti, e magari lo diranno ancora, che comunque vada sarà la Fortitudo di Pozzecco. Boniciolli però ha detto che a lui piacerebbe fosse la Fortitudo di tutti.
«Io credo che il coach abbia ragione, e sinceramente sarei molto più contento se dovesse essere così. Altrimenti succederà come a Varese, dove se si vinceva era per merito mio, e se si perdeva pure. E in uno sport come il basket fare delle equazioni del genere è sempre una sciocchezza. Poi è vero che per il mio modo di giocare, io ci metto del mio nell´incoraggiare certe personalizzazioni, ma non posso farci nulla, sono fatto così. E in ogni caso, se proprio dovete scegliere un uomo simbolo, mi sembrerebbe più giusto dire che è la Fortitudo di Basile, e non di Pozzecco».
Lui è fatto così, si sa, mentre ancora non si sa come è fatta questa nuova Fortitudo, di cui per ora si sono solo intravisti i lineamenti. Se Pozzecco dovesse spiegarla a un amico, cosa gli racconterebbe? «Che dovremo stare attenti a salvaguardare l´entusiasmo che abbiamo ora, perché solo attraverso quello potremo fare del basket divertente. Io non dico che le vittorie passano sempre dallo spettacolo, però penso che quella sia una delle strade possibili. L´anno scorso l´ha fatto Treviso, e anche Cantù. Qui a Bologna, invece, secondo me non succede da troppo tempo di vedere del basket spettacolare». Bologna quale? «Parlo di questa, cioè della Fortitudo, perché di là il problema non si pone nemmeno. Per carità, Messina è bravissimo e infatti ha vinto tutto, ma penso che nessuno possa dire che ha fatto vedere del basket divertente».
Diceva il Poz che sarà la Fortitudo di Basile, e quando lo riferisci al nuovo capitano, riesci anche a farlo ridere.
«Mi sa che invece questa sarà soprattutto la Fortitudo che non ha più Fucka: nel senso che noi non potremo più contare su quei 20 punti quasi certi che Gregor sapeva sempre darti, e quindi dovremo arrangiarci a trovarli per altre strade. Un handicap e uno stimolo, ma anche la possibilità di non dover battere sempre la solita strada com´era gli anni scorsi, cioè l´obbligo di dare dentro la palla per Gregor. Se ci vedrete correre e trovare molti contropiede, significherà che avremo lavorato bene per trovare quelle soluzioni alternative».
Il dibattito tattico dell´estate ha girato anche intorno alla considerazione che, arrivato Pozzecco, finalmente Basile sarebbe stato libero dagli obblighi di regia, e si sarebbe liberato al tiro, tornando al lavoro usato di guardia. «Ma io a dire il vero non mi trovavo mica male a fare il play, e comunque penso che lo farò ancora, in alternativa al Poz. Ormai è da quattro anni, o anche cinque o sei, che gioco in quel ruolo, anche se penso che mi saprò adattare bene pure a fare la guardia».
Ma se questa Fortitudo sarà meglio dell´anno scorso, vorrà dire che vincerà lo scudetto, visto che l´altra volta lo annusò arrivando in finale? «Parlare adesso di certe cose mi sembra impossibile. Vediamo fra qualche mese come siamo messi, e vediamo anche domani come ce la caveremo, che poi vi dico».
L´ultimo a uscire dalla doccia è Pozzecco, che prima di salire sulla sua Smart, aspetta gli passino vicino Fultz e Mancinelli e poi, ad alta voce, si rivolge ai giornalisti: «Il problema è che abbiamo dei giovani troppo scarsi per giocare in serie A…».
Giovanni Egidio
Poi magari cambieranno, l´allenatore tornerà ad essere immaginifico e colloquiale, e il giocatore dissacrante e goliardico. Però, per ora, i due personaggi della nuova Fortitudo stanno sotto coperta, anche se oggi è la vigilia della nuova stagione, che guarda caso partirà proprio da Trieste, la loro città (alle 18.15, in diretta su RadioBruno, sul sito Fortitudo.it e, per chi è abbonato, su Acantho). Tutti arruolati, alla vigilia, tranne Barton, che resta a Praga a sollecitare un visto non proprio comodo, se potrebbe saltare pure la seconda, giovedì con Roseto.
Se non altro, mentre Boniciolli affida giusto qualche dichiarazione precotta a Pungetti, da riversare nel canonico comunicato stampa (si va dal nuovo progetto all´esaltazione dell´avversario, of course), Pozzecco si ferma a parlare, con ancora un po´ di fiatone nei polmoni, togliendosi il cerottino dal naso. «Comincio da Trieste e finirò a Varese, quindi il calendario mi ha sistemato per bene. Ma va bene così, forse ha anche un senso». Hanno già detto tutti, e magari lo diranno ancora, che comunque vada sarà la Fortitudo di Pozzecco. Boniciolli però ha detto che a lui piacerebbe fosse la Fortitudo di tutti.
«Io credo che il coach abbia ragione, e sinceramente sarei molto più contento se dovesse essere così. Altrimenti succederà come a Varese, dove se si vinceva era per merito mio, e se si perdeva pure. E in uno sport come il basket fare delle equazioni del genere è sempre una sciocchezza. Poi è vero che per il mio modo di giocare, io ci metto del mio nell´incoraggiare certe personalizzazioni, ma non posso farci nulla, sono fatto così. E in ogni caso, se proprio dovete scegliere un uomo simbolo, mi sembrerebbe più giusto dire che è la Fortitudo di Basile, e non di Pozzecco».
Lui è fatto così, si sa, mentre ancora non si sa come è fatta questa nuova Fortitudo, di cui per ora si sono solo intravisti i lineamenti. Se Pozzecco dovesse spiegarla a un amico, cosa gli racconterebbe? «Che dovremo stare attenti a salvaguardare l´entusiasmo che abbiamo ora, perché solo attraverso quello potremo fare del basket divertente. Io non dico che le vittorie passano sempre dallo spettacolo, però penso che quella sia una delle strade possibili. L´anno scorso l´ha fatto Treviso, e anche Cantù. Qui a Bologna, invece, secondo me non succede da troppo tempo di vedere del basket spettacolare». Bologna quale? «Parlo di questa, cioè della Fortitudo, perché di là il problema non si pone nemmeno. Per carità, Messina è bravissimo e infatti ha vinto tutto, ma penso che nessuno possa dire che ha fatto vedere del basket divertente».
Diceva il Poz che sarà la Fortitudo di Basile, e quando lo riferisci al nuovo capitano, riesci anche a farlo ridere.
«Mi sa che invece questa sarà soprattutto la Fortitudo che non ha più Fucka: nel senso che noi non potremo più contare su quei 20 punti quasi certi che Gregor sapeva sempre darti, e quindi dovremo arrangiarci a trovarli per altre strade. Un handicap e uno stimolo, ma anche la possibilità di non dover battere sempre la solita strada com´era gli anni scorsi, cioè l´obbligo di dare dentro la palla per Gregor. Se ci vedrete correre e trovare molti contropiede, significherà che avremo lavorato bene per trovare quelle soluzioni alternative».
Il dibattito tattico dell´estate ha girato anche intorno alla considerazione che, arrivato Pozzecco, finalmente Basile sarebbe stato libero dagli obblighi di regia, e si sarebbe liberato al tiro, tornando al lavoro usato di guardia. «Ma io a dire il vero non mi trovavo mica male a fare il play, e comunque penso che lo farò ancora, in alternativa al Poz. Ormai è da quattro anni, o anche cinque o sei, che gioco in quel ruolo, anche se penso che mi saprò adattare bene pure a fare la guardia».
Ma se questa Fortitudo sarà meglio dell´anno scorso, vorrà dire che vincerà lo scudetto, visto che l´altra volta lo annusò arrivando in finale? «Parlare adesso di certe cose mi sembra impossibile. Vediamo fra qualche mese come siamo messi, e vediamo anche domani come ce la caveremo, che poi vi dico».
L´ultimo a uscire dalla doccia è Pozzecco, che prima di salire sulla sua Smart, aspetta gli passino vicino Fultz e Mancinelli e poi, ad alta voce, si rivolge ai giornalisti: «Il problema è che abbiamo dei giovani troppo scarsi per giocare in serie A…».
Giovanni Egidio
Fonte: La Repubblica