La formazione alla Snaidero, ormai, la fanno i medici. Non a caso, ieri sera a fine allenamento, si è tenuta al Carnera una riunione – programmata – tra staff tecnico, sanitario e riabilitativo. In discussione erano i due casi più urgenti, capitan Alibegovic e Mian, ma pure un approccio più sportivo, e non perciò meno scientifico, nel recupero degli infortunati.
Morale, perché comunque il campionato incalza con un altro tour de force di quattro gare in una settimana, oggi il capitano salterà anche l’Oregon Cantù, come Siena, per la tendinite da scarpe nuove. Per Mian, invece, si decide oggi se può farcela dopo la botta alla coscia destra rimediata contro la Monte Paschi, saltando Tolbert e impattando contro Chiacig. Al posto di Alibegovic andrà in panchina uno juniores a scelta tra Confente o Da Ponte, altrimenti Munini.
Coach Frates, è difficile fare la squadra e parlare di partite in queste condizioni.
«Teo nulla ha risolto e speriamo di averlo in campo domenica contro Avellino. Michele è migliorato rispetto a Pasqua, quando non poggiava la gamba. Il versamento si è riassorbito e ha ripreso a camminare. L’ecografia, però, gli ha riscontrato una lesione di 4 millimetri al vasto intermedio della coscia destra. Bisogna vedere quant’è profonda e se, con altri miglioramenti, potrà giocare fasciato alla gamba».
Alchimie in alto mare?
«Dovremo per l’ennesima volta inventarci alternative e tutti devono dare più di quel che ci si aspetta da loro. Pensavo di essermi vaccinato la stagione scorsa a Siena, invece dobbiamo convivere con quest’emergenza e trovare le energie per finire la stagione con la salvezza quale unico obiettivo. Il rammarico è che con Smith e Scott la squadra stava giocando. Poi ha dovuto fare a meno d’infortunati, inseguire equilibri per inserire giocatori, farne giocare fuori ruolo, una volta titolare e l’altra cambio: specie Sartori da 3 o 4. È difficile per i ragazzi continuare a chiederglielo, ci vuole grande spirito di adattamento».
E bussa alla porta la tua ex Cantù, determinata a continuare a fare bene.
«Sta facendo un campionato pazzesco. È dal 1993 che non entra nelle Final four. Saranno indiavolati. È una buona squadra, che lo è diventata ancora di più nel corso dell’anno. Gioca bene, ha personalità e ha vinto dappertutto. Ha ambizioni più che legittime».
Ritrovi anche il vecchio amico Antonello Riva: farà ancora festa come nella kernesse per i suoi 40 anni?
«Spero di no. Anche se sta giocando di più, vedremo di non fargli fare disastri. Il 4 Stonerook sarà la chiave».
Da Siena tornate con Stern unica nota lieta e un attacco sempre più asfittico.
«Jeffrey si sta giocando al meglio la carta della visibiltà in Italia, dandoci anche punti che non ci aspettavamo. Uscito pure Mian, la squadra non si liberava al tiro se non con Woolridge che, però, se pensa a realizzare non la può far giocare. Salendo d’intensità in difesa e correndo, abbiamo trovato punti nell’ultimo quarto. Contro la difesa schierata, invece, è dura».
Valerio Morelli
Morale, perché comunque il campionato incalza con un altro tour de force di quattro gare in una settimana, oggi il capitano salterà anche l’Oregon Cantù, come Siena, per la tendinite da scarpe nuove. Per Mian, invece, si decide oggi se può farcela dopo la botta alla coscia destra rimediata contro la Monte Paschi, saltando Tolbert e impattando contro Chiacig. Al posto di Alibegovic andrà in panchina uno juniores a scelta tra Confente o Da Ponte, altrimenti Munini.
Coach Frates, è difficile fare la squadra e parlare di partite in queste condizioni.
«Teo nulla ha risolto e speriamo di averlo in campo domenica contro Avellino. Michele è migliorato rispetto a Pasqua, quando non poggiava la gamba. Il versamento si è riassorbito e ha ripreso a camminare. L’ecografia, però, gli ha riscontrato una lesione di 4 millimetri al vasto intermedio della coscia destra. Bisogna vedere quant’è profonda e se, con altri miglioramenti, potrà giocare fasciato alla gamba».
Alchimie in alto mare?
«Dovremo per l’ennesima volta inventarci alternative e tutti devono dare più di quel che ci si aspetta da loro. Pensavo di essermi vaccinato la stagione scorsa a Siena, invece dobbiamo convivere con quest’emergenza e trovare le energie per finire la stagione con la salvezza quale unico obiettivo. Il rammarico è che con Smith e Scott la squadra stava giocando. Poi ha dovuto fare a meno d’infortunati, inseguire equilibri per inserire giocatori, farne giocare fuori ruolo, una volta titolare e l’altra cambio: specie Sartori da 3 o 4. È difficile per i ragazzi continuare a chiederglielo, ci vuole grande spirito di adattamento».
E bussa alla porta la tua ex Cantù, determinata a continuare a fare bene.
«Sta facendo un campionato pazzesco. È dal 1993 che non entra nelle Final four. Saranno indiavolati. È una buona squadra, che lo è diventata ancora di più nel corso dell’anno. Gioca bene, ha personalità e ha vinto dappertutto. Ha ambizioni più che legittime».
Ritrovi anche il vecchio amico Antonello Riva: farà ancora festa come nella kernesse per i suoi 40 anni?
«Spero di no. Anche se sta giocando di più, vedremo di non fargli fare disastri. Il 4 Stonerook sarà la chiave».
Da Siena tornate con Stern unica nota lieta e un attacco sempre più asfittico.
«Jeffrey si sta giocando al meglio la carta della visibiltà in Italia, dandoci anche punti che non ci aspettavamo. Uscito pure Mian, la squadra non si liberava al tiro se non con Woolridge che, però, se pensa a realizzare non la può far giocare. Salendo d’intensità in difesa e correndo, abbiamo trovato punti nell’ultimo quarto. Contro la difesa schierata, invece, è dura».
Valerio Morelli