TREVISO. Da parte dei verdi di Treviso tutto è filato via liscio come l'olio, ed oltretutto senza nemmeno fare troppa fatica: «Di squadre come Avellino ne vedremo altre quest'anno - fa coach Ettore Messina - nel senso di avversari che vengono qui e giocano palla 20-24". Come avete notato, nel primo tempo, loro non hanno mai provato un contropiede, giustamente dal loro punto di vista, sia chiaro: certo, che venire a giocare contro di noi sfidandoci sul piano della velocità significa rischiare passivi eclatanti. Noi dovevamo fare come nel calcio quando la squadra più forte ha l'obbligo di segnare il primo gol. In più, specialmente nel primo quarto, abbiamo fallito dei buoni tiri, e ciò ha fatto sì che ci mettessino un po' prima di sbloccarci. Alla lunga, però, la Benetton s'è distesa ed ha fatto una buona partita, perdendo appena 11 palloni. Ovvio che anche per noi ci sia da lavorare, tuttavia mi ritengo soddisfatto, anche perché ho avuto minuti importanti anche da Nemeth». 25 di scarto pur non al massimo... «Il tema è questo: contro certe squadre che giocano, non a viso aperto, ma ogni pallone come se fosse l'ultimo, occorrerà avere tanta pazienza: noi abbiamo più giocatori, più qualità e completezza. D'altra parte, questo è da mettere in preventivo per una squadra che, come la nostra, parte favorita».
Langdon è apparso un po' fuori dagli schemi. «Io direi invece che semplicemente ha tirato con cattive percentuali. Anzi, vedo che ci ha provato 13 volte, segno che la squadra lo ha cercato e trovato». Comunque siamo appena all'inizio. «La Benetton ha una prerogativa: nelle partite di cartello ha giocatori che automaticamente alzano il loro rendimento, poi in quelle più accessibili si vedono meno». E giovedì a Udine. «Attenzione. Avete visto cos'è successo alla Skipper a Trieste? Udine è un campo dove noi l'anno scorso abbiamo perso». Voi chi, la Kinder? «No, la Kinder vinse di 30...».
Zare Markovski non fa drammi per una sconfitta pur pesante e riconosce senza problemi che era venuto a Treviso per prenderne il meno possibile. E fino ad un certo momento c'era pure riuscito: «Sì, significa che la squadra è rimasta concentrata su quello che avevamo preparato. Solo che la forte pressione difensiva della Benetton alla lunga ci ha sporcato molti tiri ed ha procurato il loro contropiede: era difficile per noi tenere la stessa tattica per 40'».
Silvano Focarelli
Langdon è apparso un po' fuori dagli schemi. «Io direi invece che semplicemente ha tirato con cattive percentuali. Anzi, vedo che ci ha provato 13 volte, segno che la squadra lo ha cercato e trovato». Comunque siamo appena all'inizio. «La Benetton ha una prerogativa: nelle partite di cartello ha giocatori che automaticamente alzano il loro rendimento, poi in quelle più accessibili si vedono meno». E giovedì a Udine. «Attenzione. Avete visto cos'è successo alla Skipper a Trieste? Udine è un campo dove noi l'anno scorso abbiamo perso». Voi chi, la Kinder? «No, la Kinder vinse di 30...».
Zare Markovski non fa drammi per una sconfitta pur pesante e riconosce senza problemi che era venuto a Treviso per prenderne il meno possibile. E fino ad un certo momento c'era pure riuscito: «Sì, significa che la squadra è rimasta concentrata su quello che avevamo preparato. Solo che la forte pressione difensiva della Benetton alla lunga ci ha sporcato molti tiri ed ha procurato il loro contropiede: era difficile per noi tenere la stessa tattica per 40'».
Silvano Focarelli