News

Silenzio, la Skipper è in castigo

Dopo la sconfitta a Trieste, musi lunghi al PalaDozza. Boniciolli tace e si riunisce con Savic

NON poteva essere un pomeriggio placido per la Fortitudo al PalaDozza. Le unghiate lasciate da Trieste, inaspettate, qualche segno l´hanno lasciato. Una sconfitta alla prima di campionato ci può stare sempre, succede. La questione è che la Skipper ha imbarcato parecchia acqua, in modo un po´ imbarazzante. Subire sempre non era nei piani e nemmeno ammissibile. Il primo passo non condizionerà la stagione, molte situazioni progressivamente sono destinate a migliorare, ma è palese che il primo gradino sul quale si è inciampato ha lasciato uno certo sgomento. E quindi le facce non potevano che essere tirate. Boniciolli, arrivato molto prima dell´allenamento ha mantenuto fermamente la stessa linea di domenica sera. Nessun commento sull´incontro.
Il coach è rimasto in ufficio a parlare con Savic, ovvio che l´argomento sia stato il match di 24 ore prima. Zoran si era presentato al Palazzo con una sorpresa: Peja Stojakovic, prima punta della Jugoslavia e dei Sacramento Kings. Ma naturalmente è stata solo una vista di cortesia.
Basile invece ha provato a dire qualcosa, ma il suo «Non stiamo ancora bene, non facciamo bene i giochi che dovrebbero essere la nostra base» non è molto convincente. I 32 punti subiti nell´ultimo quarto sono venuti non perché la palla non girava bene. I canestri la Skipper li ha fatti, con buona mira, ma ha concesso di tutto. Prendi due e paghi tre.
Pozzecco alla sua prima vera in biancoblù è spesso andato fuori giri: Boniciolli lo ha anche preso in panchina più di una volta. Non sono state uscite punitive, ma didattiche certamente sì. Il Poz è rimasto in campo 24´, forse meno del prevedibile, dato che praticamente sono stati impiegati solo sette giocatori. Non è in forma lui, non ha ingranato ancora la Fortitudo: questo è chiaro. La Mosca Atomica, anche lui arrivato presto al PalaDozza (e magari qualche chiarimento ci sarà stato), non vede grossi allarmi. «Siamo indietro. A partire bene ci tenevo, ma non è stato così. Trieste ha preso una serata che non credo troverà tante altre volte. Hanno giocato tutti al meglio, sempre. Noi no». Il Poz non è certo celebre per le sue doti di stopper, e se con lui in campo sì è aumentato il fatturato Fortitudo, Trieste finiva regolarmente per dilagare. «Abbiamo segnato 90 punti fuori casa. Quando si gira così dovrebbe finire quasi sempre bene. Invece abbiamo subito molto in difesa: meriti loro anche, non solo demeriti nostri. Ci sono meccanismi che dobbiamo mettere ancora a posto». Niente di più vero. Roberson ha segnato una decina di volte in uno contro uno: bravo lui, ma evidentemente gli aiuti non sono mai stati di casa. La prossima è Roseto, non proprio l´Everest e il Poz si professa fiducioso. «L´esordio è stato scarso, ma non vuol dire niente. Due anni fa qua si cominciò con dieci vittorie filate e poi finì piuttosto male. Non credo che la situazione sia così grave. Il problema è che la condizione non è buona e quindi ci manca la base per giocare bene». E´ presto per le sentenze, ma l´andazzo è da invertire.
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica
TAGS
Le ultime gallery
Le ultime notizie
Title Sponsor
Platinum Sponsor
Official Marketplace
Official Sponsor
Official Sponsor
Official Sponsor
Official Sponsor
Technology Partner
Medical Supplier
Treno ufficiale
Official Ball
Official Luxury Rental Car Supplier
Technical Sponsor
Official Ticketing
Official Water
Official Nutrition Partner
Official Supplier
Official Court Supplier
Media Partner
Media Partner
Media Partner
Official Radio
Official Advisor