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I mali di Roseto

Difesa, un lungo titolare e un punto di riferimento in attacco

ROSETO - La cosa più strana, ripensando alla partita persa contro Milano, è lo sciamare via del pubblico quando mancavano ancora quasi 3 minuti dalla fine. Cose del genere, a Roseto, non si erano mai viste, soprattutto negli ultimi anni. Volendo però fare l'avvocato del diavolo, l'obiezione appare facile: se i giocatori, con il loro atteggiamento rinunciatario, non credono per primi alla possibilità di rimettere in discussione una partita, non può certo crederci il pubblico, che quei giocatori applaude. Non la vede come chi è andato via Coach Phil Melillo, il quale ha difeso i suoi ragazzi che, a suo dire, hanno dato tutto quanto avevano da dare, anche se il tecnico rosetano non ha mancato di bacchettare i suoi per la mollezza difensiva che ha portato Milano a tirare da 2 punti con un eccezionale 67% di squadra. Ed è proprio sulla difesa che l'uomo di Newark dovrà lavorare sodo, perché Milano sarà anche una buona squadra, ma ha utilizzato un solo lungo di ruolo, Warren Kidd, che è bastato a mandare in tilt il reparto. Se la squadra dovesse rimanere con l'atteggiamento di domenica contro le corazzate vere, quelle con almeno due lunghi di qualità e peso, sarebbero davvero dolori. Ma le riflessioni non si fermano al reparto lunghi e alla difesa, visto che Melillo ha sottolineato la mancanza di un punto di riferimento in attacco, dove la squadra è apparsa spesso confusionaria. Questo il quadro d'insieme. Quali le soluzioni, in vista del prossimo impegno infrasettimanale contro la Skipper Bologna? Innanzitutto dare tempo alla squadra di assorbire Milic, Davis e Radosevic e sviluppare la giusta chimica in grado di muovere armonicamente attacco e difesa. Poi confidare nell'innesto di Davis sotto le plance e nel buon Callahan visto domenica. Infine, sperare che Radosevic confermi le qualità di cecchino e realizzatore che gli hanno dato fama nelle altre leghe, visto che il Roseto, mancando di Monroe, ha terribilmente bisogno di una "prima scelta" sulla quale appoggiare le prime opzioni offensive. A proposito della gara di domenica scorsa, un ricordo vale la pena salvare: il sorriso di Hugo Sconochini, campione ritrovato, che cita con emozione la telefonata d'incoraggiamento che gli fece Mario Boni quando subì la squalifica per doping.
Luca Maggitti
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