NON è clima play-off, ci mancherebbe di questi tempi, ma nonostante la pole position non sia più di casa, in Fortitudo la pressione si sente sempre. La Skipper domani ospiterà Roseto, cercando una vittoria che sarà obbligata per mille motivi. Non è assolutamente il caso di parlare di ultima spiaggia, però ripartire bene sarebbe perlomeno rassicurante. Boniciolli ancora tace: di certo avrà argomenti più profondi da inculcare ai suoi. Il coach al momento preferisce così, magari per non essere frainteso: comunque non potrà andare avanti in eterno.
Allineati e coperti: nessuno si sbilancia, difficile se dire per paura o perché, molto più semplicemente, c´è poco da commentare e da riflettere sui primi 40´ ufficiali andati male, potrebbe essere stato solo un episodio. Da archiviare: due partite in tre giorni, non impossibili ma nemmeno molli, come Roseto e Avellino dovrebbero dare un´idea più precisa. Nel frattempo qualche esitazione rimane, anche se da Triere stessa ammettono che la musica da qui in poi dovrebbe essere diversa: in precampionato una Skipper incompleta non ebbe difficoltà a uscire di forza con i giuliani, non in versione mano calda come domenica.
Mate Skelin in queste settimane ha confermato le sue attitudini: punti e rimbalzi in buona quantità riesce a portarne. C´è rimasto male per la prima stecca, ma non la considera una sciagura. «Non è la condizione fisica che manca, anche gli altri sono all´inizio. Siamo però un gruppo in buona parte nuovo e per adesso vengono meno quegli automatismi difensivi che permettono agli aiuti di essere efficienti». Proprio quello che è capitato qualche giorno fa: vinto l´uno contro uno, Roberson ed Erdmann si trovavano con troppo tempo per decidere cosa fare e dove andare. «Siamo usciti male, ma era una partita di campionato, la strada è lunghissima». Però a Bologna la regola è vincere: la cappa non è più pesante adesso che c´è da risalire? Skelin non se n´è accorto. «No. La pressione non mi sembra tanto differente rispetto a sabato scorso. La situazione è identica. I nostri traguardi, come quelli di quasi tutti, non sono a breve termine».
Francesco Forni
Allineati e coperti: nessuno si sbilancia, difficile se dire per paura o perché, molto più semplicemente, c´è poco da commentare e da riflettere sui primi 40´ ufficiali andati male, potrebbe essere stato solo un episodio. Da archiviare: due partite in tre giorni, non impossibili ma nemmeno molli, come Roseto e Avellino dovrebbero dare un´idea più precisa. Nel frattempo qualche esitazione rimane, anche se da Triere stessa ammettono che la musica da qui in poi dovrebbe essere diversa: in precampionato una Skipper incompleta non ebbe difficoltà a uscire di forza con i giuliani, non in versione mano calda come domenica.
Mate Skelin in queste settimane ha confermato le sue attitudini: punti e rimbalzi in buona quantità riesce a portarne. C´è rimasto male per la prima stecca, ma non la considera una sciagura. «Non è la condizione fisica che manca, anche gli altri sono all´inizio. Siamo però un gruppo in buona parte nuovo e per adesso vengono meno quegli automatismi difensivi che permettono agli aiuti di essere efficienti». Proprio quello che è capitato qualche giorno fa: vinto l´uno contro uno, Roberson ed Erdmann si trovavano con troppo tempo per decidere cosa fare e dove andare. «Siamo usciti male, ma era una partita di campionato, la strada è lunghissima». Però a Bologna la regola è vincere: la cappa non è più pesante adesso che c´è da risalire? Skelin non se n´è accorto. «No. La pressione non mi sembra tanto differente rispetto a sabato scorso. La situazione è identica. I nostri traguardi, come quelli di quasi tutti, non sono a breve termine».
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica