FABRIANO — Quaranta giorni per sapere se la città «insorgerà» e si approprierà dell'amata palla a spicchi, oppure se la gloriosa società Fabriano basket non avrà più un futuro, strozzata dal pesante rosso in bilancio come la Fiorentina di Cecchi Gori o la compianta Verona dei canestri. L'ultimo appello arriva del Consiglio di amministrazione della società che nella tarda serata ha ufficializzato l'uscita di scena, a furor di popolo, dei dimissionari Claudio Biondi e Mattia D'Ovidio e consegnato la presidenza al «traghettatore» Giuseppe Alberti.
«In mano al sindaco». Da oggi in poi sarà il primo cittadino Sorci a fare da «collante» di un Comitato pro-basket in cui fungeranno da garanti anche un rappresentante della maggioranza e uno della minoranza consiliare. Un'operazione salvataggio, dunque, che coinvolgerà anche le autorità politiche e dovrà bussare alla porta degli imprenditori, ma pure dei semplici tifosi per versare al più presto fondi vitali nel maxi-salvadanaio. Quanto si dovrà raccogliere? «Diciamo che torneremo a fare il punto della situazione a fine ottobre», preannuncia Alberti, «piazzato» su una poltrona oggi oltremodo scottante. «Fino a quel momento, intanto, tutte le operazioni di mercato saranno bloccate». Insomma, nessun rimpianto per il sogno proibito Niccolai che proprio ieri ha firmato per Milano: il piatto piange, i problemi sono altri e ben più seri…
Fuori due. Le due ore di riunione alla sede di via Di Vittorio sono, quindi, servite per avallare il progetto di azionariato… super diffuso, anticipato ieri sulle colonne del «Carlino» da Abramo Galassi, in veste di proprietario della Faber che resta la maggiore azionista. A portare avanti l'iniziativa ci penseranno, appunto, il neo presidente, il 63enne libero professionista Alberti e l'altro membro del Cda, il giovanissimo Lorenzo Bracchetti. In fase di finalizzazione anche la possibilità di far ripartire il settore giovanile nel volgere di pochi giorni. Non ci saranno più, invece, i contestati Biondi e D'Ovidio che concludono così il loro ciclo e attendono nella prossima riunione del gruppo la definitiva approvazione di un addio definito irrevocabile. «Se arriva un qualsiasi imprenditore, cederò gratuitamente le mie quote nella Spa», sottolinea D'Ovidio. «Me ne vado anch'io — gli fa eco Biondi — ma se proprio si farà, metterò le mie quote, stavolta per ultimo, nella grande cordata per salvare il basket».
Alessandro Di Marco
«In mano al sindaco». Da oggi in poi sarà il primo cittadino Sorci a fare da «collante» di un Comitato pro-basket in cui fungeranno da garanti anche un rappresentante della maggioranza e uno della minoranza consiliare. Un'operazione salvataggio, dunque, che coinvolgerà anche le autorità politiche e dovrà bussare alla porta degli imprenditori, ma pure dei semplici tifosi per versare al più presto fondi vitali nel maxi-salvadanaio. Quanto si dovrà raccogliere? «Diciamo che torneremo a fare il punto della situazione a fine ottobre», preannuncia Alberti, «piazzato» su una poltrona oggi oltremodo scottante. «Fino a quel momento, intanto, tutte le operazioni di mercato saranno bloccate». Insomma, nessun rimpianto per il sogno proibito Niccolai che proprio ieri ha firmato per Milano: il piatto piange, i problemi sono altri e ben più seri…
Fuori due. Le due ore di riunione alla sede di via Di Vittorio sono, quindi, servite per avallare il progetto di azionariato… super diffuso, anticipato ieri sulle colonne del «Carlino» da Abramo Galassi, in veste di proprietario della Faber che resta la maggiore azionista. A portare avanti l'iniziativa ci penseranno, appunto, il neo presidente, il 63enne libero professionista Alberti e l'altro membro del Cda, il giovanissimo Lorenzo Bracchetti. In fase di finalizzazione anche la possibilità di far ripartire il settore giovanile nel volgere di pochi giorni. Non ci saranno più, invece, i contestati Biondi e D'Ovidio che concludono così il loro ciclo e attendono nella prossima riunione del gruppo la definitiva approvazione di un addio definito irrevocabile. «Se arriva un qualsiasi imprenditore, cederò gratuitamente le mie quote nella Spa», sottolinea D'Ovidio. «Me ne vado anch'io — gli fa eco Biondi — ma se proprio si farà, metterò le mie quote, stavolta per ultimo, nella grande cordata per salvare il basket».
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino