FABRIANO — Coach Roberto Carmenati, pronto per la grande «vetrina» di domani sera (PalaGuerrieri, ore 20,30) con la Virtus Bologna? «Esatto, questa è proprio un'occasione speciale e mi auguro che la squadra lo capisca. Ma soprattutto mi rivolgo ai tifosi. Tutti i fabrianesi hanno negli occhi l'impresa della scorsa stagione, quando l'allora grandissima Kinder si inchinò ai biancazzurri e alla fantastica platea di casa. Di certo, in una situazione molto particolare come quella che stiamo vivendo, nel battesimo casalingo abbiamo tanto bisogno del nostro splendido pubblico… ».
Ma non penserai mica di vincere: d'accordo la Virtus ha i cerotti, ma voi (ancora senza Ballino) non sembrate affatto in grado di impensierirla.
«Nulla è impossibile. Sappiamo di essere, al momento, un autentico laboratorio alla ricerca della giusta chimica, ma quel parziale di 23-9 in nostro favore a Cantù con cui avevamo quasi riaperto la partita, qualcosa vorrà pur dire».
Eppure Porter va solo a fiammate, Hulett non ha ancora capito il suo imprescindibile ruolo di leader offensivo, Turner soffre tremendamente i lunghi agili e via di questo passo… «Tutto questo perché adesso come adesso ci possiamo esprimere sì e no al 60 per cento del nostro valore. Intendo dire che ci manca la continuità sui quaranta minuti e che ancora siamo nella fase di apprendimento, ma gli ampi margini di miglioramento ci inducono a rimanere ottimisti».
In più siete poco abituati al «combattimento» e alla vittoria: il giorno che arriverete a giocarvi una partita punto a punto, come pensate di «sfangarla»? «In fondo abbiamo giocatori capaci di dare il meglio in quei momenti e tutto sommato la cosa non mi preoccupa. Anzi, da parte mia continuo a credere nel progetto iniziale e, di conseguenza, nella salvezza».
Ma tutti vi danno come primissima candidata all'unico posto destinazione Legadue se non arriveranno al più presto gli agognati rinforzi.
«Calma, è trascorsa solo una giornata e la stagione si profila molto lunga. Se noi cominciamo a 'piangere' ora, cosa dovrebbe dire la Skipper che ha perso di tredici punti a Trieste? Quanto agli acquisti, sapete come la penso. Io non ne parlo più, anche perché non voglio che si trasformi in un alibi per tutti. Adesso come adesso davvero non ne abbiamo bisogno».
Alessandro Di Marco
Ma non penserai mica di vincere: d'accordo la Virtus ha i cerotti, ma voi (ancora senza Ballino) non sembrate affatto in grado di impensierirla.
«Nulla è impossibile. Sappiamo di essere, al momento, un autentico laboratorio alla ricerca della giusta chimica, ma quel parziale di 23-9 in nostro favore a Cantù con cui avevamo quasi riaperto la partita, qualcosa vorrà pur dire».
Eppure Porter va solo a fiammate, Hulett non ha ancora capito il suo imprescindibile ruolo di leader offensivo, Turner soffre tremendamente i lunghi agili e via di questo passo… «Tutto questo perché adesso come adesso ci possiamo esprimere sì e no al 60 per cento del nostro valore. Intendo dire che ci manca la continuità sui quaranta minuti e che ancora siamo nella fase di apprendimento, ma gli ampi margini di miglioramento ci inducono a rimanere ottimisti».
In più siete poco abituati al «combattimento» e alla vittoria: il giorno che arriverete a giocarvi una partita punto a punto, come pensate di «sfangarla»? «In fondo abbiamo giocatori capaci di dare il meglio in quei momenti e tutto sommato la cosa non mi preoccupa. Anzi, da parte mia continuo a credere nel progetto iniziale e, di conseguenza, nella salvezza».
Ma tutti vi danno come primissima candidata all'unico posto destinazione Legadue se non arriveranno al più presto gli agognati rinforzi.
«Calma, è trascorsa solo una giornata e la stagione si profila molto lunga. Se noi cominciamo a 'piangere' ora, cosa dovrebbe dire la Skipper che ha perso di tredici punti a Trieste? Quanto agli acquisti, sapete come la penso. Io non ne parlo più, anche perché non voglio che si trasformi in un alibi per tutti. Adesso come adesso davvero non ne abbiamo bisogno».
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino