UDINE - Vujacic è in spolvero, Stern e Alexander sono imprescindibili, Mulaomerovic e Thompson in recupero ma ancora in ritardo di condizione rispetto al resto del plotone: va da sé che stasera, contro la Benetton, l’esclusione dal roster arancione cadrà inevitabilmente su uno degli ultimi due. Frates fa pretattica, riservandosi ufficialmente di decidere all’ultimo istante ma in cuor suo ha probabilmente già scelto e come a Livorno toccherà ancora una volta al colored starsene in tribuna. È una Snaidero ancora in cantiere, quella che affronta al «Carnera» i campioni d’Italia di Ettore Messina, dirompenti all’esordio contro la De Vizia Avellino. Una squadra, quella veneta, che non presenta sulla carta punti deboli, basata sul nucleo storico Pittis-Bulleri-Edney-Stojic-Garbajosa affiancato da un Nemeth vera sorpresa dell’esordio. Importante, per i friulani, non provare a metterla sul piano della velocità: sarebbero dolori. Meglio impostare ritmi bassi, quelli ai quali Ettore Messina è comunque preparato e che contraddistinguono ogni avversario di medio livello dei tricolori trevigiani. E d’altra parte quella attuale è appunto una Snaidero intenta a leccarsi le ferite di una «vernice», quella contro la Mabo, portatrice di molti dolori e di poche gioie. Capace di una grande rimonta, Udine ha pagato alla lunga la rincorsa dal punto di vista atletico, segno di una condizione fisica precaria in alcuni giocatori chiave e che lo stesso allenatore Frates non nasconde. Pronostico sulla carta chiuso per la Snaidero ma, come dimostrato da Trieste contro la Skipper, nulla nel basket è scontato e di fronte a un pubblico alla vigilia non da grandi occasioni il pronostico potrebbe anche rovesciarsi.
Edi Fabris
Edi Fabris