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Messina, Udine per noi il primo vero test

L’erede di D’Antoni è prudente: ricorda lo sgambetto prima dello scudetto

Ettore Messina, che a Udine è stato di casa e sa bene che non è inospitale, mette comunque le mani avanti. La sua Benetton scudettata, ereditata da coach D’Antoni, la scorsa stagione ci ha rimesso due volte le penne contro la Snaidero: al Carnera quando comandava ancora Melillo, al Palaverde con il blitz dell’ex Frates prima dei play-off scudetto. L’ex ct azzurro, inoltre, nell’A1 2000-2001 pose la prima pietra della rifondazione della sua Kinder, quella proprio sì, dopo un ko in Friuli al cospetto degli arancione di Boniciolli.
«So che la Snaidero è la bestia nera della Benetton e, comunque, giocare in trasferta non è mai facile: Udine per noi è il primo, vero test» si cautela Messina. Non si tira indietro, peraltro, e ci mancherebbe: «Sulla carta siamo superiori, ma dobbiamo dimostrarlo sul parquet. Dipenderà pure da chi giocherà fra Thompson, più potente, e Vujacic, più agile. Attenzione ad Alexander, un 4 che tira da tre e da sotto. Attenzione soprattutto a non farci mettere sotto a rimbalzo, dove ora come ora facciamo fatica».
Messina sa già cosa aspettarsi dal collega Frates e non dà importanza allo scrimmage con la Snaidero di un paio di settimane fa al Palaverde. «Le squadre di Frates – anticipa – puntano su una buona difesa. Loro cercheranno di tenere basso il punteggio frenando il ritmo (e chissà che per questo Thompson non sia preferito a Vujacic, ndr) come già Avellino domenica scorsa. L’allenamento fatto con la Snaidero non fa testo: Mulaomerovic era al debutto, ora è diverso. Per noi è importante vincere subito fuori casa, la stagione regolare si vince passando su campi come questo di Udine».
Messina, insomma, richiama già all’ordine la Benetton a tratti svagata della prima fase della stagione scorsa. E i benettoniani rispondono subito presente, a cominciare dalla bandiera Pittis che sarà della partita nonostante la condrite alla cartilagine di un ginocchio che lo affligge.
Destinato, invece, a rimanere ancora fuori squadra è il centro croato Loncar, tagliato fuori dai dieci – con disappunto di Messina – dal fatto che l’altro croato Stojic non è ancora diventato comunitario grazie al passaporto tedesco. Oltre agli Usa Edney e Langdon, il coach preferisce sfruttare il buon momento dell’ungherese Nemeth come quarto extracomunitario.
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