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Scavolini, è già una prova d’appello

PESARO – I tifosi romani , oltre a decidere se vale la pena o no di acquistare il biglietto per andare a vedere stasera Myers e compagni contro la Scavolini (una mezza “bestia nera" del basket capitolino fin dai tempi di Valerio Bianchini contro Giancarlo Sacco), possono scegliere da oggi se abbonarsi o meno alla nuova stagione. I tifosi pesaresi invece, che l’abbonamento l’hanno già bell’e fatto e pure in gran numero, vorrebbero già da oggi poter dire che ne è valsa la pena. Quello che sul set del cinema e della tivù gli attori vorrebbero sempre sentirsi dire, “buona la prima!", non si applica invece ai protagonisti del palcoscenico biancorosso. La “prima" (di campionato) contro Siena non è stata buona per niente, nonostante la speranzosa rimonta del terzo quarto. La gente di Pesaro, con giustificata magnanimità, ha preferito sospendere il giudizio alla stregua di quei filosofi del “pensiero debole" che rifiutano qualunque certezza o previsione futura. E in questo momento nella “scuola" cestistica pesarese il pensiero è proprio... debolissimo.
Non è stata “bocciata" la nuova Scavolini: prudenza e buon senso dicono che non avrebbe potuto esserlo dopo appena quaranta minuti. Casomai rimandata a (fine) settembre e cioè appunto alle partite di stasera a Roma e di domenica prossima in casa contro l’Oregon Cantù. Giuste la prudenza e la cautela, e tre partite in fondo saranno ancora poche, però è anche vero che in una stagione così “larga", priva di impegni europei, e “corta" (visto il numero complessivo delle gare) non si potrà allungare oltremisura l’attesa di vedere all’opera quella squadra tosta e grintosa che è stata promessa alla tifoseria. Anche lasciando stare per adesso l’assillo del risultato, a cui tuttavia bisognerà anche pensare, non appare una pretesa eccessiva sperare di assistere fin da stasera ad una Scavolini molto diversa da quella balbettante del primo tempo con Siena. I margini di miglioramento, del resto, sembrano spaventosamente alti se solo si pensa a quanti biancorossi hanno “bucato" la gara d’esordio, a cominciare da Beric e Richardson, oggi alle prese con la coppia già rodata Myers-Righetti.
Il fattore “emozione", che è venuto provvidenzialmente in soccorso per spiegare la sconcertante impasse di sabato scorso, oggi non potrà più essere utilizzato. Il ghiaccio è stato rotto, sia pure con qualche dolorosa testata, e adesso che si è in ballo niente storie: bisogna ballare! Difesa aggressiva (come a tratti contro la Montepaschi si è pure visto), “gioco di squadra" ai rimbalzi per aiutare Lacey, McGhee e compagni di reparto contro Tusek e Santiago, più ordine e raziocinio in attacco e naturalmente, stavolta, una mira centrata: questo il facile abc del possibile riscatto pesarese, insieme ad un attento game-control (quando salta l’opzione del contropiede primario e secondario) per evitare il più possibile che si “gasino" Carlton Myers e Horace Jenkins.
Giancarlo Iacchini
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