ROMA — Non ha vinto, ma poteva farcela. Non ha vinto la perché sull'altro fronte ha trovato tutta l'esperienza di Myers. Tanto è bastato per rimandarla a casa a zero punti in una giornata ricca di colpi di scena ad iniziare da quello di Fabriano. Una Pesaro trasformata quella vista a Roma contro una formazione di grande esperienza e piena di pericolosi ex ad iniziare dall'ultima partenza, quella di Tusek.
Una gara soprattutto che porta fuori Beric da quella galleria di dolori e di critiche che lo hanno accompagnato per un anno e qualche mese. Il giocatore ha fornito contro la Roma una prestazione importante, soprattutto nel tiro dalla distanza, quell'arma che lo aveva completamente tradito nella prima uscita contro il Monte dei Paschi Siena. Ha reso «dolorante» Righetti anche se alla fine ha pagato nel duello contro Carlton Myers. Air gli è andato sopra e lo ha praticamente spento.
Ma non c'è solo Beric nella serata romana; l'altro disperso, Richardson, ha fatto vedere che c'è: un po' confusionario all'inizio, ma comunque produttivo sotto il profilo della resa dei falli e nel creare varchi per i compagni. Poi negli ultimi dieci minuti è stato l'ancora della Scavolini.
Tre colpi che hanno mantenuto Pesaro prima sul filo e poi l'hanno spinta avanti ad una manciata di secondi dal termine. Ha peccato di ingenuità nel finale, Pesaro; e ha pagato anche qualche gigioneria di troppo all'inizio dell'ultimo quarto. Poi qualche colpo pesante non è andato a segno. E' mancato un soffio all'aggancio dei due punti in palio.
Ancora indietro invece Mc Ghee che gira per il campo spaesato costruendo tiri poco felici, anche se nel finale ha cercato di dare una mano sotto i tabelloni. Non ha avuto tanto Bucchi dai suoi, ma sicuramente Crespi può lamentare diverse lune storte, come quella di Pecile, eroe dell'esordio e poco produttivo contro Roma, mentre Albano ha mantenuto lo standard alto avuto contro Siena. Una rondine non fa primavera, è vero. Ma la Scavolini vista a Roma è un'altra squadra rispetto a domenica scorsa. Adesso la prova del 9 contro Cantù.
Maurizio Gennari
Una gara soprattutto che porta fuori Beric da quella galleria di dolori e di critiche che lo hanno accompagnato per un anno e qualche mese. Il giocatore ha fornito contro la Roma una prestazione importante, soprattutto nel tiro dalla distanza, quell'arma che lo aveva completamente tradito nella prima uscita contro il Monte dei Paschi Siena. Ha reso «dolorante» Righetti anche se alla fine ha pagato nel duello contro Carlton Myers. Air gli è andato sopra e lo ha praticamente spento.
Ma non c'è solo Beric nella serata romana; l'altro disperso, Richardson, ha fatto vedere che c'è: un po' confusionario all'inizio, ma comunque produttivo sotto il profilo della resa dei falli e nel creare varchi per i compagni. Poi negli ultimi dieci minuti è stato l'ancora della Scavolini.
Tre colpi che hanno mantenuto Pesaro prima sul filo e poi l'hanno spinta avanti ad una manciata di secondi dal termine. Ha peccato di ingenuità nel finale, Pesaro; e ha pagato anche qualche gigioneria di troppo all'inizio dell'ultimo quarto. Poi qualche colpo pesante non è andato a segno. E' mancato un soffio all'aggancio dei due punti in palio.
Ancora indietro invece Mc Ghee che gira per il campo spaesato costruendo tiri poco felici, anche se nel finale ha cercato di dare una mano sotto i tabelloni. Non ha avuto tanto Bucchi dai suoi, ma sicuramente Crespi può lamentare diverse lune storte, come quella di Pecile, eroe dell'esordio e poco produttivo contro Roma, mentre Albano ha mantenuto lo standard alto avuto contro Siena. Una rondine non fa primavera, è vero. Ma la Scavolini vista a Roma è un'altra squadra rispetto a domenica scorsa. Adesso la prova del 9 contro Cantù.
Maurizio Gennari
Fonte: Il Resto del Carlino
