CARIFAC FABRIANO: Gattoni 13, Hulett 10, Porter 18, Clark 27, Turner 9; Nunez 22, Romagnoli 2, Genovese 2, De Angelis 2, Paleco. All. Carmenati.
VIRTUS BOLOGNA: Sekularac 2, Bell 22, Avleev 8, Andersen 9, Frosini 8; Attruia 2, Miralles 3, Gagneur 5, Brkic 3, Belinelli 6. All. Tanjevic.
ARBITRI: D'Este, Cerebuch. Anesin.
NOTE: Parziali 19-24, 56-37, 82-50. Spettatori 2000, incasso 29 mila euro.
FABRIANO — In fondo patron Madrigali alla Rai deve dire solo grazie. Grazie perché se domenica la Virtus che ospiterà la Pompea Napoli sarà la stessa, inguardabile armata brancaleone ieri sera vagante disorientata sulle tavole del PalaGuerrieri di Fabriano, farà bene a tenere lontane le telecamere, onde evitare improvvisi disamoramenti della palla a spicchi anche da parte dei più inguaribili appassionati. Intanto, si accontenti che lo «scempio» di ieri è stato riservato ai duemila «intimi» di Fabriano e si preoccupi di sequestrare immediatamente la videocassetta di una «non partita» da far venire i brividi. Venti minuti da incubo (54-32 al 19') bastano e avanzano per capire che la «Virtus B» è destinata a vedere più volte il motore grippare se le ruote di scorta proprio non riescono a tenere il ritmo. Quello di Fabriano (58 punti domenica a Cantù, 56 ieri a metà incontro!) sembra indiavolato, perché ad esaltare una squadra di centometristi con le molle ai piedi ci pensano cortesemente le «statuine» di Tanjevic. Sekularac si fa notare solo per i centimetri extra per un play, di Avleev non si hanno notizie, le due torri Frosini e Andersen paiono irriconoscibili rispetto a quelli che Messina aveva «plasmato» come eccellenti vice-Griffith. Resta lo stoico Bell — una luce squarciante nel buio felsineo — a caricarsi gran parte della produzione offensiva delle V nere (al riposo 22 per Charlie, 15 per «l'altra Virtus») e resta, invece, da capire l'oscuro motivo che abbia spinto il provocatore Tanjevic ad affidare la cabina di regìa al sedicenne Belinelli, mandandolo allo sbaraglio per sei lunghi minuti proprio nel cuore dell'allungo fabrianese. Ti aspetti che dopo il sermone di Boscia cambi tutto e difatti… cambia. Sì, ma in favore della Carifac (nella foto Gattoni) che non si accontenta di annerire la prima casella dopo una prestagione zeppa di «trentelli» in passivo anche con le neopromosse in Legadue, Osimo e Teramo. Così quando Clark inchioda l'ennesimo schiaccione delle pantere fabrianesi sulla testa degli impauriti agnellini bolognesi, alzi gli occhi al tabellone e scorgi (27') un 80-43 da brivido figlio dei terrificanti limiti della Virtus dei cerotti di un amalgama ancora da inventare. Di tempo per svuotare l'injury list e darci dentro con l'olio di gomito in palestra ce n'è a iosa, ma il pensierosissimo Madrigali, ieri quasi imbalsamato nel parterre fabrianese, avrà la pazienza di resistere senza mettere in scena uno dei suoi «terremoti»?
Alessandro Di Marco
VIRTUS BOLOGNA: Sekularac 2, Bell 22, Avleev 8, Andersen 9, Frosini 8; Attruia 2, Miralles 3, Gagneur 5, Brkic 3, Belinelli 6. All. Tanjevic.
ARBITRI: D'Este, Cerebuch. Anesin.
NOTE: Parziali 19-24, 56-37, 82-50. Spettatori 2000, incasso 29 mila euro.
FABRIANO — In fondo patron Madrigali alla Rai deve dire solo grazie. Grazie perché se domenica la Virtus che ospiterà la Pompea Napoli sarà la stessa, inguardabile armata brancaleone ieri sera vagante disorientata sulle tavole del PalaGuerrieri di Fabriano, farà bene a tenere lontane le telecamere, onde evitare improvvisi disamoramenti della palla a spicchi anche da parte dei più inguaribili appassionati. Intanto, si accontenti che lo «scempio» di ieri è stato riservato ai duemila «intimi» di Fabriano e si preoccupi di sequestrare immediatamente la videocassetta di una «non partita» da far venire i brividi. Venti minuti da incubo (54-32 al 19') bastano e avanzano per capire che la «Virtus B» è destinata a vedere più volte il motore grippare se le ruote di scorta proprio non riescono a tenere il ritmo. Quello di Fabriano (58 punti domenica a Cantù, 56 ieri a metà incontro!) sembra indiavolato, perché ad esaltare una squadra di centometristi con le molle ai piedi ci pensano cortesemente le «statuine» di Tanjevic. Sekularac si fa notare solo per i centimetri extra per un play, di Avleev non si hanno notizie, le due torri Frosini e Andersen paiono irriconoscibili rispetto a quelli che Messina aveva «plasmato» come eccellenti vice-Griffith. Resta lo stoico Bell — una luce squarciante nel buio felsineo — a caricarsi gran parte della produzione offensiva delle V nere (al riposo 22 per Charlie, 15 per «l'altra Virtus») e resta, invece, da capire l'oscuro motivo che abbia spinto il provocatore Tanjevic ad affidare la cabina di regìa al sedicenne Belinelli, mandandolo allo sbaraglio per sei lunghi minuti proprio nel cuore dell'allungo fabrianese. Ti aspetti che dopo il sermone di Boscia cambi tutto e difatti… cambia. Sì, ma in favore della Carifac (nella foto Gattoni) che non si accontenta di annerire la prima casella dopo una prestagione zeppa di «trentelli» in passivo anche con le neopromosse in Legadue, Osimo e Teramo. Così quando Clark inchioda l'ennesimo schiaccione delle pantere fabrianesi sulla testa degli impauriti agnellini bolognesi, alzi gli occhi al tabellone e scorgi (27') un 80-43 da brivido figlio dei terrificanti limiti della Virtus dei cerotti di un amalgama ancora da inventare. Di tempo per svuotare l'injury list e darci dentro con l'olio di gomito in palestra ce n'è a iosa, ma il pensierosissimo Madrigali, ieri quasi imbalsamato nel parterre fabrianese, avrà la pazienza di resistere senza mettere in scena uno dei suoi «terremoti»?
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino