AIR: Bracey 31 (7/7, 4/8), Giovacchini 7 (1/1, 1/3), Corrales 12 (3/4, 2/4), Gecevski 4 (1/4 da tre), Vanterpool 20 (4/9, 2/3), Middleton 21 (1/2, 5/5), Koutsopoulos 8 (3/3), Grgurevic 8 (3/5, 0/2), Kuehl 2 (1/1). Ne: La Torre. Allenatore: Markovski.
MABO: Mc Leod 22 (2/5, 4/10), Sambugaro 11 (2/2, 1/5), Elliott 13 (2/2, 2/4), Mutavdzic 12 (4/8), Santarossa 10 (3/5, 0/3), Cotani 4 (2/4, 0/1), Garri 7 (2/3, 0/1), Parente 5 (1/2, 0/1), Giachetti 1 (0/2 da tre). Ne: Bertocci. Allenatore: Banchi.
ARBITRI: Grossi di Roma, Taurino di Vignola e Nardecchia di L'Aquila.
NOTE - Tiri liberi: Air 22/28, Mabo 28/37. Tiri da due punti: Air 23/32, Mabo 1(/31. Tiri da tre: Air 15/28, Mabo 7/27. Rimbalzi: Air 38, Mabo 24. Air: 19 palle perse, 23 rec. Mabo: 21 perse, 21 rec. 5 falli: Koutsopoulos (33'36"), Elliott (39'53"). Tecnico alla panchina Mabo (33'57"). Spettatori: 1370, incasso 19.556 euro. Parziali: 25-27, 47-42, 84-58.
AVELLINO. Air, il nome dello sponsor è tutto un programma. Sono gli autobus dell'Irpinia, ma alla Mabo sembrano jet della pattuglia acrobatica e si ferma a guardarli, incantata. Il risultato è impietoso, una botta fra capo e collo, un brusco ritorno alla realtà dopo l'esordio zucchero e miele contro Udine. Avellino è un'insalata etnica, qui anche gli italiani si possono chiamare Anthony Giovacchini e Larry Middleton, ma per la prima davanti al pubblico irpino la squadra di Markovski indossa un vestito abbagliante.
La partita dura venti minuti, poi comincia la corrida. Livorno parte benissimo nel primo quarto (anche +12), nel secondo stringe i denti per contenere il rabbioso ritorno campano (47-42), ma dopo l'intervallo lungo è solo una 'goleada' biancoverde. 37-15 in dieci minuti, un parziale assurdo, che non può trovare giustificazioni tecniche. Certo, l'Air esce dagli spogliatoi e rovescia sul parquet una pressione difensiva spaventosa, taglia le linee di passaggio, toglie il respiro agli esterni e impedisce i rifornimenti sotto a Mutavdzic come la Snaidero non aveva fatto. Livorno, quando non perde palla prima, si limita a sparacchiare dal perimetro, e ogni ferro colpito è un'autostrada che si apre al contropiede nemico. Gambe vuote, occhi fissi, anime perse.
Lo schiaffone preso quattro giorni prima a Treviso è servito: Vanterpool e Middleton firmano un ventello canonico a testa, ma la sorpresa si chiama Bryan Bracey, americano travestito da irlandese. È il rivale diretto di Santarossa, ma lo asfalta con una partita incredibile. 31 punti, segnerebbe anche bendato. E pure i lunghi operai di Avellino vivono una notte da leoni. Segnano tutti, di tutto, di più. La Mabo va in albergo a meditare su questo -32 pesante, ma può consolarsi. Al PalaDelMauro niente ha funzionato. Bisognava difendere forte, giocare di squadra e non cadere nella trappola della velocità a tutti i costi, invece la frenesia biancoverde ha contagiato anche Elliott e compagni. Allora, se può servire ad addormentarsi prima, meglio perdere così che di un punto all'ultimo secondo.
Nelle pupille di questo giovedì di buio pesto resta il primo quarto, la partenza spigliata della Mabo, che dopo il 3-3 iniziale, si scatenava con un parzialone di 12-0 in due minuti (3-15 al 3'20"). Markovski bruciava d'urgenza il suo time out e poi calava sul tavolo verde il jolly Middleton: tre bombe in 70'' (alla fine il vecchio Larry avrà 5/5 nel tiro pesante) e Livorno faceva meno paura. 25-27 ospite alla prima sirena, poi con i lunghi carichi di falli (Mutavdzic due al 4', Elliott tre al 12', Garri tre al 17') Livorno trovava l'alibi per togliere il disturbo. Banchi provava a rifugiarsi nella zona, ma Avellino saliva sul 47-40 (19'), il 'trailer' di cosa sarebbe accaduto più tardi. Tiriamo una riga, Avellino è proprio maledetta.
Renzo Marmugi
MABO: Mc Leod 22 (2/5, 4/10), Sambugaro 11 (2/2, 1/5), Elliott 13 (2/2, 2/4), Mutavdzic 12 (4/8), Santarossa 10 (3/5, 0/3), Cotani 4 (2/4, 0/1), Garri 7 (2/3, 0/1), Parente 5 (1/2, 0/1), Giachetti 1 (0/2 da tre). Ne: Bertocci. Allenatore: Banchi.
ARBITRI: Grossi di Roma, Taurino di Vignola e Nardecchia di L'Aquila.
NOTE - Tiri liberi: Air 22/28, Mabo 28/37. Tiri da due punti: Air 23/32, Mabo 1(/31. Tiri da tre: Air 15/28, Mabo 7/27. Rimbalzi: Air 38, Mabo 24. Air: 19 palle perse, 23 rec. Mabo: 21 perse, 21 rec. 5 falli: Koutsopoulos (33'36"), Elliott (39'53"). Tecnico alla panchina Mabo (33'57"). Spettatori: 1370, incasso 19.556 euro. Parziali: 25-27, 47-42, 84-58.
AVELLINO. Air, il nome dello sponsor è tutto un programma. Sono gli autobus dell'Irpinia, ma alla Mabo sembrano jet della pattuglia acrobatica e si ferma a guardarli, incantata. Il risultato è impietoso, una botta fra capo e collo, un brusco ritorno alla realtà dopo l'esordio zucchero e miele contro Udine. Avellino è un'insalata etnica, qui anche gli italiani si possono chiamare Anthony Giovacchini e Larry Middleton, ma per la prima davanti al pubblico irpino la squadra di Markovski indossa un vestito abbagliante.
La partita dura venti minuti, poi comincia la corrida. Livorno parte benissimo nel primo quarto (anche +12), nel secondo stringe i denti per contenere il rabbioso ritorno campano (47-42), ma dopo l'intervallo lungo è solo una 'goleada' biancoverde. 37-15 in dieci minuti, un parziale assurdo, che non può trovare giustificazioni tecniche. Certo, l'Air esce dagli spogliatoi e rovescia sul parquet una pressione difensiva spaventosa, taglia le linee di passaggio, toglie il respiro agli esterni e impedisce i rifornimenti sotto a Mutavdzic come la Snaidero non aveva fatto. Livorno, quando non perde palla prima, si limita a sparacchiare dal perimetro, e ogni ferro colpito è un'autostrada che si apre al contropiede nemico. Gambe vuote, occhi fissi, anime perse.
Lo schiaffone preso quattro giorni prima a Treviso è servito: Vanterpool e Middleton firmano un ventello canonico a testa, ma la sorpresa si chiama Bryan Bracey, americano travestito da irlandese. È il rivale diretto di Santarossa, ma lo asfalta con una partita incredibile. 31 punti, segnerebbe anche bendato. E pure i lunghi operai di Avellino vivono una notte da leoni. Segnano tutti, di tutto, di più. La Mabo va in albergo a meditare su questo -32 pesante, ma può consolarsi. Al PalaDelMauro niente ha funzionato. Bisognava difendere forte, giocare di squadra e non cadere nella trappola della velocità a tutti i costi, invece la frenesia biancoverde ha contagiato anche Elliott e compagni. Allora, se può servire ad addormentarsi prima, meglio perdere così che di un punto all'ultimo secondo.
Nelle pupille di questo giovedì di buio pesto resta il primo quarto, la partenza spigliata della Mabo, che dopo il 3-3 iniziale, si scatenava con un parzialone di 12-0 in due minuti (3-15 al 3'20"). Markovski bruciava d'urgenza il suo time out e poi calava sul tavolo verde il jolly Middleton: tre bombe in 70'' (alla fine il vecchio Larry avrà 5/5 nel tiro pesante) e Livorno faceva meno paura. 25-27 ospite alla prima sirena, poi con i lunghi carichi di falli (Mutavdzic due al 4', Elliott tre al 12', Garri tre al 17') Livorno trovava l'alibi per togliere il disturbo. Banchi provava a rifugiarsi nella zona, ma Avellino saliva sul 47-40 (19'), il 'trailer' di cosa sarebbe accaduto più tardi. Tiriamo una riga, Avellino è proprio maledetta.
Renzo Marmugi