Nonostante un onorevole scarto finale che premia l'orgoglio friulano, derby quasi a senso unico in un Carnera silenzioso per lo sciopero degli ultras friulani, singolarmente "offesi" per il puntuale provvedimento della magistratura che ha bloccato per un anno fuori dai palazzetti i capi più facinorosi.Ritagliandosi sprazzi davvero tricolori a comprensibili pause, la Benetton ha dominato una Snaidero ovviamente ancora lontana da una intelaiatura convincente per la condizione deficitaria di Mulaomerovic (appena arrivato), Thompson (grasso non meno di Tomidy l'anno scorso a Treviso) e di Alexander (ancora sintonizzato su morbide frequenze israeliane specie in difesa). Solo nel secondo quarto gli arancione si sono rifatti sotto sia per la vivacità dei baby Vujacic e Zacchetti oltre che agli sprazzi di Mula, sia per una deconcentrazione difensiva dei campioni d'Italia che Messina ha puntualmente stigmatizzato con toni non esattamente dantoniani come si è forse reso conto Bulleri per primo.
Nella consueta turnazione degli extracomunitari, Frates sceglie con una buona dose di coraggio di mandare in tribuna il pivot Stern abbassando il quintetto per moltiplicare la staffetta su Edney: le prime battute sembrano penalizzare la svolta tattica friulana perchè Cantarello non argina un Marconato che arpiona rimbalzi d'attacco ma soprattutto riceve palloni come raramente l'anno scorso. E li mette dentro: 15 punti cn 4-6 da sotto e 7-4 ai liberi nei soli primi 20'. La Benetton così arriva persino a +15 (21-6 al 9') senza aver bisogno di esibire grandi cose se non una difesa abbastanza solida specie su Alexander ma non sempre su Mian che obbliga Langdon a spendere subito due falli. I campioni d'Italia soffrono eccessivamente l'abulia di Stojic e la disabitudine di Garbajosa a riprendere confidenza col gioco d'area (quante infrazioni di passi spalle a canestro!) e non solo perimetrale come disinvolta regola agli "happy days" di Fonzy D'Antoni ma la vera "colpa", l'unica in realtà, della squadra veneta è l'aver concesso troppi tiri da tre in libertà ad un Zacchetti in overdose di fiducia dopo la convocazione in azzurro.Il derby ritorna così in equilibrio quasi automaticamente nel finale del secondo quarto quando la Snaidero riaddenta i trevigiani (38-40 al 19'40") ma è un attimo, la nitida e normale conseguenza di un rilassamento mentale. Infatti la Benetton uscita dallo spogliatoio appare subito più viva con la palla e concentrata senza. Edney frigge l'area friulana versando in entrata olio bollente che scortica subito il match rimettendo una dozzina di punti fra le due squadre ed addirittura 16 (69-53) all'inizio dell'ultima frazione. È la Benetton davvero Benetton, concretissima come Langdon, 18 punti senza quasi mai apparire, un lampo accecante di classe. Sulla buona strada per difendere al meglio lo scudetto.
Per Udine non c'è scampo: si lascia ormai trafiggere dallo spiedo dei contropiedi tricolori. Il 18enne Vujacic, un orgoglioso Li Vecchi ed il solito Zacchetti sono gli ultimi ad arrendersi mentre dall'altra parte Edney si merita gli applausi dei tifosi friulani più competenti e sportivi che per fortuna sono ancora tanti.
Luigi Maffei
Nella consueta turnazione degli extracomunitari, Frates sceglie con una buona dose di coraggio di mandare in tribuna il pivot Stern abbassando il quintetto per moltiplicare la staffetta su Edney: le prime battute sembrano penalizzare la svolta tattica friulana perchè Cantarello non argina un Marconato che arpiona rimbalzi d'attacco ma soprattutto riceve palloni come raramente l'anno scorso. E li mette dentro: 15 punti cn 4-6 da sotto e 7-4 ai liberi nei soli primi 20'. La Benetton così arriva persino a +15 (21-6 al 9') senza aver bisogno di esibire grandi cose se non una difesa abbastanza solida specie su Alexander ma non sempre su Mian che obbliga Langdon a spendere subito due falli. I campioni d'Italia soffrono eccessivamente l'abulia di Stojic e la disabitudine di Garbajosa a riprendere confidenza col gioco d'area (quante infrazioni di passi spalle a canestro!) e non solo perimetrale come disinvolta regola agli "happy days" di Fonzy D'Antoni ma la vera "colpa", l'unica in realtà, della squadra veneta è l'aver concesso troppi tiri da tre in libertà ad un Zacchetti in overdose di fiducia dopo la convocazione in azzurro.Il derby ritorna così in equilibrio quasi automaticamente nel finale del secondo quarto quando la Snaidero riaddenta i trevigiani (38-40 al 19'40") ma è un attimo, la nitida e normale conseguenza di un rilassamento mentale. Infatti la Benetton uscita dallo spogliatoio appare subito più viva con la palla e concentrata senza. Edney frigge l'area friulana versando in entrata olio bollente che scortica subito il match rimettendo una dozzina di punti fra le due squadre ed addirittura 16 (69-53) all'inizio dell'ultima frazione. È la Benetton davvero Benetton, concretissima come Langdon, 18 punti senza quasi mai apparire, un lampo accecante di classe. Sulla buona strada per difendere al meglio lo scudetto.
Per Udine non c'è scampo: si lascia ormai trafiggere dallo spiedo dei contropiedi tricolori. Il 18enne Vujacic, un orgoglioso Li Vecchi ed il solito Zacchetti sono gli ultimi ad arrendersi mentre dall'altra parte Edney si merita gli applausi dei tifosi friulani più competenti e sportivi che per fortuna sono ancora tanti.
Luigi Maffei
Fonte: Il Gazzettino