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Tanjevic dopo il disastro di giovedì

"Virtus senza reazioni, spero che torni Rigaudeau"

IMPOSSIBILE dimenticare o esorcizzare: la batosta di Fabriano resta pesante anche a freddo. La Virtus surclassata è un fatto sensazionale, pure per i diretti interessati. Boscia Tanjevic, il giorno dopo, s´è presentato umanamente giù di corda. Le tremende novità hanno sorpreso anche lui.
«In quasi trent´anni di carriera da coach non ricordo una sconfitta di 35. Ne presi 28 la passata stagione e 28 poco fa in Supercoppa: un numero magico, al contrario».
Una sberla del genere e poi da Fabriano...
«Non vedo differenze, 35 son sempre 35. Loro hanno giocato benissimo e trovato in noi dei complici perfetti. Il dramma sono state le palle perse, che hanno tramutato l´insicurezza generale in panico, togliendoci ogni possibilità di difendere. E più Fabriano cresceva più la Virtus si sgonfiava».
S´è visto. Ma un tentativo per evitare almeno la mattanza non si poteva fare?
«Questo mi ha preoccupato. Non c´è stata nessuna reazione. Nel secondo tempo sarebbe stato giusto provare a far qualcosa. Ma i giocatori erano delusi di loro stessi e si sono fatti travolgere dalla valanga. La buona partenza è stata una trappola, che ha sparso la convinzione che sarebbe bastato uno che facesse sempre canestro, senza pensare subito a difendere».
Tutti sulle spalle di Bell non si può stare, contro nessuno, ma i crolli dopo inizi decenti sembrano una regola.
«Un effettivo calo di forze alla fine c´è. Ci stiamo lavorando e almeno su questo in allenamento si vede qualcosa».
Molto poco però in partita. Il gruppo non potrebbe cadere nell´angoscia che la Virtus vera è quella di giovedì?
«Non siamo quelli. La nostra espressione odierna è migliore, malgrado le difficoltà. Ma già da domani credo che non arriveremo al peggio di Fabriano. Lì la Virtus s´è sfaldata».
Si vergogna ancora, come ha dichiarato nel dopo gara?
«Certo. Io sono l´allenatore che ha perso di 35 e ho voluto interpretare anche il sentimento dei giocatori. Non è stato uno sfogo, bensì una constatazione. Il nostro problema attuale rimane il tempo: una preparazione così non l´ho mai fatta, dovremo arrangiarci».
Tra i singoli, Sekularac e Avleev sembrano piovuti da un altro mondo.
«Mladen sta subendo la nuova realtà. È giovane, ma io facevo giocare play fisso Bodiroga a 19 anni, ed era meno esperto di lui. Per Sekularac è cambiato il modo di giocare e anche il livello del campionato, che in Jugoslavia è più basso. In questo momento altri, come Attruia, non hanno il passo. Mladen migliorerà, deve assorbire il nuovo ambiente e trovare la forma. Lo stesso vale per Avleev, che è pesante e gli ci vorrà un po´ per mettersi in moto. E tutti hanno ancora bisogno di digerire il gioco».
La situazione da incerta è diventata drammatica. Tanjevic oggi incontrerà Madrigali: per dirsi cosa?
«Col presidente, che a Fabriano ci ha detto le giuste parole, ed è stato grande, parleremo del momento. Si discuterà dei problemi, ma per quanto mi riguarda non cercheremo altra gente. I rinforzi arriveranno da dentro. Rigaudeau ha iniziato a fare qualcosa col pallone, ma ne ha risentito. Spero di averlo domani, ma non sono sicuro».
Di fronte avrete Napoli, che avrà un impatto atletico simile a Fabriano. Si rischia.
«Sarà una partita pericolosa, come tutte, adesso. Già Reggio ci aveva messo alle corde. Mi sembrano coperti in tutti i ruoli. La nostra lotta contro il tempo continua».
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica
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