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Virtus nelle mani di Rigaudeau

Sette giorni dopo, quell'errore a fil di sirena di Rombaldoni assume ancora più valore. Sette giorni dopo l'esordio nel campionato numero 81 la Virtus di Tanjevic ritrova il suo Godot, al secolo Antoine Rigaudeau. L'importanza del francese, da quando nell'estate del 1997 decise di legare il suo destino a quello dei colori bianconeri, non è mai stato in discussione. Ma adesso, in un complesso giovane e probabilmente stordito dal –35 di Fabriano, la presenza di Antoine diventa fondamentale. Per dare i giusti ritmi a una squadra che perde troppi palloni – esponendosi così al micidiale contropiede avversario, come ha rimarcato Tanjevic – e per infondere coraggio a compagni pieni di talento, freschezza atletica, ma ancora frenati.
Perché la forma – nelle parole di Boscia ricorrono spesso i riferimenti a Sekularac e Avleev – non si acquista nel giro di pochi giorni. Ma in palestra, sudando e sgobbando, per recuperare il tempo perduto. Chi l'ha perso a Indianapolis (Ruslan) con una nazionale che gli ha dato poche soddisfazioni, chi in viaggio (Mladen), per ottenere il visto necessario e strappare così il permesso di soggiorno per lavoro subordinato-basket.
Per la Virtus non è l'ultima spiaggia perché sarebbe ingeneroso bocciare un gruppo che si è ritrovato da poco e che ha lasciato alcuni (troppi) pezzi pregiati – Smodis, Bowdler, Beard, Morlende, Becirovic – in infermeria.
Oggi, però, serve una risposta precisa perché, con tutte le attenuanti del caso, la Virtus, con un organico del genere, non si può permettere di perdere a Fabriano. E di farlo con un passivo francamente imbarazzante.
Dall'altra parte del campo una neopromossa, Napoli (allenata all'inizio dell'anno scorso da Dado Lombardi, anche lui discusso, come tutta la Virtus attuale), che fa della fisicità e dell'esuberanza le sue arme migliori. Proprio come Fabriano.
Fondamentale, appunto, il rientro in squadra di Rigaudeau. E' vero che Tanjevic non ama la figura del play tradizionale, perché non vuole legare il suo gioco a un solo elemento. Ma un play, come Rigaudeau, a Fabriano avrebbe evitato che la squadra, pur in difficoltà, si esponesse al massacro. Non sarà il salvatore della patria, Antoine, ma da un paio di stagioni ha atteggiamenti da leader vero. Quello che è mancato finora. La società, intanto, cerca di recuperare il pubblico (la campagna abbonamenti è ancora aperta) lanciando le tessere per i cuccioli. Ma per richiamare gente a Casalecchio (palla a due alle 18,15), oltre a condizioni economiche favorevoli - per gli under 11 naturalmente (l'abbonamento si potrà sottoscrivere anche oggi, nelle biglietterie del PalaMalaguti, al prezzo di 75 euro, i minori di 6 anni non pagano) – ora serve anche una risposta, di carattere, da parte della squadra.
Alessandro Gallo
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