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Dopo il “risveglio” di Richardson ora tocca a McGhee

La svolta può arrivare da “Ace”

PESARO – Torniamo all’antico: a giocare la domenica pomeriggio, per esempio, e magari anche a vincere la partita. Se la teoria dell’evoluzione si applica anche al basket, la terza di campionato dovrebbe mostrare una Scavolini cresciuta il giusto e finalmente in grado di portare a casa i suoi primi due punti stagionali. L’avversario è un altro osso duro, ma oggi puntare al risultato, e non solo all’evoluzione tecnica della nuova squadra, non è velleitario né troppo ambizioso. E’ la naturale risultante di una trasferta romana che ha evidenziato un netto progresso dei biancorossi di Crespi rispetto alla gara d’esordio, lasciando pur sempre molto ampi gli spazi di miglioramento. Dopo la netta accelerazione di un campione atteso come il “ragno" Richardson, che nella capitale ha deliziato il palato dei tifosi pesaresi presenti (oltre a quelli che hanno seguito la registrazione dell’incontro sull’emittente Tvrs) con giocate da vero funambolo del parquet, sarà oggi la volta di “Ace" McGhee? Difficile, auspicio a parte, sciogliere con sicurezza il dilemma; ma una cosa è certa: il prossimo stadio dell’evoluzione pesarese passa per l’esplosione dell’ala forte americana, senza con questo nulla togliere a quel Corey Albano che con le sue buone prestazioni in queste prime due giornate di campionato ha parzialmente compensato il forfait offensivo dell’Asso di Oklahoma.
Contro una squadra, quella canturina, che non ha centri giganteschi e che anzi a Reggio Calabria ha messo in campo uno starting five così piccolo da schierare pivot il “due metri" Stonerook, la coppia Lacey-McGhee potrebbe finalmente dire la sua anche in questa fase di rodaggio, e chissà che pure il danesone Christoffersen non possa fare finalmente la sua parte, evitando di farsi stoppare come un “piccolo" al primo (e unico) tiro effettuato! Alla riconferma di Beric e Richardson sui livelli di Roma, dovrebbe sommarsi poi la ripresa di Pecile e di Gilbert. Paradossale il “caso" della Roccia del Missouri: arrivato in Italia con la fama del “tiratore folle", si sta sforzando con zelante impegno di fare il buon playmakerino che guarda solo i compagni e mai il canestro: ma siamo sicuri che è questo che Crespi vuole da lui, tanto più quando sono così pochi i biancorossi dalla mano calda in questo strano inizio di stagione? Se la nuova Scavolini dovrà essere veloce, spigliata e aggressiva come chiede il coach, allora avrà bisogno anche della “spontaneità" di tutti i suoi giocatori. Che siano se stessi, che giochino in maniera spavalda e “ruspante". Ed allora la gente, se si diverte, saprà perdonare gli errori commessi per eccesso di irruenza, come quelli di Malaventura nel finale della partita di Roma.
La consistenza, le ambizioni e le possibilità della Vuelle “02-03" sono ancora avvolte nel mistero, e l’appuntamento di oggi rappresenta un’altra importante verifica. Ma siccome le porte della speranza restano aperte, è bello pensare che l’Oregon porti oggi con sé il “testimone" della squadra-rivelazione e lo consegni alla Scavolini, che si è tanto ispirata in estate al “modello Cantù" da meritare l’ideale staffetta.
Giancarlo Iacchini
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