META´ spettatori, metà risultati. L´equazione non è bella, ma al momento in Virtus va così. E adesso, cosa si aspetteranno oggi contro Napoli i tremila che hanno sofferto con la Viola e ascoltato, da lontano, l´onta di Fabriano? C´è stato d´emergenza a Casalecchio, c´è disaffezione tra la gente, anche se s´ode un´eco di manovre societarie per ingrassare l´anemico numero di abbonati, c´è un largo pezzo di platea che ha gettato la spugna. Poi, uno zoccolo duro non solo assiste, ma resiste. E cosa s´aspetta, da stasera in poi?
Daniele Fornaciari è un´istituzione tra i fedelissimi del parterre. Inappuntabile in giacca e cravatta, tutto il palazzo lo vede quasi sempre in piedi a bordocampo a parlare, con gli arbitri o ai giocatori. Lui non mollerà. «Si può personalmente non essere d´accordo con le scelte della dirigenza o avere delle antipatie personali, ma io sarò sempre per la Virtus. Trent´anni fa ero a Cantù agli spareggi per non retrocedere, ho visto cose inguardabili... Adesso sono triste, un momento così duro non era mai capitato: c´è poca gente, capirei la decisione di tornare a Piazza Azzarita. Ma anche a Ozzano io seguirei sempre la Virtus. Che va oltre i presidenti, i dirigenti, gli allenatori e i giocatori. Sono della stessa idea di Porelli. La squadra? Bisogna aspettare. Da gennaio potrebbe cominciare a farci divertire».
Sugli spalti la situazione è delicata. Degli oltre duemila abbonati che mancano all´appello, i Forever Boys erano, nelle scorse stagioni, il gruppo organizzato più numeroso. Solo una decina di loro erano presenti all´esordio, con lo striscione «Sia dentro che fuori... difendiamo i nostri valori». I Forever ufficialmente seguono la Virtus solo in trasferta, perché al momento non condividono «i modi di agire della società. Non contestiamo la squadra». Questa è la posizione del gruppo, mentre a titolo personale Cristiano Tabellini dice: «Troppe assenze, mancano anche i riferimenti storici e gli esempi ai quali rivolgersi. Madrigali aveva detto che questa Virtus avrebbe divertito, alleggerita dalle tensioni e dalle angosce e che avrebbe conservato i suoi valori. Attualmente non vedo niente del genere». I Forever, circa 250, avranno le loro ragioni, poi ci sarebbero anche quelle degli altri abbonati: i «silenziosi», storicamente la stragrande maggioranza. La sensazione è che il presidente non riscuota molte simpatie (eufemismo) e che questo sia uno dei principali motivi, assieme ai prezzi, del calo delle tessere.
Il Gruppo Vincere è rimasto invece ad appoggiare la squadra, anche se le ultime uscite hanno generato preoccupazione e anche scontento. E oggi al PalaMalaguti potrebbe scapparci uno striscione di «richiamo». «Dare un giudizio adesso - afferma il rappresentante Luca Bovinelli - è prematuro, perché l´organico è decimato, ma l´atteggiamento nella debacle di Fabriano non c´è andato giù. La Virtus non può perdere di 35. Non siamo preoccupati, ma non ci va di vedere mollare così: chi porta questa maglia da tempo faccia capire ai nuovi che bisogna reagire. Nessuna condanna, ma un appello era dovuto». Difficile sistemare tutto in 40´, ma stasera qualcosa la Virtus dovrà tirar fuori.
Francesco Forni
Daniele Fornaciari è un´istituzione tra i fedelissimi del parterre. Inappuntabile in giacca e cravatta, tutto il palazzo lo vede quasi sempre in piedi a bordocampo a parlare, con gli arbitri o ai giocatori. Lui non mollerà. «Si può personalmente non essere d´accordo con le scelte della dirigenza o avere delle antipatie personali, ma io sarò sempre per la Virtus. Trent´anni fa ero a Cantù agli spareggi per non retrocedere, ho visto cose inguardabili... Adesso sono triste, un momento così duro non era mai capitato: c´è poca gente, capirei la decisione di tornare a Piazza Azzarita. Ma anche a Ozzano io seguirei sempre la Virtus. Che va oltre i presidenti, i dirigenti, gli allenatori e i giocatori. Sono della stessa idea di Porelli. La squadra? Bisogna aspettare. Da gennaio potrebbe cominciare a farci divertire».
Sugli spalti la situazione è delicata. Degli oltre duemila abbonati che mancano all´appello, i Forever Boys erano, nelle scorse stagioni, il gruppo organizzato più numeroso. Solo una decina di loro erano presenti all´esordio, con lo striscione «Sia dentro che fuori... difendiamo i nostri valori». I Forever ufficialmente seguono la Virtus solo in trasferta, perché al momento non condividono «i modi di agire della società. Non contestiamo la squadra». Questa è la posizione del gruppo, mentre a titolo personale Cristiano Tabellini dice: «Troppe assenze, mancano anche i riferimenti storici e gli esempi ai quali rivolgersi. Madrigali aveva detto che questa Virtus avrebbe divertito, alleggerita dalle tensioni e dalle angosce e che avrebbe conservato i suoi valori. Attualmente non vedo niente del genere». I Forever, circa 250, avranno le loro ragioni, poi ci sarebbero anche quelle degli altri abbonati: i «silenziosi», storicamente la stragrande maggioranza. La sensazione è che il presidente non riscuota molte simpatie (eufemismo) e che questo sia uno dei principali motivi, assieme ai prezzi, del calo delle tessere.
Il Gruppo Vincere è rimasto invece ad appoggiare la squadra, anche se le ultime uscite hanno generato preoccupazione e anche scontento. E oggi al PalaMalaguti potrebbe scapparci uno striscione di «richiamo». «Dare un giudizio adesso - afferma il rappresentante Luca Bovinelli - è prematuro, perché l´organico è decimato, ma l´atteggiamento nella debacle di Fabriano non c´è andato giù. La Virtus non può perdere di 35. Non siamo preoccupati, ma non ci va di vedere mollare così: chi porta questa maglia da tempo faccia capire ai nuovi che bisogna reagire. Nessuna condanna, ma un appello era dovuto». Difficile sistemare tutto in 40´, ma stasera qualcosa la Virtus dovrà tirar fuori.
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica