IL capitano francese si rimette al timone e pilotando a testa lucida e braccio forte fa doppiare alla Virtus il promontorio della paura. Altri due puntacci raccolti contro Napoli, giocando meglio del solito (che però era pochino), matando una Pompea che assalta scomposta e manca di pugno quand´è il momento di darlo. Almeno la classifica non piange, il resto invece lacrima ancora da parecchi orifizi, ma si sa che Roma non fu fatta in un giorno. Neanche Casalecchio.
Le Roi mette sul piatto 14 punti, tutti nella ripresa, limita le scorrerie di Greer, il miglior nemico, accende luci davanti e dietro. Poi, ridotti al minimo i cambi, pure perché Sekularac, a metà, dà forfait, Tanjevic spreme quel che deve dai più esperti della ciurma. C´è così la firma di Frosini, di Andersen, malgrado molte sbandate, del Bell che molto spreca ma tanto fattura, e pure di Attruia, se i fischiatori in automatico non s´adonteranno. Napoli è stata lì per fare il colpo, anche se il suo ultimo quarto è stato troppo sprecone per riuscirci. Troppi pure i farfalloni, accanto a Greer e a Michelone Anderson che, 7/9 e 8 rimbalzi in 26´, potrebbe essere oggi, dopo gli antichi dileggi, il miglior pivot della Virtus. O tempora o mores.
Davanti ai soliti tremila, ovviamente non ufficiali, va in parità secca la prima mezza partita, figlia di due quarti perfettamente opposti. Nel primo, la Virtus fa tutto bene, a parte scrivere 29 punti, che per i suoi precedenti bottini (70 + 68, tra Viola e Fabriano) sono un pacco. Ma pure il modo è efficace: si coglie un 67% globale senza dipendere da un solo dio, sparano quelli vicini e lontani e sarà pure che Napoli in difesa fa ridere, ma la palla dentro ci va. Nel secondo quarto qualcuno spegne la luce, perché dal -8 Napoli vola a +8 in tre minuti da film dell´orrore. Viene in mente Fabriano, e quel tragico 37-13 che, nello stesso secondo quarto, girò la braciola sulla griglia. Napoli sorpassa con 5 contropiedi filati, in cui le basta correre contro un quintetto Capodimonte. Immobili statuine. Poi allunga con due missili di Penberthy da otto metri. Parziale 18-2, totale 39-31. Ma questa volta il treno non deraglia e, sfruttando il fisico, la Virtus impatta, pur infilando solo 14 punticini.
Ripresa. 5 punti filati di Andersone spaccano la parità, in più c´è la misteriosa sparizione di Sekularac, che rientra dallo spogliatoio al braccio del dottor Rimondini e il terzo fallo di Andersino. Così, Tanjevic butta là Brkic, fin qui oggetto smarrito. E sul -5 il serbo di Cesena fotocopia 5 punti filati che riempiono il fosso. Rigaudeau, con la sua prima rasoiata, sorpassa a 50. E prende poi in entrata il quarto di Andersone, che è il problema più grosso da risolvere. Ancora parità all´ultimo pit stop, quando una tripla del Re apre come il mar Rosso il quarto quarto e un tap-in schiacciato di Bell (alla Ginobili) scalda la folla. La Virtus ha un +6 a 6´22´´ (73-67) quando Tanjevic fa rifiatare Antoine, Napoli non l´imbuca mai (5 punti in 7´, 2/11). La Virtus è sfatta, sta 3´ a secco finchè sul 75-72 la spantanano 4 liberi di Bell. A 4´´, Jones sale a -2, ma Rigaudeau, sul fallo tattico, chiude dalla lunetta.
Walter Fuochi
VIRTUS-POMPEA 83-79
Virtus: Sekularac 2, Bell 27, Avleev 10, Frosini 10, Andersen D. 11, Attruia 4, Belinelli, Rigaudeau 14, Brkic 5, Miralles.
Pompea: Greer 26, Palladino 5, Clack 4, Nees 6, Andersen M. 16, Rajola, Penberthy 10, Jones 12, Gatto. N.e. Costantino.
Arbitri: Tola, Borroni, Quacci.
Note: liberi: Bo 20/24, Na 10/16. Da due: Bo 24/48, Na 24/46. Da tre: Bo 5/17, Na 7/18. Rimbalzi: Bo 44, Na 29.
Parziali: 5´ 12-9, 10´ 29-21, 15´ 32-39, 20´ 43-43, 25´ 52-52, 30´ 64-64, 35´ 73-69, 40´ 83-79. Massimo vantaggio Virtus: +9 (25-16) al 9´. Massimo svantaggio: -8 (31-39) al 13´.
Le Roi mette sul piatto 14 punti, tutti nella ripresa, limita le scorrerie di Greer, il miglior nemico, accende luci davanti e dietro. Poi, ridotti al minimo i cambi, pure perché Sekularac, a metà, dà forfait, Tanjevic spreme quel che deve dai più esperti della ciurma. C´è così la firma di Frosini, di Andersen, malgrado molte sbandate, del Bell che molto spreca ma tanto fattura, e pure di Attruia, se i fischiatori in automatico non s´adonteranno. Napoli è stata lì per fare il colpo, anche se il suo ultimo quarto è stato troppo sprecone per riuscirci. Troppi pure i farfalloni, accanto a Greer e a Michelone Anderson che, 7/9 e 8 rimbalzi in 26´, potrebbe essere oggi, dopo gli antichi dileggi, il miglior pivot della Virtus. O tempora o mores.
Davanti ai soliti tremila, ovviamente non ufficiali, va in parità secca la prima mezza partita, figlia di due quarti perfettamente opposti. Nel primo, la Virtus fa tutto bene, a parte scrivere 29 punti, che per i suoi precedenti bottini (70 + 68, tra Viola e Fabriano) sono un pacco. Ma pure il modo è efficace: si coglie un 67% globale senza dipendere da un solo dio, sparano quelli vicini e lontani e sarà pure che Napoli in difesa fa ridere, ma la palla dentro ci va. Nel secondo quarto qualcuno spegne la luce, perché dal -8 Napoli vola a +8 in tre minuti da film dell´orrore. Viene in mente Fabriano, e quel tragico 37-13 che, nello stesso secondo quarto, girò la braciola sulla griglia. Napoli sorpassa con 5 contropiedi filati, in cui le basta correre contro un quintetto Capodimonte. Immobili statuine. Poi allunga con due missili di Penberthy da otto metri. Parziale 18-2, totale 39-31. Ma questa volta il treno non deraglia e, sfruttando il fisico, la Virtus impatta, pur infilando solo 14 punticini.
Ripresa. 5 punti filati di Andersone spaccano la parità, in più c´è la misteriosa sparizione di Sekularac, che rientra dallo spogliatoio al braccio del dottor Rimondini e il terzo fallo di Andersino. Così, Tanjevic butta là Brkic, fin qui oggetto smarrito. E sul -5 il serbo di Cesena fotocopia 5 punti filati che riempiono il fosso. Rigaudeau, con la sua prima rasoiata, sorpassa a 50. E prende poi in entrata il quarto di Andersone, che è il problema più grosso da risolvere. Ancora parità all´ultimo pit stop, quando una tripla del Re apre come il mar Rosso il quarto quarto e un tap-in schiacciato di Bell (alla Ginobili) scalda la folla. La Virtus ha un +6 a 6´22´´ (73-67) quando Tanjevic fa rifiatare Antoine, Napoli non l´imbuca mai (5 punti in 7´, 2/11). La Virtus è sfatta, sta 3´ a secco finchè sul 75-72 la spantanano 4 liberi di Bell. A 4´´, Jones sale a -2, ma Rigaudeau, sul fallo tattico, chiude dalla lunetta.
Walter Fuochi
VIRTUS-POMPEA 83-79
Virtus: Sekularac 2, Bell 27, Avleev 10, Frosini 10, Andersen D. 11, Attruia 4, Belinelli, Rigaudeau 14, Brkic 5, Miralles.
Pompea: Greer 26, Palladino 5, Clack 4, Nees 6, Andersen M. 16, Rajola, Penberthy 10, Jones 12, Gatto. N.e. Costantino.
Arbitri: Tola, Borroni, Quacci.
Note: liberi: Bo 20/24, Na 10/16. Da due: Bo 24/48, Na 24/46. Da tre: Bo 5/17, Na 7/18. Rimbalzi: Bo 44, Na 29.
Parziali: 5´ 12-9, 10´ 29-21, 15´ 32-39, 20´ 43-43, 25´ 52-52, 30´ 64-64, 35´ 73-69, 40´ 83-79. Massimo vantaggio Virtus: +9 (25-16) al 9´. Massimo svantaggio: -8 (31-39) al 13´.
Fonte: La Repubblica